Nato nel 1400 circa a Zara, capitale della Dalmazia da Leonardo e da Beatrice Varinguez. Venuto a Bari all’età di 18-20 anni dimorò nel convento di San Pietro. A Bitetto arrivò negli anni 1438-39. Dimorò in Conversano e Cassano delle Murge per poi ritornare di nuovo a Bitetto.
Si narra che mentre il Beato Giacomo se ne stava in orazione dinanzi alla cappella della Vergine, una lepre, inseguita da levrieri e cacciatori corre a ripararsi sotto il suo abito, scampa il pericolo ed è dal Beato Giacomo presa in braccio, accarezzata e benedetta.
Prima di morire il Beato Giacomo piantò in terra, nel piccolo giardino di agrumeti, il suo bastone di legno di ginestra, che crebbe inalbero maestoso. Dopo due secoli seccò, ma se ne conserva ancora nello stesso sito il tronco. Morì fra il 1485/90 il 27 aprile.
In questi circa sessant’anni di vita francescana, svolse l’umile e preziosa mansione di cuoco, alternandola con la questua porta per porta e l’ufficio di ortolano, portinaio e sagrestano. Fu famoso per la sua ininterrotta preghiera, che spesso sfociava nell’estasi, e per la sua instancabile carità verso i bisognosi.
Si ritiene che in vita abbia avuto il dono della profezia: in particolare è noto l’episodio che coinvolse il duca Andrea Matteo III Acquaviva; il nobile aveva partecipato alla Congiura dei baroni e rischiava la vita, ma il frate gli predisse che sarebbe stato perdonato dal re e avrebbe avuto un figlio maschio. Verificatisi entrambi gli eventi, il duca costruì per ringraziamento la strada rettilinea che collega il convento al paese.
“Fai una via che dalla città porta al convento” disse il Beato Giacomo al Duca D’Atri e in una notte la strada fu bella e fatta.
La stima e l’amore del popolo verso questo frate francescano crebbero con la comparsa delle prime testimonianze di miracoli, molti dei quali compiuti quando era ancora in vita, soprattutto in favore dei bambini. Il corpo stesso del beato Giacomo è considerato il suo miracolo più importante. Fu riesumato incorrotto nel 1505 e, nello stesso stato di conservazione, è tutt’oggi esposto alla venerazione dei fedeli.
Un altro miracolo riguarda il bastone del beato Giacomo. La storia narra che il frate rimproverò una bambina, minacciandola di colpirla con il bastone se avesse continuato a disobbedire. La bambina disubbidì, ma il Beato non la colpì e, anzi, conficcò il bastone nel giardino del convento. Da quel giorno, il bastone continua a crescere di alcuni millimetri ogni anno e questo fenomeno è classificato come miracolo.
Il popolo attribuì al frate anche il fatto che Bitetto rimase immune dalla peste che colpì il Regno di Napoli nel 1656 e lo elesse suo compatrono.
Il processo canonico fu avviato solo nel 1629, poi sospeso e ripreso nel 1694 durante il vescovado di mons. Odierna. A conclusione dell’iter processuale, riconosciuti i carismi di Giacomo Varingez e la secolare devozione di Bitetto e dei paesi vicini, il 29 dicembre 1700 papa Clemente XI lo proclamò beato.
Ripresa la causa di canonizzazione nel 1986 con la ricognizione pontificia del suo corpo, attualmente è in corso di approfondimento la Positio sulle sue virtù presso la Congregazione delle Cause dei Santi, cui già è stata presentata la documentazione sul miracolo, necessario al fine della proclamazione a santo. Il 19 dicembre 2010 la Congregazione delle Cause dei Santi ha promulgato il decreto sulle virtù eroiche del frate. Il Martirologio Romano lo ricorda il 27 aprile.
Il Beato Giacomo è conosciuto e venerato soprattutto dagli abitanti dei paesi di Toritto, Grumo Appula, Bitritto e la stessa Bitetto ed è assai noto fra gli emigrati, soprattutto in America del Nord, partiti assai numerosi per tutto il Novecento da questi paesi. (Fonte wikipedia – santiebeati.it)
Redazione Papaboys
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