A Naso in Sicilia, san Cono, monaco secondo la disciplina dei Padri orientali, che, di ritorno da un pellegrinaggio ai luoghi santi, avendo trovato defunti i suoi genitori, distribuì tutto il suo patrimonio ai poveri e abbracciò la vita eremitica.
Patronato: San Cono (CT), Contro i mali di orecchio e naso
La vita
Mancano documenti antichi che ci informino sulla sua vita. La leggenda che possediamo, la quale, secondo alcuni, potrebbe riallacciarsi a scritti anteriori, lo dice nato al tempo di Ruggero II, re di Sicilia dal 1130 al 1154. Diventato monaco basiliano, compì un pellegrinaggio a Gerusalemme. Al ritorno, avendo trovato i genitori morti, diede i suoi beni ai poveri e visse come anacoreta. Morì il 28 marzo 1236.
La tradizione attribuisce a Cono molti miracoli. Parte dei quali sono, senza dubbio, invenzioni fantastiche. Oltre che nel dies natalis, è festeggiato il 3 giugno e il 1° settembre, per motivi che gli studiosi non hanno ancora ben chiarito. Urbano VIII confermò il suo culto.
FOLKLORE
Delle feste già menzionate, che si celebrano a Naso in onore di Cono, è necessario ricordare che la più importante di tutte ricorre in Settembre. In essa, allestita come le altre con i denari versati dai devoti nel caratteristico “coppu”, il busto del santo, montato su una pesante macchina, viene portato in processione attraverso il paese che per l’occasione si orna di archi, piramidi di edera e lampioni variopinti. Alla macchina, inoltre, si legano le spighe che dovranno essere mescolate al grano da semina.
Il simulacro di Cono ha un aspetto singolarmente sgradevole (“gli occhi grandi e spaccati, il naso aquilino, le labbra grosse, la faccia… bronzina, larghissima”). Tanto da da essere divenuto, secondo quanto attestano alcuni proverbi, termine di paragone per la bruttezza delle persone (“Avi ‘a facci ‘i san Conu”).
Secondo la leggenda, il santo protesse il paese da una incursione. Lo fede circondandolo con graticciate di ferro incandescente. Ancora invocato contro i mali degli orecchi e del naso. Anche a questo protettorato è certamente da collegarsi la rappresentazione di tali organi (un naso fra due orecchi) che fu in passato aggiunta allo stemma del paese e che fu dal popolo subito interpretata come un ammonimento del santo ai devoti di “aver buon naso, ascoltare assai e parlar poco”. La leggenda di Cono si divulgò per mezzo di stampe popolari come la Vita, miracoli et morti dello beato Cono da Naso, redatta nel 1549 e di cui conosciamo un’edizione del 1556.
Autore: Pietro Burchi e Maria Vittoria Brandi