Testimonium

Il Santo di oggi 4 Aprile 2019 San Francesco Marto, Veggente di Fatima

Francisco de Jesus Marto è noto per essere stato uno dei tre “pastorelli” che avrebbero assistito alle apparizioni di Fatima. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.

La vita

Francesco (in portoghese, Francisco) Marto nacque ad Aljustrel, frazione di Fatima, l’11 giugno 1908 e fu battezzato il 20 giugno seguente. Era il penultimo degli undici figli di Emanuele Pietro Marto e Olimpia de Jesus. Con la sorellina Giacinta e la cugina Lucia (figlia di un fratello della loro madre) fu il terzo protagonista delle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917.

Messaggero di preghiera e penitenza

Lucia, nelle sue Memorie, descrisse Francesco come un bambino vivace, ma non capriccioso, dotato di un carattere pacifico. Nei giochi, se sorgeva qualche discussione, lui cedeva senza resistere. Era di poche parole e anche per fare la sua preghiera e offrire sacrifici gli piaceva nascondersi perfino dalla sorella e da Lucia.
Quando andava a scuola, arrivando a Fatima, gli piaceva restare in chiesa «vicino a Gesù», come egli diceva: «Per me non vale la pena di imparare a leggere, fra poco vado in Cielo. Quando torni da scuola vieni a chiamarmi».

L’altra pietra miliare del suo apostolato fu la preghiera

: sentì che la sua missione era di pregare incessantemente secondo le intenzioni della Madonna. Nutrì una speciale devozione all’Eucaristia e trascorreva molto tempo in chiesa ad adorare il Santissimo Sacramento, che chiamava «Gesù nascosto».

Ogni giorno recitava i quindici misteri del Santo Rosario e spesso ne aggiungeva altri per soddisfare i desideri della Vergine. Pregava per consolare Dio, per onorare la Madre del Signore, per suffragare le anime del Purgatorio, per sostenere il Sommo Pontefice nella sua missione di pastore universale; pregava per le necessità del mondo sconvolto dall’odio e dal peccato.

Francesco Marto non fu solo l’ambasciatore di un invito alla preghiera e penitenza, ma con tutte le forze si sforzò di incarnare nella sua vita tale messaggio, che proclamò al mondo più con le opere che con le parole. Non perdeva nessuna occasione per unirsi alla Passione di Cristo e così cooperare alla salvezza delle anime, alla pace nel mondo e alla crescita della Chiesa.

La malattia di Francesco e Giacinta

Alla fine del 1918 Francesco e Giacinta furono irrimediabilmente colpiti dall’epidemia di broncopolmonite, la terribile “spagnola”

, che seminò tanti morti in tutta Europa. La malattia lo rendeva così debole da non aver più la forza di recitare il Rosario.

Il bambino sapeva perfettamente che sarebbe morto presto. Tale certezza gli veniva da quanto la Madonna aveva detto nell’apparizione del 13 giugno 1917: «Vorrei chiedervi di portarci in cielo», domandò Lucia alla Vergine, a nome suo e dei cugini (Giacinta non le parlava, pur sentendo la sua voce, mentre Francesco non l’udiva per nulla). «Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto», fu la risposta, «ma tu devi restare qui ancora un po’ di tempo».

Durante la malattia Francesco si mostrò sempre allegro e contento. Quando Lucia gli domandava se soffriva molto, egli così rispondeva: «Abbastanza, ma non fa niente, soffro per consolare il Signore, e poi tra poco vado in cielo!».
Nel febbraio 1919 le sue condizioni peggiorarono visibilmente e fu deciso di farlo rimanere a letto, assistito quasi sempre da Giacinta. Un giorno i due bambini mandarono a chiamare Lucia che, appena entrò da loro, disse: «La Madonna è venuta a trovarci e dice che presto tornerà a prendere Francesco per condurlo in Cielo».

La morte di Francesco

Il 2 aprile lo stato di salute di Francesco era così aggravato che fu chiamato il parroco per confessarlo. Egli temeva di morire senza poter ricevere la prima Comunione e questo pensiero gli causava una grande pena. Ma il parroco lo accontentò amministrandogli per la prima volta l’Eucaristia la sera stessa.
L’indomani Francesco confidò alla sorellina Giacinta: «Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore». E insieme si misero a recitare il santo Rosario. A notte salutò Lucia, dandosi un arrivederci in Cielo. Poi disse alla madre: «Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!… Adesso non la vedo più…».
Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico e, senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente; erano le 10 di sera. Ancora non aveva 11 anni. Fu sepolto nel cimitero parrocchiale.

La fama di santità dei due pastorelli

La fama di santità, già goduta in vita da Francesco e da sua sorella, si consolidò e si accrebbe dopo la loro morte; molti fedeli e devoti, dopo averli invocati, dichiaravano di essere stati esauditi.

I resti mortali di Francesco rimasero sepolti nel cimitero parrocchiale fino al 13 marzo del 1952, quando furono traslati nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, nella cappella nel lato destro dell’altare maggiore.

Nel lato opposto erano già state collocate, il 1° maggio 1951, le spoglie di Giacinta, accanto alle quali, il 19 febbraio 2006, furono deposte quelle di Lucia dos Santos, in religione suor Maria Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria.

La canonizzazione

Il 13 maggio 1989 (72° anniversario della prima apparizione di Fatima) san Giovanni Paolo II proclamò l’eroicità delle virtù di Francesco e Giacinta e successivamente approvò e promulgò l’autenticità di un miracolo attribuito alla loro intercessione.
Lo stesso Pontefice li ha proclamati Beati il 13 maggio 2000 proprio a Fatima, luogo delle apparizioni, fissando la memoria liturgica di entrambi al 20 febbraio, giorno della nascita al Cielo di Giacinta.

Il 23 marzo 2017 papa Francesco ha approvato un ulteriore miracolo ottenuto per intercessione dei due Beati pastorelli di Fatima, aprendo la via alla loro canonizzazione, fissata al 13 maggio 2017, nel corso del suo viaggio apostolico per il primo centenario delle apparizioni.

Autore: Emilia Flocchini

Fonte www.santiebeati.it

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