A Soissons in Francia, san Medardo, vescovo di Saint-Quentin, che dopo la distruzione di questa città trasferì la sua cattedra episcopale a Noyon. Profuse ogni cura nel convertire il popolo dalle superstizioni pagane alla dottrina di Cristo.
San Medardo, uno dei più illustri Vescovi della Chiesa di Francia nel secolo, nasce nel 457 (circa) a Salency in Francia. Suo padre è uno dei Franchi conquistatori della Gallia con re Clodoveo. Sua madre è di famiglia gallo-romana: appartiene alla classe nobile del popolo“conquistato”.
Dopo gli studi a Viromandensium (attuale Saint-Quentin) viene ordinato sacerdote, e diventa precocemente famoso per alcuni miracoli attribuitigli, piccoli prodigi.
Un giorno, la sua preghiera ha reso “muta” la campanella che segnalava il furto di una mucca; un’altra volta, ha placato e dirottato uno sciame di api, inferocite contro un uomo che rubava l’arnia col miele. Miracoli a favore dei ladri, insomma. Ma quei ladri stavano derubando lui: sua era la mucca, suo il miele; sua anche una vigna depredata da uno che lui ha aiutato a fuggire. Narrazioni ingenue, probabilmente leggendarie: ma sono importanti come testimonianze della fama di generosità che lo ha circondato anche da semplice prete.
Nel romanzo ottocentesco I miserabili, di Victor Hugo, troviamo la figura del vescovo Benvenuto Myriel, di Digne, che non solo perdona chi ha rubato la sua argenteria da tavola, ma gli regala ancora due candelabri preziosi. Forse Hugo, creando questo personaggio, si è ispirato ai racconti sulla generosità di Medardo.
Intorno al 545 lo troviamo vescovo dell’attuale Saint-Quentin, nel territorio sul quale regna Clotario I, uno dei quattro figli di Clodoveo, che alla morte del padre si sono spartiti il regno. Più tardi, morti i fratelli, Clotario I regnerà da solo sui Franchi.
All’epoca del vescovato risale l’episodio più importante legato alla vita di Medardo: la regina Radegonda, dopo che il marito Clotario I, re dei Franchi, ne aveva fatto uccidere il fratello, fuggì dalla Corte e domandò rifugio a Medardo chiedendo inoltre di essere consacrata. Il vescovo Medardo, senza temere la reazione del re, la accolse e la consacrò diaconessa (Radegonda fonderà poi un monastero e un ospedale a Poitiers).
Al contrario di quanto atteso, da allora il re mostrò sempre ammirazione per Medardo, tanto che alla sua morte, nel 560, lo fece seppellire nella capitale Soissons dove negli anni successivi verrà costruita l’abbazia di San Medardo. Da qui iniziò il suo culto.
Una biografia dell’XI secolo lo indica erroneamente come vescovo di Noyon.
Alcune raffigurazioni di san Medardo lo mostrano con la bocca aperta e sorridente, perché dopo la morte si cominciò a invocare la sua protezione contro il mal di denti.
Per secoli, il suo nome è stato poi associato anche alla meteorologia, secondo un detto popolare: «Se piove nel giorno di san Medardo (8 giugno), pioverà ancora per altri quaranta giorni».
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