LEGGI: Oggi la Chiesa ricorda il Beato Daniele Alessio Brottier. Ecco chi era
Stanislaw Antoni Trojanowski nasce il 29 luglio 1908 nel villaggio di Sadlowo, nella diocesi di Plock in Polonia.
Le precarie condizioni familiari lo portarono a lavorare sin dalla tenera età. Ciò comportò una ridotta frequenza alla scuola primaria.
Il 5 marzo 1930 entrò nel convento dei Frati Minori Conventuali a Niepokalanów ed il 6 gennaio 1931 poté iniziare il noviziato con il nome di Tymoteusz. Fece la professione semplice il 2 febbraio 1932 e quella solenne l’11 febbraio 1935.
Tutta la sua vita religiosa si svolse a Niepokalanów, lavorando nel reparto di spedizione del periodico “Cavaliere dell’Immacolata”, nel magazzino di rifornimento e nell’infermeria, ove si dedicava ai confratelli malati. Il 3 maggio 1937 comunicò al suo superiore il desiderio di recarsi in missione “ovunque e in qualsiasi momento, a disposizione della volontà di Dio”.
Era un frate disciplinato e fedele alla sua vocazione, godeva di grande fiducia da parte del suo celebre superiore, padre Kolbe (San Massimiliano Kolbe – Leggi la storia).
Il 14 ottobre 1941 venne arrestato dalla Gestapo con sei confratelli, e rinchiuso in prigione a Varsavia. In prigione poté dedicare molto tempo alla preghiera, infondendo coraggio agli altri ed offrendosi sempre per i lavori più pesanti.
L’8 gennaio 1942 fu nuovamente deportato nel campo di concentramento di Oswiecim con il numero 25431. Inizialmente fu destinato al trasporto dei materiali da costruzione, poi allo scavo e al trasporto della ghiaia ed infine alla raccolta del ravizzone.
Sopportò sempre con estremo coraggio la fame, il freddo ed il duro lavoro. Non si perse mai d’animo, incoraggiando addirittura gli altri coprigionieri esortandoli a confidare nella protezione di Dio. Il freddo gli causò una polmonite che lo portò alla morte nell’ospedale del lager il 28 febbraio 1942.
È stato proclamato beato da Giovanni Paolo II il 13 giugno 1999 a Varsavia nel gruppo di 108 martiri polacchi del nazismo.
Fonte santiebeati.it – Autore: Fabio Arduino
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