Oggi la Chiesa ricorda la figura di Santa Fabiola
Santa Fabiola è stata una vedova e asceta latina e matrona romana che, alla morte del marito e sotto la guida di San Girolamo si consacrò alla preghiera e alla penitenza.
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La vita
Fabiola faceva parte del gruppo delle donne che, sotto l’influenza di san Girolamo, avevano deciso di dedicarsi alla vita ascetica e all’attività caritativa: fu proprio Girolamo a tramandarne la memoria, descrivendone la vita in una lettera indirizzata nel 400 al suo parente Oceano.
Nasce probabilmente a Roma nel IV secolo ed era di rango patrizio, apparteneva alla gens Fabia. Da giovanissima andò sposa a un uomo dal quale poco dopo divorziò; alla morte del primo marito, si sposò nuovamente; morto anche il secondo consorte, alla vigilia della Pasqua dell’anno successivo fece atto di pubblica penitenza entrando nella basilica Lateranense: vestita di sacco fu accolta da papa Siricio, chiedendo perdono al clero e ai fedeli e tornando così in piena comunione con la Chiesa.
Iniziò a dedicarsi all’assistenza ai poveri e ai malati, fondando un hospitium, la prima forma di assistenza agli infermi di Roma.
Nel 395 si trasferì a Betlemme, dove si era ritirato anche Gerolamo e visse nel monastero fondato da santa Paola, dedicandosi alla lettura e alla meditazione delle Sacre Scritture.
L’anno seguente tornò a Roma dove visse poveramente e con il senatore romano San Pammachio fondò la xenodochio di Porto, presso la foce del Tevere, che offriva ospitalità gratuita e cure mediche ai pellegrini poveri.
Morì attorno all’anno 400; ai suoi funerali partecipò una gran folla di romani, testimonianza della gratitudine e della venerazione che la circondavano.
È la patrona delle vedove, vittime di coniugi violenti e/o infedeli, divorziati.