Beato Giovanni Duns Scoto, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, di origine scozzese, maestro insigne per sottigliezza di ingegno e mirabile pietà, insegnò filosofia e teologia nelle scuole di Canterbury, Oxford, Parigi e Colonia.
Giovanni Duns nasce in Scozia tra la fine del 1265 e l’inizio del 1266. Fu soprannominato Scoto (perchè proveniva dalla nazione Scozia e l’Università di Parigi suddivideva gli studenti per nazioni).
Da bambino dopo le occupazioni di sorvegliante del gregge, che lo videro sempre più immerso nella bellezza variopinta della natura, Giovanni riceve la necessaria formazione scolastica all’ombra delle due vicine abbazie circestensi di Melrose e di Dryburg, che gli accesero l’amore per la Madonna e per la liturgia.
A 13 anni, Giovanni frequenta gli studi conventuali della vicino Haddington, principale centro della contea di Berwich, in cui da poco si erano insediati i Francescani, che nella famiglia dei Duns trovarono dei grandi benefattori. E proprio in quell’anno, 1278, viene eletto Vicario della Scozia francescana, un uomo pio dotto e stimato da tutti, padre Elia Duns, zio paterno di Giovanni.
Quando padre Elia ritornò nel suo convento di Dumfriers; condusse con sé anche il nipote per ammetterlo all’Ordine, facendo da garante per la sua costituzione sia fisica che spirituale, dal momento che Giovanni aveva appena 15 anni e che per diritto canonico occorrevano almeno 18 anni per entrare nel noviziato.
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Nella notte del Natale 1281, quando Giovanni si preparava alla professione religiosa, che bisogna collocare l’episodio della dolce apparizione del Bambino Gesù tra le sue braccia, come segno del profondo suo amore verso la Vergine Madre.
Terminati gli studi istituzionali che consentono di accedere al sacerdozio, il 17 marzo 1291, nella chiesa di Sant’Andrea a Northampton, Giovanni Duns Scoto riceve dal vescovo di Lincoln, Oliverio Sutton, l’ordine sacro. Aveva 25 anni.
Poi andò ad Oxford, dove, vista la sua intelligenza brillante, fu mandato a proseguire la sua formazione.
Successivamente, sempre per le sue ottime qualità intellettive e spirituali, viene designato dai Superiori a frequentare il corso dottorale nella celebre Università di Parigi, ritenuta da tutti la “culla” e la “metropoli” della filosofia e della teologia in Occidente.
La permanenza di Scoto a Parigi fu però di breve durata. Nel 1303, infatti, si consumava il conflitto tra papa Bonifacio VIII e Filippo il Bello.
Sappiamo che un gran numero di teologi dell’Università prese le parti del re, ma nel 1920 p. Ephrem Longpré ha ritrovato nell’Archivio Nazionale di Parigi la lista di 87 frati minori che rimasero fedeli al papa. Tra questi compare anche il nome di Fr. Johannes Scotus.
Il 25 giugno dell’anno 1303, il re ordinò che i teologi dissenzienti dalla sua linea politica fossero espulsi dal regno entro tre giorni, mentre il papa sospese all’Università la facoltà di conferire titoli accademici. La vita universitaria parigina ne risultò paralizzata e Scoto fu costretto a lasciare Parigi.
Non si conosce dove Scoto abbia trascorso questo periodo di “esilio”. Nella più normale delle ipotesi potrebbe essere tornato ad Oxford, ma c’è chi avanza l’ipotesi che si sia recato presso lo Studio generale dei Francescani a Bologna o che abbia trascorso questo tempo in quello di Cambridge.
La lontananza da Parigi, in ogni caso durò poco. Restituita nel 1304 da papa Benedetto XI (successore di Bonifacio VIII) la facoltà all’Università di Parigi di conferire i gradi accademici, abbiamo una lettera del 18 novembre di quello stesso anno in cui il Ministro generale, Gonsalvo di Spagna, invia nuovamente a Parigi Giovanni Duns Scoto.
In questa lettera, indirizzata al superiore dei Francescani di Parigi, Gonsalvo scrive:
«Affido alla vostra benevolenza il diletto padre Giovanni Scoto, della cui lodevole vita, della sua scienza eccellente e del suo ingegno sottilissimo, come delle altre virtù, sono pienamente informato sia per la lunga esperienza sia per la fama che dappertutto egli gode».
Dell’insegnamento parigino merita segnalare la storica disputa sostenuta nell’Aula Magna dell’Università (di Parigi), nei primi mesi del 1307, sulla Immacolata Concezione.
Successivamente lo troviamo a Colonia (non sappiamo il motivo di tale trasferimento).
