Etimologia: Pietro = pietra, sasso squadrato, dal latino
Emblema: Pugnale, Ferita al capo, Palma
LEGGI: Lettura e commento al Vangelo di oggi
Pietro nasce a Verona intorno al 1205 in una famiglia eretica; ma già ragazzino si oppose ai suoi parenti e alla loro dottrine. Compie gli studi all’Università di Bologna dove poi entrò nell’Ordine Domenicano, quando San Domenico era ancora in vita.
Notizie storiche lo citano come grande partecipe nella fondazione delle Società della Fede e delle Confraternite Mariane a Milano, Firenze ed a Perugia. Queste istituzioni a difesa della dottrina cristiana sorsero poi presso molti conventi domenicani, fra il 1232 e 1234.
Dal 1236 lo si incontra in tutte le città centro-settentrionali d’Italia come grande predicatore contro l’eresia dualistica (1).
Milano fu il campo principale del suo apostolato, le sue prediche e le sue pubbliche dispute con gli eretici, erano accompagnate da miracoli e profezie così molti ritornavano alla vera fede del Vangelo.
Il papa Innocenzo IV nel 1251 lo nominò inquisitore per le città di Milano e Como; la lotta fu dura perché l’eresia era molto diffusa e nella domenica delle Palme 24 marzo 1252 durante una predica egli predisse la sua morte per mano degli eretici che tramavano contro di lui, assicurando i fedeli che li avrebbe combattuto più da morto che da vivo.
I capi delle sette delle città di Milano, Bergamo, Lodi e Pavia assunsero come esecutori, i killer di allora, Pietro da Balsamo detto Carino e Albertino Porro di Lentate.
Essi prepararono un agguato vicino a Meda dove Pietro, Domenico e altri due domenicani, nel loro tragitto da Como a Milano il 6 aprile 1252 si erano fermati a colazione prima di proseguire per la loro strada.
Albertino ricredendosi abbandonò l’opera di omicidio e fu il solo Carino che, con un “falcastro” (tipo di falce), spaccò la testa di Pietro, immergendogli anche un lungo coltello nel petto. L’altro confratello Domenico fu colpito, ebbe parecchie ferite mortali che lo portarono alla morte sei giorni dopo nel convento delle Benedettine di Meda.
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Il corpo di Pietro fu trasportato subito a Milano e venne sepolto nel cimitero dei Martiri, vicino al convento di san Eustorgio. In quello stesso giorno si diffondevano notizie di suoi miracoli. Tra le grazie, bisogna annoverare la conversione del vescovo eretico Daniele da Giussano che aveva macchinato la sua morte e dello stesso assassino Carino che entrarono poi nell’Ordine Domenicano.
Il grande clamore suscitato dall’uccisione ed i tanti prodigi che avvenivano fecero si che da tutte le parti si chiedesse un’innalzamento agli altari del martire. Undici mesi dopo, il papa Innocenzo IV il 9 marzo 1253, nella piazza della chiesa domenicana di Perugia, lo canonizzò fissando la data della festa al 29 aprile.
Il suo culto ebbe grande espansione, i domenicani eressero chiese e cappelle a lui dedicate in tutto il mondo.
Viene raffigurato con la tonaca domenicana, con la palma del martirio, con la ferita sanguinante dalla fronte al capo. Oppure con una roncola che penetra nel cranio, con il pugnale infitto al petto o ai fianchi, secondo l’estro dell’artista.
È uno dei santi più raffigurati; quasi tutti gli artisti si cimentarono a dipingerlo dal 1253 in poi, visto la grande diffusione che aveva l’Ordine Domenicano sia in chiese, che conventi, congregazioni, ecc
La sua data di culto è il 6 aprile, mentre l’Ordine Domenicano lo ricorda il 4 giugno.
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