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Nata a Palermo il 2 ottobre 1852, Carolina Concetta Angela è la primogenita di sei fratelli di una ricca famiglia dell’alta borghesia. I genitori sono i baroni della Celsa reale. Cresce tra l’affetto familiare e ricevette una istruzione di grado superiore lettere che comprendeva lo studio delle lettere, del francese, della musica, ma anche nel ricamo e cucito e dei lavori di casa. La sua fanciullezza fu turbata da radicali cambiamenti sociali e politici , nonostante ciò Carolina era una ragazza estrosa e solare, molto attenta al suo aspetto esteriore come le giovani di quell’età.
Da subito mostrò un profondo legame con la Chiesa. Sempre attiva in parrocchia, nel 1887, a 19 anni, si trasferì a Cinisi per assistere il nonno in fin di vita. Lì diede inizio a un intenso apostolato con l’insegnamento del catechismo e l’attività caritativa e lì conobbe don Mauro Venuti, il sacerdote destinato divenire il suo direttore spirituale.
A 21 anni – riporta L’Osservatore Romano – il bisogno di contemplazione spinge la giovane a pensare al monastero di Santa Caterina, ma la profonda miseria materiale e spirituale vista a Cinisi, la sconvolgono. Nel Terz’ordine francescano, Carolina individua la sua scelta di vita, perché in esso può fondere i suoi due ideali: di contemplazione, seguendo la mistica di Francesco d’Assisi, e di azione, aiutando i poveri. Per 16 mesi suor Maria di Gesù attraversa una dura malattia. Guarisce nel 1887 grazie all’aiuto di un medico, amico di famiglia, e l’intercessione di san Giuseppe.
Il 13 giugno veste l’abito religioso come terziaria francescana con il nome di Suor Maria di Gesù. L’appellativo con cui la gente si rivolge a lei, rimane quello usato a Cinisi: “Signora madre”, per sottolineare sia la nobiltà della sua santità, in armonia con la nascita aristocratica, sia la maternità del suo atteggiamento di accoglienza.
Come una discepola di Cristo, suor Maria di Gesù si fa povera tra i poveri e con la bisaccia sulle spalle gira di porta in porta per accudire malati, bambine, famiglie, con dedizione, tenerezza e signorilità. “Numerosi laici e religiosi danno testimonianze lusinghiere della luce evangelica emanata dalla Beata Maria di Gesù, anima veramente privilegiata”, racconta il card. Amato alla Radio Vaticana. “Non solo i laici ma anche i sacerdoti manifestavano la stima e la devozione nei suoi confronti, baciandole la mano. Era una donna di preghiera. Quando non si sentiva osservata, si avvicinava alla porticina del tabernacolo e bussava, per implorare da Gesù le grazie per superare le immancabili afflizioni quotidiane. Questo suo spirito di fede si manifestava con una speciale devozione alla Madonna del Rosario”.
Tutta questa eredità spirituale è stata raccolta dalle suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes, l’istituzione da lei fondata. Carisma delle religiose è quello di impartire l’istruzione ai fanciulli e di assicurare assistenza a poveri e ammalati, anche a domicilio. Un’opera che la Beata compieva quotidianamente, dedicandosi specialmente ai ragazzi che mostravano segni di vocazione e ai quali riservava lezioni speciali sulla preghiera e sul servizio liturgico. La vita terrena della “Signora madre” si conclude il 27 gennaio 1923, e già allora tutti la dichiarano “santa”.
Fonte it.zenit.org
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