I mesi vissuti nella città tedesca sono molto intensi e ricchi di attività: riorganizza lo Studium generale (università) e combatte l’eresia dei Beguardi e delle Beghine (che negavano ogni autorità alla Chiesa, ogni valore ai Sacramenti, alla preghiera e alle opere di penitenza) e si ricorda anche l’estasi pubblica avvenuta durante una sua predica nella chiesa.
L’intensa attività di lavoro, insieme alle conseguenze del viaggio da Parigi, mina la robusta costituzione e l’8 novembre 1308, Giovanni Duns Scoto entra nella pace del Signore, all’età di 43 anni.
Attualmente l’urna delle ossa del Beato Giovanni Duns Scoto è situata al centro della navata sinistra (guardando dall’ingresso) della chiesa francescana di Colonia nell’elegante e semplice sarcofago, costruito con pietra calcare di conchiglia di colore grigio, opera dello scultore Josef Hontgesberg.
La sua tomba a Colonia è mèta di continui pellegrinaggi. Anche Papa Giovanni Paolo II vi sostò in preghiera il 15 ottobre 1980, chiamandolo “torre spirituale della fede”.
Dopo la pubblicazione del Decreto di Canonizzazione nel 6 luglio 1991, è stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 20 marzo 1993.
Il pensiero di Giovanni Duns Scoto è stato punto di riferimento per molti altri filosofi e teologi ed egli fu un capostipite di quella corrente di pensiero detta “scuola francescana”. Inoltre, con il suo ingegno acuto ha saputo indagare complesse verità di fede, meritandosi l’appellativo di “Dottore Sottile”.
Una di queste verità di fede, che pur facendo parte del sensus fidei dei cristiani fin dai primi secoli, non aveva ancora trovato una chiara formulazione teologica, era il concepimento immacolato di Maria. Affermare che Maria era stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento faceva parte della devozione, era espresso nell’arte, ma a livello dottrinale non riscuoteva un consenso unanime e non era sostenibile perfino per alcuni teologi del calibro di San Tommaso d’Aquino, San Bonaventura e San Bernardo, che pur veneravano la purezza e la santità della Vergine.
Una prima difficoltà in merito derivava dal pensiero di Sant’Agostino, per il quale il peccato originale veniva trasmesso, da Adamo in poi, con la generazione fisica “l’infezione della carne”. Quindi anche Maria, anche se per poco tempo, era stata macchiata dal peccato.
Giovanni Duns Scoto risolse la questione sottolineando che il peccato non è qualcosa di materiale, di biologico, bensì qualcosa di morale: esso è una mancanza della giustizia originaria, e si trova nell’anima, anzi nella volontà, e non nel corpo. La volontà è immateriale, è distinta dal corpo e non può quindi venire “infetta” dalla carne.
Un’altra e più ardua difficoltà si poneva in questi termini: se Gesù Cristo ha liberato dal peccato tutta l’umanità, di tutti i luoghi e di tutti i tempi, allora anche Maria (poiché fa parte del genere umano) dopo che fu concepita dovette essere liberata dal peccato.
Duns Scoto affermò invece con chiarezza che “Dio poté nel primo istante di quell’anima, darle la stessa grazia che dà a un altro nel momento del battesimo”. Egli non negava che Cristo fosse il redentore di tutti, Maria compresa, ma piuttosto sosteneva che, mentre per tutti gli esseri umani i meriti della Redenzione sono applicati nel momento in cui sono battezzati, nel caso di Maria quegli stessi meriti furono applicati prima della sua stessa nascita, nell’istante stesso in cui fu concepita dai suoi genitori.
Questa dottrina non si affermò immediatamente, ma fu sostenuta e diffusa con entusiasmo dai francescani, e meritò al beato Duns Scoto il titolo di “Dottore dell’Immacolata”.
La storia gli diede ufficialmente ragione quando l’8 dicembre 1854 il papa Pio IX proclamò l’Immacolata Concezione un dogma di fede.
(Fonte santiebeati.it /P. Giovanni Lauriola ofm – vocazionifrancescan.org)
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O Signore,
onnipotente ed eterno,
Ti lodo e Ti rendo grazie
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Ti supplico e TI imploro
di elevare agli onori della santità
il beato Giovanni Duns Scoto,
mirabile cantore del primato di Cristo
e dell’Immacolata Concezione di Maria
sua Madre amabilissima.
Fa’ che per sua intercessione,
io possa ottenere la grazia di…
tanto desiderata e sospirata,
e possa sempre più penetrare
nel mistero del Tuo Amore
per lodarTi e ringrazarTi in eterno.
Amen. Alleluia! Alleluia!
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