Nel mese di giugno la Chiesa ricorda solennemente il Sacro Cuore di Gesù. Nella nostra epoca, nella quale l’amore è dissacrato o addirittura subisce i duri colpi delle pretese edonistiche, la devozione al Cuore divino ci riporta al vero volto dell’Amore, quello del sacrificio e dell’immolazione.
Leggiamo nel Vangelo di san Giovanni: «Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua» (Gv. 19, 33-34). A tanto arrivò l’amore del Crocifisso.
Era la festa di san Giovanni evangelista, il 27 dicembre del 1673, quando Gesù apparve alla visitandina santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690), invitandola a prendere il posto che san Giovanni aveva occupato durante l’Ultima Cena. Ovvero posare il capo sul suo Cuore e le disse: «Il mio divino Cuore è così appassionato d’amore per gli uomini, che non potendo più racchiudere in sé le fiamme della sua ardente carità, bisogna che le spanda. Io ti ho scelta per adempiere a questo grande disegno». Margherita Maria ebbe tali apparizioni per 17 anni, sino alla morte.
Il Cuore divino si manifestava su un trono di fiamme, circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai peccati e sormontato da una croce, quella della Redenzione. Gesù si presentava sfolgorante di gloria, con le cinque piaghe, brillanti come soli e da quella sacra umanità uscivano fiamme da ogni parte. Ma soprattutto dal suo petto che, racconterà la mistica, assomigliava ad una fornace, la quale, aprendosi, mostrava l’ardente e amante Cuore, sorgente di quelle fiamme.
Gesù Cristo lamentava l’ingratitudine degli uomini e la loro indifferenza. Rivelando alla mistica che si sentiva ferito dalle irriverenze dei fedeli e dai sacrilegi degli empi , ma ciò «che mi è ancor più sensibile è che sono i cuori a me consacrati» a provocare cocente dolore. Quindi chiese a santa Margherita di supplire a tali mancanze. Sollecitandola a fare la Comunione il primo venerdì di ogni mese e di prostrarsi, con faccia a terra, dalle 23,00 alle 24,00, nella notte tra il giovedì e il venerdì. Chiese ancora che il venerdì dopo l’ottava del Corpus Domini fosse dedicato alla festa del suo Cuore. Inoltre indicò come esecutore della diffusione di questa devozione il padre spirituale della santa, il gesuita san Claudio de la Colombiere (1641-1682).
Le prime due cerimonie in onore del Sacro Cuore, presente la mistica, si ebbero nel Noviziato delle Suore della Visitazione di Paray-le-Monial (Saone-et-Loire) il 20 luglio 1685 e il 21 giugno 1686.
Nel 1856, con il beato Pio IX, la festa del Sacro Cuore divenne universale.
Sull’esortazione di questo Pontefice si diffusero gli Atti di consacrazione al Cuore di Gesù della famiglia e delle nazioni. Sorsero ovunque cappelle, oratori, chiese, basiliche, santuari dedicati al Sacro Cuore di Gesù. Proliferarono quadri e stampe; si iniziò la pia pratica della Comunione nel primo venerdì del mese e si composero le Litanie del Sacro Cuore, dedicando il mese di giugno al suo culto.
Numerose congregazioni religiose, sia maschili che femminili, sono strettamente legate alla devozione del Sacro Cuore di Gesù, la cui festa viene celebrata il venerdì dopo la solennità del Corpus Domini. Questa venerazione è inscindibile a quella del Cuore Immacolato di Maria: suo promotore fu san Giovanni Eudes (1601-1680), già devoto al Sacro Cuore di Gesù prima delle visioni della Santa visitandina. Fonte santiebeati.it
Autore: Cristina Siccardi
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