Teresa Manganiello nasce a Montefusco (provincia di Avellino) il 1 Gennaio 1849. Era l’undicesima dei dodici figli (due dei quali morti bambini nell’anno della sua nascita) di Romualdo Manganiello, contadino, e di Maria Rosaria Lepore, casalinga.
Fu battezzata il giorno dopo la nascita nella chiesa palatina di San Giovanni del Vaglio e, nel luglio 1850, ricevette la Cresima. Alcuni anni dopo fece la Prima Comunione nella chiesa di Sant’Egidio, annessa all’omonimo convento dei Cappuccini a Montefusco. Come tanti bambini delle campagne del Sud di quell’epoca, non frequentò nessuna scuola e crebbe sempre all’ombra della casa colonica posta nella campagna sottostante il paese. Ancora adolescente manifestò il desiderio di consacrare la sua vita al Signore: a dodici anni fece voto di verginità.
Quando Teresa aveva circa 18 anni, nel convento di Sant’Egidio arrivò padre Lodovico da Pietradefusi (al secolo Antonio Acernese), il quale istituì a Montefusco il Terz’Ordine Francescano, per il risveglio della vita cristiana nel paese e nelle contrade vicine. La ragazza fu attratta fortemente dall’ideale francescano e corse subito ad iscriversi. Il 15 maggio 1870 divenne la prima terziaria di Montefusco.
Padre Lodovico, che fu da lei scelto come confessore e direttore spirituale, seppe cogliere in lei tutti gli aspetti più speciali della sua anima e la nominò, per il suo modo d’incarnare lo stile francescano, prima consigliera e poi maestra delle novizie.
L’anno seguente, il 15 maggio 1871, Teresa emise i tre voti religiosi, prendendo il nome di sorella Maria Luisa. Da allora indossò sempre l’abito di Terziaria francescana e ottenne la licenza di portarlo pubblicamente dal Beato papa Pio IX. Questo avvenne in occasione di un viaggio a Roma, compiuto su proposta del suo direttore spirituale.
La famiglia non appoggia mai il suo desiderio di farsi suora, per non privarsi del suo prezioso aiuto. Una sua sorella minore, tra l’altro, aveva già scelto la vita religiosa tra le Elisabettine Bigie di san Ludovico da Casoria. Perciò Teresa, pur vivendo in casa, conduceva uno stile di vita quasi monastico, tanto che in paese era comunemente chiamata “monachella santa”.
Sempre presente alla Messa quotidiana nella chiesa di Sant’Egidio, unì alla preghiera incessante le aspre mortificazioni corporali per la riparazione degli scandali. Nonostante ciò aveva sempre e dovunque un incantevole sorriso che attraeva tutti. Sebbene analfabeta, rispondeva con saggezza anche a persone di cultura: per questo era detta “l’analfabeta sapiente”.
Padre Lodovico, dal canto suo, dopo aver constatato il persistere in Teresa dell’ideale religioso e parlandone con altre terziarie che lo condividevano, progettò la fondazione di una nuova congregazione religiosa per loro.
Per avere un’approvazione speciale, la inviò nel 1873 dal papa Pio IX, in compagnia di una famiglia nobile di Benevento, a prospettargli la loro intenzione. Il beato pontefice la benedisse e la incoraggiò ad andare avanti nel progetto di fondazione.
Tuttavia, proprio mentre il padre cappuccino pensava di mettere la giovane terziaria a capo della nuova famiglia religiosa e aveva iniziato a scrivere per essa la “Piccola Regola”, la salute di lei cominciò a declinare.
Il 14 febbraio 1874, mentre pregava nella chiesa di Sant’Egidio, ebbe la prima emottisi. Andò avanti fra alti e bassi della malattia finché, nell’estate del 1876, si mise definitivamente a letto: la tubercolosi era infatti accompagnata da una forma grave di artrite. Ad ognuno dei tantissimi sacerdoti e fedeli che si recavano a visitarla, dava ad ognuno il suo meraviglioso sorriso, tutta abbandonata al Signore e alla Madonna, mentre pregava fervorosamente.
Il 4 ottobre 1876 ricevette l’Unzione degli infermi. Morì un mese dopo, il 4 novembre, a 27 anni, e fu sepolta nel cimitero di Montefusco.
