Mary Helen Mackillop a 18 anni, nel 1860, è maestrina in una piccola città dell’Australia Merrdionale, Penola: collabora col parroco padre Julian Tenison Woods e crea con lui le prime due scuole cattoliche per l’istruzione gratuita. Trova presto un gruppo di giovani pronte a farsi maestre senza paga, e con esse dà inizio insieme a padre Woods al primo nucleo delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù, dette brevemente Giuseppine.
Martirologio Romano: A Sydney in Australia, beata Maria della Croce (Maria Elena) MacKillop, vergine, che fondò la Congregazione delle Suore di San Giuseppe e del Sacro Cuore e la governò tra molteplici difficoltà e oltraggi.
Famiglia e adolescenza
Mary HelenMacKillop nacque a Fitzroy, sobborgo di Melbourne inAustralia, il 15 gennaio 1842. Era la prima degli otto figli di Alexander MacKillop e Flora McDonald, immigrati scozzesi. Ricevette la sua prima istruzione dal padre, che aveva studiato a Roma in vista del sacerdozio, ma era tornato in Scozia per motivi di salute.
Appena adolescente, per aiutare la sua modesta famiglia, Mary dovette cominciare a lavorare come commessa. Svolse il suo compito seriamente e con una maturità superiore all’età anagrafica, ma già da allorasentì la chiamata alla vita religiosa.
A Penola, incontro con padre Julian Tenison-Woods
A 18 anni, nel 1860, si trasferì a Penola, una piccola città nell’odierno Stato dell’Australia Meridionale, per fare da governante ai figli di due zii, Margaret e Alexander Cameron. Non si limitò a educare solo i cugini, ma anche i bambini poveri e abbandonati. In breve tempo entrò in contatto con padre Julian Tenison-Woods, a Penola da quattro anni come parroco, che diventò il suo padre spirituale.
Il sacerdote era particolarmente attento alla questione educativa nelle zone di campagna dell’Australia, all’epoca colonia dell’Impero Britannico. Chiese quindi a Mary, che intanto aveva trovato lavoro come insegnante a Portland, di venire a Penola con le sue sorelle Annie e Alexandrina, detta Lexie, in vista dell’apertura di una scuola cattolica.
Il fatto comportava un certo rischio, visto che il Governo coloniale dell’Australia Meridionale interruppe i finanziamenti pubblici alle scuole religiose nel 1851. Gli immigrati, specie irlandesi, scelsero in molti casi di non far frequentare la scuola ai loro figli.
Per la prima volta, a Mary veniva offerta la possibilità di donare la sua vita a Dio: il 19 marzo 1866 assunse quindi un abito nero, segno della sua nuova vita. La nuova scuola, intitolata a san Giuseppe, fu ricavata da una stalla in disuso e restaurata da John, uno dei loro fratelli.
Nascita delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore
Il 21 novembre dello stesso anno, Mary e Lexie vestirono l’abito di postulanti nell’ordine religioso a lungo sognato da padre Tenison-Woods, le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore; alla fine del 1867 vennero raggiunte da altre dieci compagne. La loro Regola venne scritta dallo stesso sacerdote e ottenne l’approvazione canonica del vescovo locale nel 1868.
L’anno precedente, nel 1867, era stata aperta una seconda scuola ad Adelaide, seguita da altre ancora in breve tempo. Nello stesso periodo anche le suore aumentavano di numero e l’attività si allargò così non solo alle scuole ma anche all’assistenza degli orfani, dei poveri, degli anziani. Il 15 agosto 1867, Mary pronunciò i voti perpetui e assunse il nome di suor Maria della Croce.
I primi contrasti
Non tardarono a presentarsi alcune difficoltà, a cominciare dai contrasti tra padre Tenison-Woods, diventato responsabile di tutte le scuole cattoliche dell’Australia del Sud, e altri confratelli. Inoltre, lo stile delle suore non era ben visto da parecchi: andavano per strada a elemosinare e si dedicavano ai bambini più poveri, non alle ragazze delle classi più elevate, come altri istituti religiosi. A questi fatti si estesero dicerie indirizzate alla stessa suor Maria, la quale doveva assumere di tanto in tanto modiche quantità di brandy: tanto bastò perché venisse accusata di alcolismo.
