Beato Faustino Míguez, religioso dell’Ordine dei Chierici Regolari delle Scuole Pie, che, ordinato sacerdote, si dedicò appieno all’insegnamento e, raggiunta una grande fama di maestro e di scienziato naturalista, fu tuttavia sempre solerte nell’impegno pastorale e fondò la Congregazione delle Figlie della Divina Pastora.
La vita
Manuel Míguez González nacque a Xamirás, presso Acevedo del Río, nella provincia di Orense in Spagna, il 24 marzo 1831. Era il quarto e ultimo figlio di Benito Míguez e Maria González, ferventi cristiani e instancabili lavoratori. Fu battezzato il giorno dopo la nascita e, un anno dopo, ricevette la Cresima.
Il paesaggio del suo paese natale, tra valli e montagne scoscese, gli fece maturare un carattere riservato, osservatore, amante della natura, deciso nell’affrontare e superare gli ostacoli, capace di lavorare con costanza e rettitudine.
Studiò latino e scienze umane nel convitto annesso al santuario di Nostra Signora dei Miracoli a Orense, dove si era trasferito a sedici anni, dopo aver terminato la scuola municipale. La sua vivace intelligenza, pur ottenendogli ottimi risultati a scuola, lo aprì presto a una notevole inquietudine interiore.
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La vocazione
L’incontro con un sacerdote dell’Ordine dei Chierici Regolari delle Scuole Pie (detti padri Scolopi) lo colpì molto: s’informò sulla vita e l’opera del fondatore, san Giuseppe Calasanzio, e decise di seguire le sue orme. I suoi familiari non si aspettavano che andasse a insegnare tra i bambini e i ragazzi poveri, ma alla fine si arresero.
Entrò nell’ordine a 19 anni, il 5 dicembre 1850, e cambiò il suo nome in Faustino dell’Incarnazione. Terminato il noviziato, pronunciò i voti solenni il 16 gennaio 1853 nel collegio di San Fernando a Madrid. Anche durante il cammino di formazione si fece notare per intelligenza, tanto che già da suddiacono, nell’anno 1855/’56, cominciò a insegnare. Infine, l’8 marzo 1856 è ordinato sacerdote.
A Cuba, la scoperta delle piante medicinali
Il suo primo incarico di rilievo fu a Cuba, dove fu inviato il 3 novembre 1857: precisamente, fu incaricato d’insegnare agricoltura, fisica, chimica e storia naturale alla Scuola Normale di Guanabacoa, fondata dagli Scolopi per la formazione dei maestri.
Mentre insegnava, si accorse che gli abitanti dell’isola facevano largo uso delle piante a scopi medicinali: provò subito a sperimentare cure simili con le piante che a sua volta aveva studiato. Fu però colpito da un’intossicazione e dovette rientrare in Spagna per curarsi.
Ritorno in Spagna e fama come chimico
Venne quindi destinato al collegio di San Fernando per la convalescenza. Nel settembre 1861 si trasferì a Getafe, dove comprese di dover vivere il proprio lavoro in spirito di preghiera. Nel 1868 passò a Celanova, luogo di una nuova fondazione, ma già il 3 settembre 1869 cambiò comunità. A Sanlúcar de Barrameda, quindi, insegnò di nuovo fisica, chimica e storia naturale.
La sua fama di ottimo chimico gli ottenne, il 16 aprile 1872, la richiesta di analizzare le acque potabili del Municipio di Sanlúcar. Il 30 aprile successivo rispose affermativamente: era il suo modo di alleviare il dolore della popolazione, un servizio verso coloro ai quali si sentiva mandato, da «uomo del popolo e per il popolo», come si definiva.
Il suo stile di educatore
Successivamente fu trasferito a Siviglia e poi alla nuova fondazione di El Escorial, dove insegnò e fu bibliotecario nella Biblioteca Escurialense. Fu poi Rettore al Collegio di Monforte de Lemos. Nei quasi 50 anni d’insegnamento cercò di rimanere sempre nascosto senza farsi notare, dedicandosi ai ragazzi e ai giovani con sensibilità unica, con rispetto e affetto; conosceva ognuno e di ciascuno voleva il bene. Si sentiva chiamato ad essere compagno e amico, maestro e guida nel cammino della realizzazione piena dei suoi allievi.
Di nuovo a Sanlúcar
Nel 1879 gli venne concesso di partire per l’Argentina, perché le Scuole Pie si stavano espandendo anche a Buenos Aires, ma per ragioni sconosciute la partenza venne annullata. Fu quindi mandato a Sanlúcar per la seconda volta, riprendendo i suoi studi e gli esperimenti con le piante medicinali.
Col crescere della sua fama, ebbe l’invito a visitare il futuro re Alfonso XIII di Spagna, quand’era ancora bambino: lo guarì da una grave malattia e, come unica ricompensa, chiese di poter continuare a fare del bene ai malati.
