Oggi la Chiesa ricorda San Ludovico da Casoria
Oggi ricordiamo il Beato Ludovico (Arcangelo) Palmentieri da Casoria, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori. Spinto da ardore di carità verso i poveri di Cristo, istituì le due Congregazioni dei Fratelli della Carità e delle Suore Francescane di Santa Elisabetta.
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La vita
Ludovico da Casoria, al secolo Arcangelo Palmentieri nasce a Casoria, (vicino Napoli), l’11 marzo 1814. Era il terzogenito di una famiglia di artigiani.
A 18 anni, dopo aver fatto l’apprendista falegname, è accolto tra i Frati Minori nel noviziato presso il Convento San Giovanni del Palco di Taurano, in provincia di Avellino. Proseguì poi gli studi negli istituti di Sant’Antonio ad Afragola, di Sant’Angelo a Nola e di San Pietro ad Aram a Napoli.
Viene ordinato sacerdote il 4 giugno 1837 ed iniziò la sua attività di insegnante di filosofia e matematica presso vari istituti dell’Ordine francescano.
In quello stesso anno successe l’episodio che gli cambiò la vita: mentre era in adorazione dinanzi a Gesù Sacramento nella chiesa napoletana di San Giuseppe dei Ruffi, cadde a terra avvertendo che era giunto il momento di cambiare vita dedicandosi ad un’attività caritatevole che contraddistinse il resto dei suoi giorni.
Uomo di carità
La sua carità si estese presto ai piccoli che vagavano per le strade di Napoli, ai giovanissimi africani condotti in Occidente come schiavi, ai ciechi e ai sordomuti. Per dare continuità alle sue opere, fondò nel 1859 i Terziari Francescani della Carità, detti Frati Bigi (ora non più esistenti) e, cinque anni dopo, le Suore Francescane Elisabettine dette Bigie.
A Napoli, in località Scudillo, fondò l’Istituto La Palma, infermeria-farmacia per i frati della Provincia Francescana e per i sacerdoti poveri del Terz’Ordine, tutt’oggi l’Istituto è attivo come luogo di studio e di giochi per i bambini e i preadolescenti meno abbienti del Rione Sanità.
Inoltre, fonda ad Assisi nel 1871 l’Istituto Serafico, dove, Padre Lodovico da Casoria si fece carico di accogliere ragazzi sordi e ciechi, da lui definiti “creature infelici e abbandonate”, nella convinzione che anch’essi potessero avere un futuro, e ancora oggi l’Istituto Serafico porta avanti la sua opera.
Particolare aiuto alle sue opere fu dato dalla Santa Caterina Volpicelli, donna carismatica e devota al Sacro Cuore di Gesù che intrattenne rapporti anche con San Daniele Comboni , Sant’Annibale Maria Di Francia, Santa Giulia Salzano, la Santa Maria Cristina Brando (figlia spirituale dello stesso Ludovico), il Beato Pio IX, il Beato Antonio Rosmini e il Beato Bartolo Longo.
Il Vaticano gli affidò la missione di Scellal, in Sudan, che però durò poco.
Prima di morire affidò la sua opera di educazione dei bambini di colore ai Frati Bigi.
La morte e il culto
Muore a Napoli il 30 marzo 1885, a 71 anni. Fu beatificato da papa Giovanni Paolo II nel 1993 e proclamato santo da Papa Francesco il 23 novembre 2014.
I suoi resti riposano nella Chiesa dell’Ospizio marino di Posillipo, dove aveva fatto erigere un monumento che raffigurava Francesco d’Assisi nell’atto di abbracciare Giotto, Dante e Cristoforo Colombo, Terziari Francescani.
Redazione Papaboys
Fonte santiebeati.it/it.wikipedia.org