La scomunica
Il vescovo di Adelaide, monsignor Laurence Sheil, impose una commissione di verifica dell’operato delle suore, che andò a toccare le Costituzioni dell’Istituto. La fondatrice scrisse al vescovo per manifestargli le sue preoccupazioni: gli eventi che seguirono portarono alla sua scomunica, avvenuta il 22 settembre 1871.
Suor Maria della Croce visse quel periodo doloroso con estremo riserbo, rifiutandosi di appoggiare le campagne contro monsignor Shell, mentre le scuole delle suore venivano smantellate. Il 21 febbraio 1872, nove giorni prima di morire, monsignor Sheil ritirò il suo provvedimento e le suore Giuseppine, com’erano popolarmente chiamate, tornarono a rifiorire.
L’approvazione pontificia della congregazione
Nel 1873 madre Maria della Croce si recò a Roma per chiedere l’approvazione ufficiale. Dietro i suggerimenti ricevuti dalle autorità vaticane, rielaborò la Regola originaria compilata da padre Tenison-Woods, il quale per questo si dissociò dalla congregazione.
Due anni dopo, il 19 marzo 1875, venne eletta prima Superiora generale. Affrontò dure lotte e sacrifici, sempre in piena obbedienza alle autorità ecclesiastiche. Percorse a cavallo o in diligenza le immense distanze del continente australiano per visitare, sostenere, aiutare le sue suore dovunque si trovassero.
L’approvazione pontificia giunse il 15 luglio 1888 a opera di papa Leone XIII: la casa generalizia venne fissata a Sydney, per placare i contrasti insorti col vescovo di Brisbane. Madre Maria accettò di essere dimessa dal governo, ma soffrì molto per la morte della madre, avvenuta durante un naufragio, e per quella di padre Julian Tenison-Woods, col quale aveva tentato di riallacciare i rapporti. Venne poi rieletta Superiora generale nel 1898.
Nel 1901, mentre si trovava in Nuova Zelanda, dove si era recata altre volte, madre Maria ebbe il primo ictus che la costrinse in sedia a rotelle, pur restando indomita nello spirito e in pieno possesso delle sue facoltà mentali. Fu rieletta una terza volta, ma dovette essere coadiuvata da un’altra consorella per le funzioni amministrative.
Morì l’8 agosto 1909 nel convento di Mount Street a Sydney. I suoi funerali, celebrati l’11 agosto, ebbero una partecipazione popolare senza precedenti, anche di protestanti ed ebrei che avevano sostenuto economicamente le scuole delle suore. Molti fedeli, poi, cercavano di accostare al suo cadavere i loro rosari o altri oggetti di devozione, mentre altri portarono via il terriccio della sua fossa.
La glorificazione di madre Maria della Croce
Erano prove di una fama di santità che la Chiesa ha indagato con un lungo processo canonico, iniziato, interrotto, ripreso e portato a conclusione con la promulgazione del decreto sulle virtù eroiche, il 13 giugno 1992. Dopo il riconoscimento di un primo miracolo, col decreto promulgato il 6 luglio 1993, il Papa san Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 19 gennaio 1995 a Sydney, durante il suo viaggio apostolico in Oceania.
Nel 2008 la Beata Maria della Croce è stata annoverata tra i patroni della Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney, mentre i pellegrinaggi al suo sepolcro, nella cappella a lei dedicata presso la Casa generalizia delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, non hanno riscontrato flessioni.
Il secondo miracolo accertato riguarda la guarigione di una madre di famiglia, Kathleen Evans, da un cancro ai polmoni ed è stato riconosciuto il 19 dicembre 2009. La canonizzazione si è svolta in piazza San Pietro a Roma, durante l’Eucaristia presieduta da papa Benedetto XVI, il 17 ottobre 2010.
Le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore oggi
Attualmente le Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore di Gesù sono circa 800 e prestano servizio in Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Perù, Timor Est, Scozia e Brasile, proseguendo la missione della loro Santa fondatrice e del loro fondatore.
Autore: Emilia Flocchini
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