Nel giorno dei santi Pietro e Paolo la Chiesa ricorda anche una benefattrice austriaca, Emma. Nata a Gurk, in Carinzia, nel 980, perse marito e figlio. Con il patrimonio di famiglia beneficò i poveri e fondò monasteri benedettini: uno nella città natale e uno ad Admont, in Stiria. Morì 65enne nel 1045. La sua causa di canonizzazione durò quasi cinque secoli, dal 1466 al 1938, quando Pio XI la proclamò santa. (Avvenire)
Martirologio Romano: A Gurk in Carinzia, santa Emma, che, contessa, visse per quarant’anni vedova e distribuì generosamente molti averi ai poveri e alla Chiesa.
Santa, sì, ma piuttosto latitante. Emma di Gurk è un personaggio da inseguire attraverso la storia come un ricercato, contando sulle poche tracce sicure e schivando le volonterose invenzioni successive. Dunque: anno di nascita e luogo sconosciuti. Noi incontriamo Emma quando è già moglie del conte di Sann, appartenente alla più ricca nobiltà del ducato di Carantania, che comprende le attuali regioni austriache di Carinzia e Stiria, e la Carnìola (in Slovenia).Di questo marito, sappiamo che muore nel 1016. Dei figli, ne conosciamo uno solo: Guglielmo, ucciso nel 1036. Alla sua morte, Emma rimane sola, con l’imponente patrimonio di una famiglia che non c’è più. Allora se ne serve per il soccorso ai poveri e per fondare i monasteri di Gurk, femminile, e più tardi quello maschile di Admont. Lei si ritira a vivere come monaca a Gurk, secondo un’attestazione che risale al 1200.Ma non sappiamo se ne diventa badessa – come altre fondatrici – o se rimane semplice religiosa: entra in una sorta di clandestinità che non possiamo certo perlustrare con la fantasia. Ma c’è chi invece alla fantasia e ai sentito dire ricorre volentieri, per compilare testi devoti, ricchi di buone intenzioni ma sprovvisti di prove: così fa ad esempio un certo canonico Arnoldo (inizio del XIII secolo), secondo il quale Emma sarebbe morta nel 1045. In realtà si può dire solamente che è morta prima dell’anno 1070, giacché è ben certo che in quell’anno è stata sepolta nella chiesa di Gurk, da poco costruita.Oltre cento anni dopo (1174), sempre in questa chiesa, si trasferisce il corpo in una tomba per esso ricavata nella profondità della cripta, in mezzo a una selva imponente di colonne romaniche. È noto che in quest’epoca l’iniziativa dei fedeli anticipa spesso quella del clero nel promuovere e divulgare la “fama di santità” di persone morte da poco, e nell’invocare la loro protezione.
Così può essere accaduto per Emma, in modo tale da spingere vescovi e monasteri a prendere iniziative ufficiali. Infatti il 12 novembre 1287, a più di due secoli dalla morte, Emma viene ufficialmente beatificata dalla Chiesa. E la tradizione perdura nel tempo, sicché nel 1464 si avvia un regolare processo per la canonizzazione di Emma, destinato però a restare inconcluso per secoli. Intanto a Gurk, la si venera anche con l’arte. Nel XVIII secolo, lo scultore italiano Antonio Corradini, di Este, che lavora molto anche a Vienna e a Venezia, adorna la tomba di lei con una grande decorazione marmorea, che raffigura il momento della sua morte. Infine, nel 1938, al tempo di Pio XI, il processo canonico viene chiuso con l’approvazione del culto già tributato a Emma, come santa, fin dal tempo ormai remoto della sua morte, specialmente in Carinzia e in Slovenia.
Autore: Domenico Agasso
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