A Rouen in Normandia, in Francia, santa Giovanna d’Arco, vergine, detta la pulsella d’Orléans, che, dopo aver combattuto coraggiosamente in difesa della patria, fu infine consegnata nelle mani dei nemici, condannata con iniquo processo e bruciata sul rogo.
Patronato: Francia, Radiofonisti, Telegrafisti
Etimologia: Giovanna = il Signore è benefico, dono del Signore, dall’ebraico
Emblema: Corona d’oro, Gigli, Spada
Santa Giovanna d’Arco, in francese Jeanne d’Arc, è nata a Domrémy-la-Pucelle, il 6 gennaio 1412 una famiglia contadina.
Da bambina imparò a cucire e filare, ma non a leggere e scrivere. Ebbe un’infanzia tutto sommato felice, anche se turbata dalla Guerra dei Cento Anni; Giovanna aveva solamente tre anni quando Enrico V d’Inghilterra vinse la battaglia d’Azincourt e rivendicò il trono francese, sul quale sedeva allora Carlo VI il Folle. La Francia era inoltre indebolita dalle divisioni insorte fra la casa d’Orléans e quella di Borgogna.
All’età di tredici anni iniziò a udire “voci celestiali” spesso accompagnate da un bagliore e da visioni dell’arcangelo Michele, di santa Caterina e di santa Margherita, come sosterrà in seguito. Giovanna decise di consacrarsi interamente a Dio facendo voto di castità «per tutto il tempo che a Dio fosse piaciuto»
Quando aveva quattordicini anni, sempre durante la Guerra dei Cento anni (1337-1453), si sentì chiamata da Dio a soccorrere il re di Francia (le famosi voci interiori di cui parlò lei stessa più volte) e a cacciare gli Inglesi dal suolo francese.
Nel 1429 raggiunse il Delfino Carlo, il futuro Carlo VII, nella città di Chinon, convincendolo ad affidarle il compito di tentare un’ offensiva contro gli Inglesi. Riuscì a farsi accreditare presso la corte grazie a carismi straordinari che suscitavano ammirazione.
Giovanna sostenne di essere stata inviata da Dio per portare soccorso a lui e al suo reame; venne tuttavia condotta a Poitiers per sottoporla all’esame da parte di teologi circa la sua fede ed i suoi costumi, ma poiché non fu scorta in lei alcuna ombra, al Delfino venne dunque consigliato di sfruttare al meglio i carismi della ragazza.
Giovanna riformò l’organizzazione dell’esercito, rimotivandolo, trascinando con il suo esempio le truppe francesi e imponendo uno stile di vita rigoroso, quasi monastico: fece allontanare le prostitute che seguivano i soldati, bandì ogni violenza o saccheggio, vietò che i militari bestemmiassero; impose loro di confessarsi e fece riunire intorno al suo stendardo l’esercito in preghiera due volte al giorno, al richiamo del suo confessore, Jean Pasquerel. Il primo effetto fu quello di instaurare un rapporto di reciproca fiducia tra la popolazione civile ed i suoi difensori i quali, invece, avevano la pessima abitudine di tramutarsi da soldati in briganti quando non erano impegnati in azioni di guerra.
Soldati e capitani, contagiati dal carisma della giovane, sostenuti dalla popolazione di Orléans, si prepararono alla riscossa.
Vestitasi di un’armatura bianca, cavalcò alla loro testa con uno stendardo recante i nomi di Gesù e Maria.
In effetti la spedizione militare ebbe successo ed Orléans è liberata! Questo dipese indubbiamente dall’intervento della “pulzella”, che seppe risollevare il morale francese e far percepire a tutti l’aiuto divino. L’entusiasmo popolare crebbe ancora in seguito ad altre vittorie, sino alla liberazione di Reims. Qui Carlo VII poté essere incoronato con accanto Giovanna ed il suo stendardo. Forti opposizioni si levarono però ben presto dal mondo maschilista di corte, dell’esercito e della Chiesa, che guardavano a Giovanna con sospetto. Ben presto emersero gli effetti di questa avversione nei suoi confronti. Rimasta ferita durante un fallito attacco a Parigi, il suo carisma fu ridimensionato e, quando mesi dopo lei liberò Compiègne, il ponte levatoio è sollevato prima che Giovanna potesse mettersi in salvo. Catturata dai borgognoni , il re di Francia non fece alcuno sforzo per ottenere il suo rilascio. Il 21 novembre 1430 è venduta agli inglesi.
