San Cleofa è stato colui che, nel villaggio di Emmaus, riconobbe il Signore nell’atto di spezzare il pane.
Cleofa era il marito di Maria di Cleofa e forse fratello di San Giuseppe; era padre di Giacomo il Minore, di Giuseppe, di Simone e di Giuda.
È noto per essere uno dei due discepoli che il giorno della risurrezione di Gesù, tornandosene a Emmaus al termine delle celebrazioni pasquali, furono raggiunti per strada e accompagnati dal Risorto.
Ma lo riconobbero soltanto dopo essere rincasati e avergli generosamente offerto ospitalità.
Ecco la come andò la vicenda secondo il Vangelo:
“Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, uno di loro, di nome Cleofa, gli disse: ‘Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute’”
Furono queste le parole con le quali Cleofa si rivolse allo sconosciuto parlando con tono profondamente dispiaciuto e facendo chiaramente trasparire la sua delusione e poco dopo aggiunse:
“Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo”.
Udite queste parole e riconosciuta l’ancora viva speranza lo sconosciuto (Gesù) iniziò a spiegare loro le Scritture.
“Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu al tavolo con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro”.
Cleofa nello spezzare il pane ebbe il privilegio di riconoscere Gesù Risorto che in quel momento sparì.
L’evangelista Giovanni ci dice che Cleofa era marito della sorella della Madonna, quella Maria di Cleofa presente con le altre pie donne al dramma del Calvario.
Poiché Maria di Cleofa è madre di Giacomo il Minore, di Giuseppe, di Giuda e di Simone, ne segue che Cleofa è loro genitore. Padre di tre apostoli!
Secondo Eusebio e San Girolamo, Cleofa era nativo di Emmaus. E ad Emmaus, secondo un’antica tradizione, Cleofa, “testimone della risurrezione”, fu trucidato dai suoi compaesani, intolleranti del suo zelo e della sua certezza di fede nel Messia risorto.
San Girolamo ci assicura che già nel IV secolo la sua casa era stata trasformata in chiesa.
Il Martirologio Romano ha inserito il suo nome nella data odierna e ne conferma il martirio avvenuto per mano dei Giudei.
(Fonte santiebeati.it/Autore: Piero Bargellini)
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Cleofa, quel giorno di duemila anni fa eri in cammino verso Emmaus con il discepolo tuo amico, col cuore affranto dal dolore e con l’anima spenta dalla delusione.
Oggi tanti uomini e donne, ragazzi e ragazze sono tentati di lasciarsi vivere, più che di vivere, per i tanti problemi che incontrano nell’esistenza.
Noi sappiamo che Gesù cammina con noi per i sentieri della vita, ma non è facile riconoscerlo, specialmente nelle difficoltà ci sembra di essere soli.
Abbiamo bisogno di Lui, delle sue parole capaci di ridonarci speranza ogni volta che le tenebre del dolore, della noia e della solitudine ci opprimono.
Anche noi tutti, dal più piccolo al più grande, abbiamo bisogno che Gesù entri nella nostra vita per restare sempre con noi.
Eri triste, Cleofa, ma durante il tuo viaggio di andata verso Emmaus in te e nel tuo amico è rinata infine la speranza: accanto al sole che tramontava un altro Sole stava sorgendo nei vostri cuori e pian piano li riscaldava.
Dopo aver camminato a lungo con Lui senza renderti conto di chi fosse, lo hai riconosciuto in quei gesti semplici:
Gesù che prende il pane, lo benedice, lo spezza e ve lo porge.
È il gesto compiuto nell’Ultima Cena, sono i gesti dell’Eucaristia.
Aiutaci, Cleofa, a capire dove oggi è possibile incontrare Gesù in modo unico: nella celebrazione della Messa, che tutti i cristiani di ogni tempo e di ogni luogo hanno fatto e fanno, accogliendo l’invito di Gesù: “Fate questo in memoria di me”.
Oggi Gesù non calpesta più le strade del mondo come faceva un tempo per le vie polverose della Palestina.
Egli vive ora presso il Padre, nella pienezza della sua divinità, ma nello stesso tempo cammina, parla, agisce, soffre e gioisce attraverso la comunità dei suoi amici, la Chiesa.
Egli è presente infine, in modo del tutto speciale, nel pane e nel vino consacrati.
Prega per noi, Cleofa, aiutaci ad incontrare il Risorto nell’Eucaristia.
Oppure:
Glorioso San Cleofa oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna…
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