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Il Santo di oggi 25 Maggio 2019 San Gregorio VII, Papa

Il Santo di oggi 25 Maggio 2019 San Gregorio VII. E’ stato il 157º papa della Chiesa cattolica dal 1073 alla morte avvenuta il 25 maggio 1085.

San Gregorio VII

La vita

San Gregorio è il settimo Pontefice con questo nome. Nasce a Soana in provincia di Grosseto nel 1015. Fu educato nella pietà e nelle lettere in un monastero di Roma.

Andò in Francia nel monastero di Cluny, governato da Sant’Odilone. Sotto questo santo maestro fece tali progressi nelle virtù cristiane. Tornato a Roma fu ascritto al clero, quindi impiegato da vari Pontefici in difficilissimi affari della Chiesa.

Diventa cardinale con Alessandro II e nel 1073 gli succede

Animato il santo da un ardente zelo per l’onor di Dio e della sua Chiesa, soddisfece alle sue incombenze con mirabile successo. Innalzato poi alla Cattedra di San Pietro. In questo periodo che maggiormente spiccò il suo zelo e la sua costanza per la difesa della causa di Dio. Riformò gli abusi che si erano introdotti specialmente nel clero, combatté il vizio, e difese e sostenne i diritti della Chiesa. Per questa sua condotta si tirò addosso l’odio dei cattivi, che erano moltissimi e potenti in quei tempi.

Papa Niccolò II (1059-61) ha già tolto ai sovrani e alla nobiltà romana l’ingerenza nelle elezioni papali. Ora Gregorio vieta su tutta la linea al potere laico di conferire i poteri spirituali (Sinodo del 1075). E poco dopo, con un documento detto Dictatus papae, codifica la sua visione di una Chiesa fortemente accentrata sul pontefice, come capo assoluto e diretto di ciascun vescovo, e col potere anche di destituire l’imperatore, esonerando i sudditi dall’obbedienza.

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L’imperatore è il tedesco Enrico IV, 25 anni, re in Germania e in Italia, che si scontra col papa facendo eleggere a Milano un vescovo di sua fiducia. Alta protesta di Gregorio; ma Enrico replica, sostenuto da 30 vescovi tedeschi riuniti a Worms, dichiarando deposto il papa (“il falso monaco Ildebrando”, dice il documento). Gregorio VII scomunica Enrico, che ora rischia il trono. Vescovi e principi tedeschi gli impongono infatti di riconciliarsi col papa, in un incontro a Worms previsto nel febbraio 1077. Ma Enrico già in gennaio è a Canossa davanti al papa, in saio da penitente. E ottiene il perdono di Gregorio VII promettendogli di “sottostare al suo parere”. Salva così il regno senza prendere impegni precisi. Poi continua come prima a nominare vescovi e abati. Nuovamente scomunicato, nel 1080 fa eleggere a Bressanone un antipapa (Clemente III). E fa occupare dalle sue truppe Roma.

San Gregorio VII

Chiuso in Castel Sant’Angelo, il papa è poi liberato dal normanno Roberto il Guiscardo che viene dal Sud. Ma viene con mercenari predatori e assassini, che si fanno odiare dai romani per le loro atrocità. E l’odio ricade anche su Gregorio VII, che gli stessi romani nel 1073 avevano acclamato papa, prima ancora dell’elezione. Finisce i suoi giorni a Salerno, in una desolazione ben espressa dalle famose parole che gli sono attribuite: “Ho amato la giustizia e detesto l’iniquità: perciò muoio in esilio”. Dice di lui lo storico Muratori: “Pontefice onorato da Dio in vita e dopo morto da vari miracoli, e perciò registrato nel catalogo de’ santi”. Papa Paolo V ne autorizzerà il culto nel 1606.

Redazione Papaboys

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