San Bruno di Colonia, conosciuto anche come Brunone, fu un monaco tedesco, fondatore dell’Ordine certosino.
San Bruno nasce da una nobile famiglia verso l’anno 1030 nella città di Colonia.
Frequenta la scuola presso la chiesa di San Cuniberto, facendo rapidi progressi nella scienza e nella pietà e più tardi il vescovo della città, lo elegge canonico della sua chiesa.
Terminò poi gli studi a Reims (Francia), dove ebbe fama di ottimo poeta, eccellentissimo filosofo e teologo.
Divenuto maestro alla scuola della Cattedrale di Reims, da lui diretta, ebbe fra i suoi allievi, il monaco benedettino Ottone di Châtillon, che nel 1088 diverrà papa con il nome di Urbano II.
Il teologo tedesco fondò una nuova comunità monastica nella zona del delfinato francese, nel massiccio della Chartreuse (da cui, appunto, Certosa), probabilmente spinto da una vocazione nata in un periodo difficile della sua vita.
Bruno, infatti, nominato cancelliere dell’Arcidiocesi di Reims nel 1075, fu costretto ad abbandonare la sua terra e la scuola a causa di forti dissidi con il vescovo Manasse di Gournay (1067 – 1082), che accusato di simonia, ovvero di compravendita di cariche ecclesiastiche (tra gli accusatori c’era anche Bruno), fu deposto nel 1080 e scomunicato da papa Gregorio VII: questa vicenda lo fece riflettere e decidere di seguire la sua inclinazione verso una vita di distacco dal mondo, poiché egli era “acceso d’amor divino” e la sua chiamata monastica era legata al bisogno di condurre un’esistenza ritirata e ascetica.
Il vescovo Ugo di Grenoble che lo aiuterà donandogli un terreno, secondo la tradizione, vide in sogno sette stelle che indirizzavano sette pellegrini in un luogo solitario, nel cuore della Chartreuse, e fu proprio assieme a sei compagni che, nel 1084, Bruno eresse la casa madre: la Grande Chartreuse (Certosa), dove si dedicherà alla vita contemplativa.
Si costruiscono un ambiente per la preghiera comune, e sette baracche dove ciascuno vive pregando e lavorando: una vita da eremiti, con momenti comunitari.
Alcuni anni dopo, papa Urbano II lo scelse come consigliere privato e lo convocò a Roma, dove risiedette per alcuni anni (1089 – 1091) nel complesso monastico della Chiesa di San Ciriaco – oggi scomparsa – all’interno della struttura delle Terme di Diocleziano.
Rifiutata la nomina arcivescovile di Reggio Calabria, Bruno si stabilirà nella località detta La Torre (oggi Serra San Bruno), sulle terre del conte Ruggero d’Altavilla (1031 ca. – 1101), dove eresse nel 1094 l’Eremo di Santa Maria, mentre a poco meno di 2 km più a valle – dove sorge l’attuale certosa – fondò per i conversi (1) il Monastero di Santo Stefano.
Bruno morì nella certosa calabrese il 6 ottobre 1101.
Il culto fu approvato da Leone X, il 19 luglio 1514, e venne esteso alla Chiesa universale da Gregorio XV il 17 febbraio 1623.
È il santo patrono della Lituania e compatrono della Calabria.
1 – l frate converso in un convento o monastero indica una persona che pur vestendo un abito da frate non ha formulato i voti religiosi ed è addetto ai lavori più umili, in passato era una condizione comune, specialmente per le persone illetterate che volevano entrare in convento. Lo si usa pure al femminile: monaca conversa.
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O mio protettore San Bruno, pieno di fiducia nella tua benevola intercessione, mi affido a te.
So di essere peccatore, senza alcun merito da far valere, ma appunto questa mia povertà mi fa comprendere di essere sempre bisognoso del tuo aiuto o padre dei certosini, io mi abbandono nelle tue mani soccorritrici, sicuro della tua comprensione e accoglienza.
Ho bisogno di luce sul mio cammino per non lasciarmi stornare dalle sollecitazioni continue di questo mondo.
In mezzo alle lotte della vita tu hai saputo mantenere sempre una grande equanimità, un cuore dolce e materno, hai saputo apprezzare le bellezze della natura con animo contemplativo traboccante di riconoscenza a Dio.
Fa sì che anche noi, tuoi devoti fedeli, possiamo avere questo tuo spirito di unione con Dio, di discernimento e di distacco dal mondo. Rendici sempre più docili all’amore di Dio , così da poterci trovare poi tutti insieme nella gloria del cielo. Così sia.
Oppure:
San Bruno oggi ti eleggo
a mio speciale patrono:
sostieni in me la Speranza,
confermami nella Fede,
rendimi forte nella Virtù.
Aiutami nella lotta spirituale,
ottienimi da Dio tutte le Grazie
che mi sono più necessarie
ed i meriti per conseguire con te
la Gloria Eterna…
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