Marciano, o Marziano, è stato un vescovo e martire, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Secondo la tradizione Marciano fu il primo vescovo di Siracusa; discepolo dell’apostolo Pietro.
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Le più antiche fonti che parlano di San Marciano risalgono al VII secolo e quindi risentono della mancanza di certezze storiche, perché si rifanno a tradizioni locali.
Marciano è stato discepolo di San Pietro apostolo , in Antiochia, quindi è vissuto nel I secolo. Fu inviato da Pietro in Sicilia a predicare il Vangelo; qui si fermò a Siracusa dove operò molte conversioni, accompagnate da miracoli.
L’improvvisa diffusione della religione cristiana allarmò il senato e i giudei, i quali quest’ultimi preoccupati che molti ebrei si erano convertiti alla nuova religione fecero uccidere il vescovo nel 68 facendolo legare ad una colonna e lapidare.
Altre notizie che contrastano con le precedenti riferiscono che Marciano muore martire durante l’impero di Gallieno e Valeriano (253-260), all’età di oltre duecento anni.
È ritenuto il primo vescovo di Siracusa, le successive narrazioni, non aggiungono niente di nuovo a quanto detto. Anzi si contraddicono perché pongono la sua morte nel III secolo, se non più tardi. Lo presentano arbitrariamente anche come un ottimo religioso e superiore di un monastero.
La sua più antica raffigurazione è del secolo VIII-IX quindi del periodo bizantino e si trova nelle catacombe di Santa Lucia.
A Gaeta, certamente per mare, sono giunte alcune reliquie di San Marciano di Siracusa, che sono nella cripta o Soccorpo della cattedrale, insieme a quelle di altri sei santi.
È venerato come compatrono di Gaeta insieme a Sant’Erasmo e celebrati in questa città e diocesi il 2 giugno. (Fonte santiebeati.it – Autore: Antonio Borrelli)
O Santi Erasmo e Marciano,
vi veneriamo come Martiri di Cristo
ci gloriamo della vostra presenza tra noi,
e vi ringraziamo per il dono del Vangelo,
che avete predicato nelle nostre terre.
Voi che siete nostri padri nella fede cristiana
aiutateci a vivere in pienezza la parola di Gesù
e a testimoniarla sempre con la vita per meritare ora le grazie che chiediamo
e un giorno il Paradiso beato. Amen.
(† Mons. Fabio Bernardo D’Onorio)
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