Cinque anni dopo la sua morte, padre Lodovico Acernese (per il quale è in corso la causa di beatificazione) portò a termine il progetto di fondazione, dopo aver terminato la stesura della “Piccola Regola” e ottenuto i permessi necessari. L’8 dicembre 1881 si svolse quindi la prima vestizione religiosa delle Suore Francescane Immacolatine. Da sempre considerano Teresa Manganiello loro “Pietra angolare” e “Madre spirituale”.
Attualmente svolgono il loro servizio nell’istruzione e nell’educazione della gioventù, nella catechesi e nelle opere parrocchiali, in varie opere assistenziali, nell’apostolato missionario e nell’animazione di missioni al popolo.
In Italia sono presenti nelle regioni Campania (dove ha sede la Casa madre, a Pietradefusi), Lazio, Umbria, Molise e Puglia. Quanto alle case all’estero, sono in Brasile, nelle Filippine, in India, in Australia e nell’Indonesia.
A 100 anni dal transito di Teresa, nel 1976, le Suore Francescane Immacolatine, riconoscendo il suo ruolo fondamentale nelle origini della congregazione, iniziarono le ricerche storiche per procedere all’avvio della sua causa di beatificazione. Il processo informativo diocesano, ottenuto il nulla osta dalla Santa Sede il 23 aprile 1991, è quindi aperto nella diocesi di Benevento il 9 giugno 1991 ed è stato concluso il 28 settembre 1991; gli atti furono approvati dalla Santa Sede il 12 dicembre 1992.
La “Positio super virtutibus” è stata consegnata alla Segreteria della Congregazione delle Cause dei Santi l’8 aprile 1999. I Consultori storici l’hanno esaminata il 4 marzo 2000, ma solo dopo sette anni, il 26 ottobre 2007, hanno dato unanime parere positivo anche i Consultori teologi.
I Cardinali e Vescovi membri della Congregazione delle Cause dei Santi si sono riuniti una prima volta il 4 marzo 2008, ma alcuni di essi hanno richiesto un supplemento di approfondimento sull’esercizio di alcune virtù. Il 2 giugno 2009, dopo che la Postulazione della causa ha prodotto i chiarimenti richiesti, l’eroicità della vita e delle virtù della Serva di Dio è stata riconosciuta a pieni voti.
Il 3 luglio 2009, infine, papa Benedetto XVI ha concesso l’emanazione del decreto col quale a Teresa Manganiello veniva riconosciuto il titolo di Venerabile.
Come presunto miracolo da esaminare per la beatificazione è stato preso in esame il caso di Ermanno D’Alfonso. Uomo di 55 anni, coniugato e padre di famiglia. Colpito improvvisamente, nella mattina del 13 ottobre 2001, da un infarto miocardico acuto mentre svolgeva il suo lavoro di postino. Per i successivi 45 giorni ricoverato in vari reparti dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma, mentre si pregava chiedendo l’intercessione della Venerabile Teresa Manganiello. Il 15 novembre 2001, dimesso in condizioni normali e in seguito, ha goduto costantemente di piena e perfetta salute.
L’inchiesta diocesana sull’asserito miracolo si è quindi svolta presso il Tribunale del Vicariato di Roma dal 29 aprile al 28 novembre 2002, convalidata il 22 maggio 2003. La Consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi si è riunita il 4 giugno 2009 e ha riconosciuto all’unanimità l’inspiegabilità scientifica del fatto. I Consultori teologi, il 22 settembre 2009, sia i cardinali e vescovi della Congregazione, il 16 novembre 2009: hanno riconosciuto all’unanimità che la guarigione stessa era da attribuirsi all’intercessione della Venerabile.
Quasi un mese dopo, il 19 dicembre 2009, papa Benedetto XVI autorizza la promulgazione del decreto con cui il miracolo è ufficialmente riconosciuto.
La beatificazione di Teresa Manganiello è stata celebrata a Benevento, in piazza Risorgimento, il 22 maggio 2010. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da monsignor (poi cardinale) Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in qualità di delegato del Santo Padre.
La memoria liturgica della Beata Teresa Manganiello, per le Suore Francescane Immacolatine e per la diocesi di Benevento, al 15 maggio di ogni anno. Nell’anniversario della sua iscrizione al Terz’Ordine Francescano.
I suoi resti mortali, trasferiti nell’ossario comune del cimitero di Montefusco, non sono mai individuati con precisione nonostante le ripetute ricerche.
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Fonte santiebeati.it – Autore: Antonio Borrelli ed Emilia Flochini
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