LEGGI: Conosci la storia della Madonna di Fatima? Scoprila qui
Francesco (in portoghese, Francisco) Marto nasce ad Aljustrel, frazione di Fatima, l’11 giugno 1908 e fu battezzato il 20 giugno seguente. Era il penultimo degli undici figli di Emanuele Pietro Marto e Olimpia de Jesus. Con la sorellina Giacinta e la cugina Lucia (figlia di un fratello della loro madre) fu il terzo protagonista delle apparizioni della Vergine Maria a Fatima, nel 1917.
Lucia, nelle sue Memorie, descrisse Francesco come un bambino vivace, ma non capriccioso, dotato di un carattere pacifico. Nei giochi, se sorgeva qualche discussione, lui cedeva senza resistere. Era di poche parole e anche per fare la sua preghiera e offrire sacrifici gli piaceva nascondersi perfino dalla sorella e da Lucia.
Quando andava a scuola, arrivando a Fatima, gli piaceva restare in chiesa «vicino a Gesù»; diceva: «Per me non vale la pena di imparare a leggere, fra poco vado in Cielo. Quando torni da scuola vieni a chiamarmi».
L’altra pietra miliare del suo apostolato fu la preghiera: sentì che la sua missione era di pregare incessantemente secondo le intenzioni della Madonna. Nutrì una speciale devozione all’Eucaristia e trascorreva molto tempo in chiesa ad adorare il Santissimo Sacramento, che chiamava «Gesù nascosto».
Ogni giorno recitava i quindici misteri del Santo Rosario e spesso ne aggiungeva altri per soddisfare i desideri della Vergine. Pregava per consolare Dio, per onorare la Madre del Signore, per suffragare le anime del Purgatorio, per sostenere il Sommo Pontefice nella sua missione di pastore universale; pregava per le necessità del mondo sconvolto dall’odio e dal peccato.
Francesco Marto non fu solo l’ambasciatore di un invito alla preghiera e penitenza, ma con tutte le forze si sforzò di incarnare nella sua vita tale messaggio, che proclamò al mondo più con le opere che con le parole. Non perdeva nessuna occasione per unirsi alla Passione di Cristo e così cooperare alla salvezza delle anime, alla pace nel mondo e alla crescita della Chiesa.
Alla fine del 1918 Francesco e Giacinta furono irrimediabilmente colpiti dall’epidemia di broncopolmonite, la terribile “spagnola”, che seminò tanti morti in tutta Europa. La malattia lo rendeva così debole da non aver più la forza di recitare il Rosario.
Il bambino sapeva perfettamente che sarebbe morto presto.
Tale certezza gli veniva da quanto la Madonna aveva detto nell’apparizione del 13 giugno 1917. «Vorrei chiedervi di portarci in cielo», domandò Lucia alla Vergine, a nome suo e dei cugini (Giacinta non le parlava, pur sentendo la sua voce, mentre Francesco non l’udiva per nulla). «Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto », fu la risposta, «ma tu devi restare qui ancora un po’ di tempo».
Durante la malattia Francesco si mostrò sempre allegro e contento. Quando Lucia gli domandava se soffriva molto, egli così rispondeva: «Abbastanza, ma non fa niente, soffro per consolare il Signore, e poi tra poco vado in cielo!».
Nel febbraio 1919 le sue condizioni peggiorarono visibilmente e fu deciso di farlo rimanere a letto, assistito quasi sempre da Giacinta. Un giorno i due bambini mandarono a chiamare Lucia che, appena entrò da loro, disse: «La Madonna è venuta a trovarci e dice che presto tornerà a prendere Francesco per condurlo in Cielo».
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Il 2 aprile lo stato di salute di Francesco era così aggravato che fu chiamato il parroco per confessarlo. Egli temeva di morire senza poter ricevere la prima Comunione e questo pensiero gli causava una grande pena. Ma il parroco lo accontentò amministrandogli per la prima volta l’Eucaristia la sera stessa.
L’indomani Francesco confidò alla sorellina Giacinta: «Oggi sono più felice di te, perché ho Gesù nel mio cuore». E insieme si misero a recitare il santo Rosario. A notte salutò Lucia, dandosi un arrivederci in Cielo. Poi disse alla madre: «Guarda, mamma, che bella luce là, vicino alla porta!… Adesso non la vedo più…».
Il suo volto si illuminò di un sorriso angelico e, senza agonia, senza contrazione, senza un gemito, spirò dolcemente; erano le 10 di sera. Ancora non aveva 11 anni. Fu sepolto nel cimitero parrocchiale.
La fama di santità, già goduta in vita da Francesco e da sua sorella, si consolidò e si accrebbe dopo la loro morte; molti fedeli e devoti, dopo averli invocati, dichiaravano di essere stati esauditi.
I resti mortali di Francesco rimasero sepolti nel cimitero parrocchiale fino al 13 marzo del 1952, quando furono traslati nella Basilica di Nostra Signora del Rosario di Fatima, nella cappella nel lato destro dell’altare maggiore.
Nel lato opposto erano già state collocate, il 1 maggio 1951, le spoglie di Giacinta (morta il 20 Febbraio 1920), accanto alle quali, il 19 febbraio 2006, furono deposte quelle di Lucia (morta il 13 febbraio 2005).
Giovanni Paolo II ha proclamato beati Francesco e Giacinta il 13 maggio 2000 proprio a Fatima, luogo delle apparizioni, fissando la memoria liturgica di entrambi al 20 febbraio, giorno della nascita al Cielo di Giacinta.
È stato proclamato Santo il giorno 13 maggio 2017, con sua sorella Lucia, da papa Francesco durante la sua visita a Fátima, nella ricorrenza del centenario dell’apparizione della Santa Vergine Maria
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