Patronato: Parigi
Etimologia: Genoveffa = dalle bianche guance, dal celtico
Emblema: Candela, Giglio
Martirologio Romano: Santa Genoveffa, vergine di Nanterre, che a quindici anni, su invito di san Germano vescovo di Auxerre, prese il velo delle vergini, confortò gli abitanti della città atterriti dalle incursioni degli Unni e soccorse i suoi concittadini in tempo di carestia.
La vita della vergine parigina Genèvieve (in italiano Genoveffa) è narrata nella «Vita Genovefae», scritta circa venti anni dopo la sua morte. Nasce a Nanterre, nei dintorni di Parigi, intorno al 422. Apparteneva ad una famiglia cristiana ricca e potente.
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Un giorno dell’anno 429 gli abitanti di Nanterre, vedono sbarcare in riva alla Senna i vescovi san Germano di Auxerre (378 ca.-448) e san Lupo di Troyes (383 ca.-478 ca.). Infatti, su richiesta di papa Celestino I, si stanno recando in Gran Bretagna per opporsi alle dottrine di Pelagio, tese a ridurre l’importanza dell’intervento divino nella pratica delle virtù.
I due vescovi vengono notati e la folla si dirige loro incontro per riceverne la benedizione. San Germano nota una bambina di circa 7 anni: è Geneviève. La fa condurre a sé e la bacia sul capo.
Poi il vescovo si rivolge ai genitori, come attesta il primo biografo anonimo della santa, affermando: «Siete molto fortunati d’essere i suoi genitori. Sappiate che alla sua nascita vi è stata una grande gioia fra gli angeli, e che quell’evento è stato celebrato con tripudio nel cielo. Ella sarà grande agli occhi del Signore. Presi da ammirazione per la sua vita e la sua condotta, molti si allontaneranno dal male e ritorneranno verso il Signore. Questi otterranno la remissione dei loro peccati e le ricompense promesse da Cristo ».
Poi alla bimba dice: «Vuoi tu essere consacrata a Cristo nella vita religiosa, e vuoi tu, come sposa di Cristo, custodire il tuo corpo immacolato e intatto?». La risposta di Geneviève non si fa attendere: «Padre, tu previeni i miei desideri: è questo che io bramo. Prega perché il Signore si degni di compiere i miei voti».
Alla morte dei genitori, la nonna la portò a vivere a Parigi.
Intorno ai 15 anni Genoveffa si consacra a Dio, entrando a far parte di un gruppo di vergini votate a Dio che, pur vestendo un abito che le distingue dalle altre donne, non vivono in convento, ma nelle loro case, dedicandosi ad opere di carità e penitenze.
Ella possedeva le chiavi del battistero della cattedrale di Parigi, situato sul lato settentrionale della chiesa di Saint-Étienne, dove sorge oggi rue de Cloître-Notre-Dame nell’Île de la Cité.Fece erigere la prima chiesa sul sepolcro di san Dionigi, il vescovo protomartire di Parigi.
Nel 451 si diffuse la notizia che il re degli Unni, Attila, aveva saccheggiato Treviri, Metz, Reims, e avanzava verso sud. La popolazione ne fu atterrita e molti si apprestarono a fuggire, ma non la santa di Nanterre che esortò i parigini a non allontanarsi. Riunì perciò alcune donne per pregare nel battistero:
«Che gli uomini fuggano, se vogliono e se non sono più capaci di battersi. Noi donne pregheremo Iddio così tanto che ascolterà le nostre suppliche» (ibidem).
Parigi fu difesa dai suoi abitanti, incoraggiati dalle esortazioni e dalle preghiere di Geneviève, (e anche confidando nelle mura di cui la città si era già dotata) e Attila, scoraggiato dall’inattesa resistenza, passò oltre e si diresse verso Orléans, dove poi fu sconfitto nella Battaglia dei Campi Catalaunici dal generale romano Ezio.
Cinque anni dopo, Meroveo, terzo re dei Franchi, mise sotto assedio Parigi, difesa ancora da una forte guarnigione di Romani, sotto il comando di Egidio e successivamente sotto quello del figlio Siagrio. Dopo la morte di Meroveo nel 457, l’assedio proseguì con il figlio Childerico I, che dopo cinque anni la conquistò. Questa volta Geneviève non si oppose, presagendo che quella dinastia avrebbe contribuito a diffondere la fede cristiana fra i barbari.
L’assedio e le conseguenti distruzioni nei dintorni avevano portato una grande carestia e gli abitanti, che non avevano più pane, morivano di fame. Fu proprio lei a risolvere la catastrofe: si fece guida sulla Senna di undici battelli fino a Troyes e, passando di città in città, compiendo molteplici miracoli, ottenne in dono dai mercanti un gran carico di grano, che riportò a Parigi. In questa occasione ha compiuto numerosi miracoli.
La sua autorità, anche a corte, crebbe sempre più, ma di essa mai si approfittò di queste ammirazioni. Anzi, si assoggettò ad una rigorosa regola di vita consacrata.
Si nutriva di pane d’orzo e di fave, di cui faceva cuocere in una pentola la propria provvista per due o tre settimane. Durante la sua esistenza non fece mai uso né di vino, né di altre bevande inebrianti.
A 50 però, su consiglio dei vescovi, aggiunse al suo nutrimento del pesce e del latte. Oltre che asceta era anche una mistica e una taumaturga.
Il celebre san Simeone stilita il Vecchio, che ebbe una particolare rivelazione divina su di lei, dal suo ritiro sulla cima di una colonna presso Antiochia (zona nord della Siria), incaricò alcuni mercanti di salutarla a suo nome e di raccomandarlo alle sue preghiere.
Geneviève se ne andò al Signore, che grandemente aveva servito, ad oltre 80 anni. Fu sepolta il 3 gennaio di un anno imprecisato, intorno al 500, nella basilica dei Santi Apostoli che re Clodoveo con la consorte Clotilde avevano iniziato a costruire per accogliere le sepolture della famiglia reale, basilica che poi prese il nome di Sainte-Geneviève. La fama di santità dilagò anche dopo la sua morte.
San Gregorio di Tours (539-594) segnala che sulla sua tomba si verificavano prodigi su prodigi.
Nell’822 ci fu un’inondazione spaventosa a Parigi. Mentre si cercava un luogo asciutto per celebrare la Santa Messa, si scoprì che le acque non avevano toccato il letto di morte della prescelta di Dio. Una volta constatato il miracolo, l’inondazione si ritirò.
Nell’857, con le invocazioni dirette alla santa, i Normanni lasciarono Parigi che avevano assediato.
Associato all’invasione degli Unni questo prodigio contribuì a creare l’immagine di Geneviève quale patrona di Parigi.
Durante la Rivoluzione francese i giacobini trasformarono la basilica di Sainte-Geneviève nel Pantheon, mausoleo dei francesi illustri, distruggendone parzialmente le reliquie.
Ma il culto della santa di Nanterre prosegue nella vicina chiesa di Saint-Etienne-du-Mont.
Fonte www.santiebeati.it – Autore: Cristina Siccardi
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