Una santa da capogiro. Parte della sua vita si svolge come fuori dal mondo, in lunghe e ripetute estasi, con momenti e atti quasi “intraducibili” oggi. Come lo scambio del suo cuore con quello di Gesù, le stigmate invisibili, i colloqui con la Santissima Trinità. Scene vertiginose di familiarità divino-umana. Dopo le quali, però, lei ritorna tranquilla e laboriosa monaca, riassorbita nella quotidianità delle incombenze.
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Nasce il 2 Aprile 1566 a Firenze da una delle famiglie più in vista della nobiltà fiorentina; era figlia di Maria Buondelmonti e Camillo di Geri de’ Pazzi. Viene battezzata con il nome di Caterina, anche se fu comunemente veniva chiamata Lucrezia in onore della nonna paterna.
Il 25 febbraio 1574 entrò come educanda nel monastero fiorentino di San Giovannino dei Cavalieri di Malta. Qui ricevette l’educazione primaria per quattro anni, affidata alla sorveglianza della zia materna, suor Lessandra Buondelmonti.
A dieci anni fece la prima Comunione nella chiesa di San Giovannino, retta dai padri Gesuiti e, poco dopo, emise privatamente il voto di perpetua verginità.
Fu rapita in estasi per la prima volta il 30 novembre 1578 alla presenza della madre nel giardino della villa paterna, a Parugiano, presso Prato.
Nel 1580 il padre fu inviato commissario a Cortona da Francesco I, Granduca di Toscana. Non volendo prendere con sé la figlia e su consiglio di padre Pietro Blanca S.J., Caterina fu di nuovo ammessa nel monastero di San Giovannino, a condizione che le fosse permesso di accostarsi alla Comunione tutte le feste.
A 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli di Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena.
Ai primi di Marzo 1584 Maria Maddalena si ammalò gravemente. Essendo data per spacciata, la priora decise di farle fare la professione religiosa, adagiata sopra un lettino accomodato dinanzi all’altare della Santa Vergine; era il 27 Maggio 1584.
Il 16 luglio dello stesso anno guarì e la guarigione fu attribuita all’intercessione della beata Maria Bartolomea Bagnesi, terziaria domenicana. Da allora la vita di Maria Maddalena fu un susseguirsi di visioni, penitenze, nascondimento e grandi sofferenze morali e fisiche.
Viveva molte estasi, che saranno descritte in cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Essi portano i seguenti titoli: i Quaranta Giorni, i Colloqui, le Revelatione e intelligentie, la Probatione e la Rinnovatione della Chiesa, insieme agli Avvisi e alle Lettere. (Parole sorprendenti: nelle estasi, lei usava un linguaggio colto, “specialistico”, di gran lunga superiore al livello della sua istruzione).
Questi resoconti, che lei legge e corregge, e che acuti teologi perlustrano, contengono – espresso in mille modi, visioni e voci – l’invito appassionato a ricambiare l’amore di Cristo per l’uomo, testimoniato dalla Passione.
Più tardi le voci dall’alto le chiedono di promuovere la “rinnovazione della Chiesa” (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti) esortando e ammonendo le sue gerarchie.
Maria Maddalena esita, teme di ingannarsi; preferirebbe offrire la vita per l’evangelizzazione ma voci autorevoli la rassicurano, e allora lei scrive a papa Sisto V, ai cardinali della Curia. Invia anche tre lettere ad Alessandro de’ Medici, arcivescovo di Firenze, che poi incontra in monastero. “Questa figliola ha veramente parlato in persona dello Spirito Santo“, dirà lui. Maria Maddalena gli annuncia pure che presto lo faranno Papa, ma che non durerà molto (e così gli ha predetto anche Filippo Neri). Infatti, Alessandro viene eletto il 10 maggio 1605 con il nome di Leone XI, e soltanto 26 giorni dopo è già morto.
I cinque anni seguenti furono per lei un duro periodo di forti dubbi e di grandi prove e tentazioni. In quel periodo pensò anche al suicidio. Sconfitte le tentazioni e riacquistata la fiducia nel Signore, il 30 settembre 1589 fu nominata vice-maestra delle novizie. Nel 1595 divenne maestra delle postulanti e tre anni dopo maestra delle novizie. Per nove anni esercitò questa carica dando alle giovani da lei dirette una formazione estremamente solida.
Nel 1604 cessarono le estasi. In quello stesso anno fu eletta sottopriora contro la sua volontà, ma dopo soli otto giorni il suo grave stato di salute la costrinse a letto.
Gravemente ammalata, trascorse gli ultimi anni di vita tra pene atroci. Morì il 25 maggio 1607 dopo aver raccomandato con forza alle consorelle l’osservanza esatta della regola, anche a costo della loro vita.
Le tante voce, su i suoi miracoli, faranno avviare nel 1611 l’apertura del processo canonico per la sua beatificazione.
Papa Clemente IX, il 22 aprile del 1669, la proclamerà santa.
Le spoglie di santa Maria Maddalena de’ Pazzi ora riposano nell’omonimo monastero, a Firenze.
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