Oggi la Chiesa ricorda il Beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer zu Gleifheim, (Bolzano, 15 aprile 1777 – Trento, 3 dicembre 1860), è stato un vescovo cattolico austriaco. Dal 1834 al 1860 fu vescovo di Trento. È stato proclamato beato nel 1995 da papa Giovanni Paolo II.
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Giovanni Nepomuceno de Tschiderer nasce a Bolzano il 15 aprile 1777. Era figlio di Giuseppe Gioacchino de Tschiderer di Gleifheim, esattore generale del Tirolo e di Caterina de’ Giovanelli. Era il quinto di sette fratelli.
Da piccolo ebbe problemi di pronuncia e rimase leggermente balbuziente anche da adulto. Dalla famiglia ricevette un’educazione accurata e severa. Nel 1785 la famiglia dovette trasferirsi a Inssbruck. L’anno successivo però, Giovanni, torna a Bolzano e va a vivere dal nonno materno per poter frequentare il ginnasio dei francescani. Qui si distinse “per onesta e diligente applicazione” .
A Innsbruck sostenne gli studi filosofici e li frequentò padre Ercolano Oberrauch che lo guidò nello studio della Sacra Scrittura e della Patristica quando tra il 1794 4 il 1798 frequentò gli studi teologici.
Il 27 luglio 1800 venne ordinato sacerdote a Bolzano dal principe vescovo di Trento Emanuele Maria Thun. Celebrò la prima messa nella chiesetta di Sant’Antonio da Padova a Collalbo (Klobenstein- Altopiano del Renon).
Qui svolse il periodo di tirocinio di due anni come prete ausiliario nella parrocchia di Longomoso (Lengmoos). Nel 1802 si reca per un anno a Roma dove fu più volte ricevuto in udienza da papa Pio VII.
Fu cooperatore a Auna di Sotto (Unterinn) nel 1803 e a San Pancrazio (Sankt Pankraz) nel 1804 e quando venne il momento di diventare parroco nel 1807 fu nominato docente di teologia nel seminario di Trento per nomina governativa (in quegli anni il Tirolo e il Trentino erano domini bavaresi).
A Trento si dimostrò, nonostante le difficoltà nella lingua italiana, “un insegnante ricco di talento e di grande abilità didattica”. Nel 1810 con l’annessione del Trentino al francese Regno d’Italia, i docenti tedeschi a Trento furono sostituiti da docenti italiani.
Per questo motivo Giovanni poté realizzare il suo desiderio di diventare parroco a Sarentino (Sarntal) (25/08/1810). Una parrocchia impegnativa per le molte frazioni e i molti masi sparsi. Giovanni vi fondò piccole scuole nelle varie località , seguendo i maestri e impegnandosi anche personalmente, soprattutto nel catechismo.
Nonostante i molti chilometri da percorrere a piedi su sentieri di montagna, visitava con regolarità i malati e i parrocchiani più poveri distribuendo loro viveri.
Il 13 settembre 1819 fu nominato parroco di Merano.
A Merano continuò il suo operato con dedizione. Favorì la scuola delle Dame Inglesi, aiutando studenti e artigiani in difficoltà, visitava settimanalmente i carcerati e dedicava molto tempo alle confessioni.
Il 26 ottobre 1826 è chiamato a Trento dal vescovo Francesco Saverio Luschin e divenne canonico e membro del Capitolo della cattedrale di Trento. L’anno successivo il 26 dicembre 1827 fu nominato provicario con l’incarico di provvedere alla parte di lingua tedesca della diocesi.
Il 24 febbraio 1832 papa Gregorio XVI gli conferì il titolo di vescovo titolare di Ellenopoli sul Ponto. Lo nominò anche ausiliare del principe vescovo di Bressanone per la provincia del Vorarlberg. La consacrazione episcopale avvenne nella Chiesa dei Serviti in Innsbruck il 20 maggio 1832.
Il 15 luglio 1834 su proposta del vescovo di Trento, Luschinm (designato arcivescovo di Leopoli), l’imperatore Francesco I nomina Giovanni Nepomuceno de Tschiderer vescovo di Trento. La nomina è ratificata da papa Gregorio XVI il 19 dicembre dello stesso anno.
Giovanni arriva a Trento il 1 maggio 1835. Nel suo episcopato si distinse per le numerosissime visite pastorali in tutte le località della diocesi, che per estensione era seconda solo a quella di Milano. Consacrò sessanta nuove chiese e continuò la sua opera in favore dei più poveri sostenendo tra gli altri il Johanneum di Bolzano e l’Istituto per sordomuti di Trento.
Nel 1859 l’aggravarsi della sua malattia, idropisia cardiaca, gli impediva quasi di muoversi, ma continuò le celebrazioni episcopali fino a che nel 1860 colto da febbri alte fu costretto a restare a letto. Dopo aver ricevuto l’unzione degli infermi e la benedizione papale, muore la sera del 3 dicembre 1860.
Il suo successore Benedetto de Riccabona provvedette all’avvio del processo diocesano informativo sulle virtù di Giovanni Nepomuceno.
La beatificazione del vescovo trentino avvenuta a Trento il 30 aprile 1995.
Fonte santiebeati.it – Autore: Maurizio Misinato
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