Giuseppe da Leonessa, al secolo Eufranio Desideri, fu un religioso italiano appartenuto all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. È stato proclamato santo nel 1746.
Eufranio Desideri nasce l’8 Gennaio 1556 a Leonessa (Rieti); la sua famiglia era nobile e importante, ma sfortunata: i genitori infatti, Giovanni Desideri e Francesca Paolini, muoiono quando lui è ancora piccolo. Studia sotto la guida dello zio paterno, Battista, a Viterbo.
Si ammala e ritorna a Leonessa. Qui viene in contatto con i frati cappuccini e decide di prendere il saio.
Entra sedicenne nel convento di Assisi, fa il noviziato e a 17 anni già pronuncia i voti e prende il nome di fra Giuseppe. Prosegue negli studi teologici fino al sacerdozio (1580) e fa’ le sue prime esperienze di predicatore nelle campagne dell’Italia centrale.
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Il suo sogno, però, è la missione che si realizza per lui a 31 anni, quando il suo Ordine lo manda con altri a Costantinopoli.
Qui assiste i cristiani fatti prigionieri sotto il potere turco; per aver svolto opera di evangelizzazione tra in quei territori (cercò anche di convertire il sultano Murad III) fu arrestato e torturato.
Infine, espulso, torna in Italia a fare il predicatore itinerante, accompagnato da qualche confratello; e sempre a piedi, nello stile cappuccino.
Si impone ritmi quasi incredibili, che sfiancano i suoi compagni di missione: anche sei-sette prediche in un giorno; e pochissimo riposo, perché è importantissimo anche il colloquio con la persona singola, la famiglia singola. O con chi è condannato a morte e lo vuole accanto a sé nel carcere, per le ultime ore di vita.
Per i malati, si sforza di far sorgere piccoli ospedali e ricoveri; a volte ci lavora anche con le braccia. E combatte l’usura che dissangua le famiglie, facendo nascere Monti di Pietà e Monti frumentari, per il piccolo credito a tasso sopportabile.
Così, per i paesi e le cittadine che attraversa e scuote, questo cappuccino diventa un portavoce, una bandiera.
Muore il 4 febbraio 1612 tra i cappuccini di Amatrice, aveva 56 anni. Fra Giuseppe viene sepolto lì, nella chiesa conventuale. Nasceranno confraternite intitolate al suo nome dopo la sua morte.
Nel 1639 il corpo è poi trasportato a Leonessa, dove tuttora si trova, nel santuario a lui dedicato. Papa Benedetto XIV lo proclama santo nel 1746.
Ai fini della canonizzazione la Chiesa cattolica ritiene necessario un secondo miracolo, dopo quello richiesto per la beatificazione: nel caso del beato Giuseppe da Leonessa, ha ritenuto miracolosi due casi, uno dei quali, avvenuto nel 1739, riguarda Giuseppe Dionisi.
Nel luglio del 1737, a Leonessa, la signora Clara Cricchi Dionisi diede alla luce il quarto figlio, cui fu dato il nome Giuseppe. Fu subito chiaro però che il bambino, nella metà inferiore del corpo, non aveva ossa: il fatto fu appurato dal chirurgo Ercolano Ercolani e, sette mesi dopo, dal figlio di questi, Giacinto, pure chirurgo, che “torse le membra, le attorcigliò, le piegò e le appallottolò come un fazzoletto”, riconoscendo l’inesistenza di un qualunque rimedio medico.
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La madre cominciò allora a pregare il beato Giuseppe senza però ottenere risultati, finché la Domenica di Pasqua del 1739, spinta dalla disperazione, lasciò il bambino sull’altare della chiesa di Leonessa, dove era custodito il corpo del beato. Richiamata dal pianto del piccolo e tornata sui suoi passi, si accorse che il figlio “poggiava i piedi sui gradini dell’altare e si teneva eretto da solo”.
L’improvvisa guarigione fu constatata anche dal citato dottor Giacinto Ercolani che, insieme ad altri testimoni, depose al processo di canonizzazione, tenutosi nel 1743, attestando che il bambino presentava, dopo la guarigione, una struttura ossea normale, prima del tutto inesistente nella parte inferiore del corpo
Signore, ti ringraziamo per il dono fatto alla Chiesa della santità di Giuseppe da Leonessa.
In lui hai suscitato tutte le virtù proprie del cristiano: l’amore ardente a te, la carità eroica verso i fratelli, la purezza angelica, l’apostolato instancabile, la ricerca della pace.
Tu ce lo hai donato perché potessimo imitarlo e lo hai favorito di grazie perché potessimo trovare aiuto: è quello che ti chiediamo.
O Signore, oggi più che mai abbiamo bisogno di amore, di preghiera, di penitenza, di pace; abbiamo bisogno di conforto nel dolore, di aiuto nelle necessità.
Concedi a noi tuoi figli quello che tu stesso desideri: te lo chiediamo confidando nei meriti e nella intercessione di San Giuseppe da Leonessa. Amen.
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