Molti ormai si rivolgevano a lui per essere curati con l’applicazione delle proprietà delle piante. Ben dodici medicinali registrati come validi dalla Direzione Generale della Sanità dal 1922 e venduti in farmacia.
Fondatore dell’Istituto Calasanziano Figlie della Divina Pastora
Nel frattempo, si rese conto dell’ignoranza e dell’emarginazione in cui erano relegate le donne di Sanlúcar, che non avevano accesso alla scuola elementare. In breve, comprese che bisognasse guidarle sin dall’infanzia, per un’autentica promozione umana.
Iniziò quindi a occuparsi di alcune bambine, impartendo loro una formazione cristiana solida, aiutato da alcune collaboratrici laiche. L’arcivescovo di Siviglia, monsignor Ceferino Gonzalez, riconobbe in quel piccolo gruppo il germe di una nuova realtà religiosa e incoraggiò padre Faustino ad avviare una vera e propria fondazione.
Così, il 2 gennaio 1885, furono approvate le basi dell’Associazione delle Figlie della Divina Pastora, della quale padre Faustino fu nominato Direttore. Il fine specifico è individuato nell’educazione delle bambine povere, secondo lo spirito e lo stile di san Giuseppe Calasanzio.
La prima approvazione diocesana avvenne il 12 giugno 1889, seguita da quella pontificia nel 1910. Papa Pio XI approvò nel 1922 le Costituzioni definitive e, l’anno seguente, le prime suore partirono per le missioni in Africa e America. Il nome ufficiale era stato indicato come Pio Istituto Calasanziano Figlie della Divina Pastora.
“Concorrente” degli altri medici e farmacisti
Padre Faustino guidò le Figlie della Divina Pastora senza trascurare i suoi altri impegni, cui si aggiunse, dietro le insistenze del Decano di Medicina all’università di Siviglia, l’impegno per la cura dei malati, sia per aiutarli, sia per finanziare il nascente Istituto.
Tuttavia, molti medici videro in lui un concorrente particolare, quindi sollecitarono un suo nuovo trasferimento. Nel 1888-1889 dovette quindi tornare a Getafe, dove fondò il Laboratorio Míguez, indizio della sua attenzione al benessere completo dell’uomo. Anche lì, però, l’invidia dei colleghi medici e farmacisti lo segnò, tanto che dovette intervenire il governo: nel 1901, quindi, dovette interrompere la sua attività terapeutica.
La morte e il culto
Oltre al suo operato come educatore e medico, padre Faustino scrisse vari libri che, con linguaggio semplice, contribuivano alla divulgazione scientifica. Infine, senza dimenticare il suo carattere di sacerdote, dedicò molte ore al confessionale, diventando il direttore spirituale di molte anime. Morì a Getafe l’8 marzo 1925, a 94 anni.
Il 21 dicembre 1992, il Papa san Giovanni Paolo II ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui padre Faustino Míguez era dichiarato Venerabile. I suoi resti mortali riposano nella cappella delle Figlie della Divina Pastora a Getafe.
Beatificato in piazza San Pietro a Roma il 25 ottobre 1998 insieme ad altri tre candidati agli altari.
Il secondo miracolo e la canonizzazione
Per ottenere la canonizzazione è stato considerato un secondo miracolo, avvenuto nel 2003 a Verónica Stoberg, una donna di Santiago del Cile. La sera del 10 settembre era alla trentaseiesima settimana di gravidanza, quando sentì forti dolori addominali, le salì la pressione e perse coscienza. Portata in ospedale, le fu diagnosticata una preeclampsia, ossia una malattia grave che colpisce solo le donne incinte, pericolosa sia per la gestante che per il nascituro. Di conseguenza, si procedette a un parto cesareo d’emergenza.
Il quadro clinico di Verónica, nelle ore seguenti divenne sempre più grave: lesioni al fegato con una grave e incontrollata emorragia, insufficienza renale ed epatica, problemi neurologici e disfunzioni multiple in vari organi.
Sabato 13 settembre 2003, Pedro Núñez, marito della donna, andò insieme alle altre loro tre figlie alla cappella del collegio Divina Pastora a La Florida, dove le bambine erano allieve: pregarono insieme davanti all’immagine del Beato Faustino Míguez. Nel giro di poche ore, Verónica migliorò notevolmente e, alcune settimane dopo è dichiarata fuori pericolo.
L’inchiesta sull’asserito miracolo fu celebrata nella diocesi di Santiago del Cile e si concluse il 17 aprile 2009, convalidata il 31 maggio 2010.
Il 21 dicembre 2016, a quattordici anni esatti dal decreto sulle virtù eroiche, è autorizzata da papa Francesco la promulgazione di quello che dichiarava la guarigione di Verónica Stoberg come miracolosa e ottenuta per intercessione di padre Faustino. Canonizzato domenica 15 ottobre 2017.
Autore: Emilio Flocchini