Silvia era una nobile donna romana, moglie del senatore Gordiano e madre del futuro papa San Gregorio Magno; è venerata come santa dalla Chiesa cattolica che la commemora il 3 novembre.
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Prima di tutto era una mamma: tenera, affettuosa, premurosissima. E non lasciamoci impressionare se da lei ci separano suppergiù 1500 anni, perché certi valori e certe qualità sono eterni e sempre attuali.
Silvia nasce intorno al 520, per alcuni a Roma, per altri a Subiaco (luogo fondamentale per l’opera di San Benedetto) o addirittura in Sicilia, in una famiglia di condizioni modeste.
Verso i 18 anni va in sposa ad un tal Gordiano, membro della gens Anicia (famiglia nobile). Il marito era un personaggio in vista con rilevanti cariche pubbliche, un patrimonio più che discreto e una villa meravigliosa al Celio. Non è un’altra versione della storia di Cenerentola, ma la storia di un amore vero e di una profonda intesa spirituale che aiutano la coppia a costruire una famiglia veramente cristiana, illuminata anche dall’esempio delle due sorelle di Gordiano, che vivono in casa una vita ritirata e mortificata, quasi monastica, intessuta di preghiere e di penitenza.
Non sappiamo quanti figli ebbero, perché la storia ha conservato solo il ricordo di due figli. Il primogenito era Gregorio, che sarà destinato a diventare famoso (San Gregorio Magno), e un altro figlio di cui però non conosciamo neppure il nome.
Quel matrimonio funziona egregiamente per più di 30 anni, fino alla morte del marito, databile intorno al 573. I due figli hanno seguito le orme del padre, particolarmente Gregorio, che è diventato funzionario dell’impero bizantino, arrivando a ricoprire la carica di Prefetto di Roma. In cuore conserva però una profonda esigenza di vita spirituale e la segreta aspirazione di dedicarsi completamente alla preghiera e alla meditazione.
La morte del padre accelera questa scelta definitiva ed egli trasforma la splendida villa paterna al Celio in un monastero, in cui egli entra per primo come semplice monaco, seguito da molti altri giovani romani.
La scelta di Gregorio fa capire a Silvia che ormai può considerare esaurita la dimensione domestica della sua vita.
Quasi in punta di piedi, discretamente, si ritira in una località dell’Aventino, dove, seguendo la regola benedettina, dedicò il resto della sua vita alla preghiera, alla meditazione e all’aiuto dei malati e dei più bisognosi.
Ma non dimentica di essere mamma : pensando alla salute gracile del figlio e alla scarsa mensa monastica, con gesto di premura squisita che solo una mamma sa fare, ogni giorno prepara un piatto di legumi freschi o altra verdura del suo orto per farla recapitare a Gregorio. Che intanto, per volere del papa, è stato ordinato diacono e sta servendo la Chiesa mettendo a frutto la sua vasta esperienza civile ed ecclesiastica, fino a che nel settembre 590 viene eletto papa.
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La storia gli attribuirà il titolo di “magno”, la Chiesa lo canonizzerà e noi oggi lo conosciamo e veneriamo come San Gregorio Magno. Sua mamma fa in tempo a vederlo papa, perché muore un paio d’anni dopo.
Silvia muore nel 592 e papa Gregorio la fa’ seppellire nel monastero di Sant’Andrea, nel sepolcro dove già si trovavano le sorelle Tarsilla ed Emiliana, e vi fece dipingere la sua immagine con la croce nella destra e un libro nella sinistra recante la scritta: «Vivit anima mea et laudabit te, et iudicia tua adiuvabunt me» (“Vive la mia anima e ti loderà, e i tuoi giudizi mi aiuteranno”).
Qui, nel 1603, il cardinale Cesare Baronio fece erigere l’oratorio di Santa Silvia al Celio e in quello stesso anno ottenne da papa Clemente VIII che il nome di santa Silvia venisse inserito nel Martirologio Romano al 3 novembre.
Su sollecitazione invece di papa Giovanni XXIII, il 23 febbraio del 1959, nel quartiere Portuense, venne istituita una parrocchia dedicata alla madre di san Gregorio Magno, la cui chiesa fu aperta al culto nel 1968.
Il culto di Santa Silvia, che nelle varie fasi della sua vita di sposa, mamma e vedova sempre aveva saputo dare a Dio il primo posto, si è andato pian piano affermando nella Chiesa.
(Fonte santiebeati.it – Gianpiero Pettiti)
Benedetto sei Tu Signore, Dio nostro Padre, che assicuri sempre alla tua Chiesa e al mondo uomini e donne testimoni della tua santità e della tua gloria.
Noi ti rendiamo grazie per averci donato come modello di vita cristiana Santa Silvia, sposa fedele e madre amorevole, maestra di preghiera e di contemplazione, donna generosa nel servizio dei poveri.
Fa’ che il suo esempio aiuti le nostre famiglie a vivere unite in un amore più forte di ogni debolezza, siano da lei sostenute nell’impegno di accogliere la vita e farla crescere, siano aiutate nella fatica di guidare i figli sulla strada della verità e della fede, siano rese disponibili ad aprirsi alle necessità dei fratelli.
Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.
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