I santi Giovanni e Paolo, vissuti nel IV secolo, furono fratelli di fede oltre che di fatto. Le informazioni su di loro sono discordanti e risalgono soprattutto ad una “Passio” in parte leggendaria: Essi sarebbero stati due cristiani ricchi e particolarmente caritatevoli, che Giuliano l’Apostata avrebbe condannato ad essere decapitati e sepolti sotto la loro abitazione.
Sembra però che il martirio di Giovanni e Paolo potrebbe essere avvenuto almeno 50 anni prima, all’epoca di Diocleziano, perché le persecuzioni di Giuliano avvenendo in Oriente. Ad ogni modo, sotto la basilica Celimontana a loro dedicata sono stati ritrovati resti di una villa romana abitata da cristiani, con il piccolo vano della “confessio” che reca affreschi di scene di martirio, sotto cui c’è una fossa per il seppellimento di due corpi.
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dall’ebraico
Paolo = picc
Emblema: Palma
Martirologio Romano: A Roma commemorazione dei santi Giovanni e Paolo, al cui nome è dedicata la basilica sul monte Celio lungo il clivo di Scauro nella proprietà del senatore Pammachio.
Sui due santi martiri romani, che è bene chiarire non sono gli omonimi apostoli, si è aperta da parte degli studiosi una controversia sulla data del loro martirio, effettivamente avvenuto a Roma. Giacché la questione è rimasta irrisolta, non resta altro da fare che seguire la “passio” antica, giunta fino a noi e poi alla fine segnalare le contraddizioni riscontrate da alcuni studiosi.
Effettivamente sotto la chiesa si è scoperta nel 1887 una casa romana a due piani con affreschi e fregi; il loro culto antichissimo è testimoniato da innumerevoli citazioni in Canoni sia romani che ambrosiani; in vari ‘Martirologi’ e Sacramentari; orazioni e prefazi a loro dedicati; epigrafi marmoree; un monastero fondato da s. Gregorio I Magno (535-604) e intitolato ai due martiri; un’altra chiesa eretta sul Gianicolo era pure a loro dedicata; a Ravenna sono raffigurati nel mosaico di S. Apollinare Nuovo.
È indubbio il culto ufficiale che sempre ricevettero nei secoli; come pure, secondo il racconto della ‘passio’, si giustifica la presenza di un sepolcro in una casa al centro di Roma, quando i luoghi delle esecuzioni ed i cimiteri, erano posti alla periferia della città.
Le opposizioni degli studiosi si basano sul fatto storico che la persecuzione di Giuliano l’Apostata, non fece vittime a Roma, ma solo in Oriente dove risiedeva; quindi si è propensi a spostare la loro vicenda sotto l’impero di Diocleziano (243-313); a volte sono stati confusi con altri santi martiri come Gioventino e Massimino.
A conclusione si può comunque ipotizzare che l’antica ‘passio’, che è quasi contemporanea, non narri il falso, perché se è vero, che non vi furono vittime ufficiali romane, durante la persecuzione di Giuliano l’Apostata, nulla toglie che qualche martire ci sia stato a Roma ma tenuto nascosto, come nel caso di Giovanni e Paolo, che furono sotterrati nella loro stessa casa, senza far sapere ai romani la loro sorte.
Non bisogna dimenticare che i cristiani con Costantino, avevano ottenuto libertà di culto, lo stesso Giuliano aveva inizialmente emanato un “Editto di tolleranza”, e quindi il popolo non era disposto a ritornare indietro sulla pace e libertà raggiunta.
I lavori archeologici effettuati e gli studi pubblicati, sugli scavi sotto la Basilica Celimontana dei santi Giovanni e Paolo, dal valente studioso ed archeologo il passionista padre Germano di S. Stanislao (Vincenzo Ruoppolo) morto nel 1909 e completati da altri studiosi, in effetti confermano il racconto della ‘passio’ con la scoperta della casa romana, di cui probabilmente i due fratelli martiri erano proprietari e sulla quale fu eretta la basilica posta nell’omonima piazza.
Autore:Antonio Borrelli
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