Questi, desiderando che la giovane fosse condannata quale ribelle o eretica, la sottoposero ad un interrogatorio incrociato da un tribunale presieduto dal vescovo di Beauvais. Furono esaminati le “voci” misteriose che ella udiva, l’uso di abiti maschili, la sua fede e la sua volontà di sottomissione alla Chiesa. Non essendo particolarmente colta, Giovanna diede talvolta risposte non appropriate, ma seppe sempre difendersi da sola con coraggio e precisione. Il processo terminò con una “rozza e sleale ricapitolazione dei fatti”. In cui i giudici giudicarono diaboliche le rivelazioni da lei ricevute e l’università di Parigi la denunciò duramente. In parte, anche se non ci è chiaro in quale misura, convinsero Giovanna a ritrattare le sue posizioni. Poi tornò comunque ad indossare gli abiti maschili, divenuti ormai provocatori non traddandosi più di protezioni per la guerra. Confermò di aver esclusivamente agito per mandato di Dio stesso. Grazie alle “voci” le aveva affidato tale missione.
I giudici, accogliendo anche le istanze del vescovo, condannarono infine Giovanna d’Arco quale eretica recidiva. Il 30 maggio 1431, non ancora ventenne, venne bruciata viva sul rogo nella piazza del mercato di Rouen. Il suo comportamento è esemplare sino alla fine. Richiese che un domenicano tenesse elevata una croce ed morì atrocemente invocando il nome di Gesù. Le sue ceneri furono gettate nella Senna, onde evitare una venerazione popolare nei loro confronti. Un funzionario reale inglese ebbe a commentare circa l’accaduto: “Siamo perduti, abbiamo messo al rogo una santa”.
Una ventina di anni dopo, sua madre ed i due fratelli si appellarono alla Santa Sede affinché il caso di Giovanna fosse riaperto.
Papa Callisto III nel 1456 riabilitò l’eroina francese. Annullando l’iniquo verdetto del vescovo francese. Ciò costituì una premessa essenziale ber giungere alla sua definitiva glorificazione terrena.
Nel 1910 San Pio X beatificò Giovanna d’Arco ed infine nel 1920 Benedetto XV la proclamò “santa”.
Il suo culto fu particolarmente incentivato in Francia durante i momenti di particolare crisi in campo militare, sino ad essere proclamata patrona della nazione. Anche in Inghilterra la sua figura è stata rivalutata ed una sua statua è stata posta nella cattedrale di Winchester, dinnanzi alla tomba del Cardinal Beaufort; proprio colui che ebbe un ruolo decisivo nell’iniquo processo contro Giovanna.
Non manca chi ha voluto considerare questa intraprendente ragazza vissuta nel Basso Medioevo quale “prima protestante”, oppure in tempi più recenti una sorta di anticipatrice del femminismo. In realtà, Giovanna d’Arco non è altro che una semplice ragazza di campagna, che seppe adempiere fedelmente la vocazione ricevuta tramite le rivelazioni attribuite a San Michele Arcangelo, Santa Margherita di Antiochia e Santa Caterina d’Alessandria.
Seppur possa sembrare una vicenda incredibile, è impressionante la mole di documenti raccolti dalla Santa Sede grazie alla quale si rendette postuma giustizia alla giovane innocente vittima. La cosa più deprecabile sta nella presenza di ecclesiastici fra i colpevoli di questo errore giudiziario che nel XV secolo fu responsabile della sua morte.
In tempi recenti vasta è stata la produzione letteraria e cinematografica sulla vita di Santa Giovanna d’Arco. Solo nel 1996, nella soffitta di una casa colonica francese, è stata rinvenuta quella che verosimilmente pare essere stata l’armatura di Giovanna, con tanto di segni coincidenti con le ferite che la santa riportò in battaglia.
Giovanna d’Arco è stata dichiarata anche patrona della telegrafia e della radiofonia. È venerata anche come protettrice dei martiri e dei perseguitati religiosi, delle forze armate e di polizia. (Fonte santiebeati.it – Autore: Fabio Arduino)
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