San Giovanni Crisostomo, involontariamente, ha oscurato la fama di questa Pelagia, raccontando la storia di una ballerina di Antiochia dallo stesso nome, che la gente chiamava Margherita, cioè perla preziosa, per la rara bellezza del suo volto e per i ricchi ornamenti del suo corpo. Bellezza da cui lo stesso vescovo Nonno trasse un insegnamento di tipo spirituale.
Le stesse parole del pastore portarono questa Pelagia alla conversione e al battesimo. Si recò poi a piedi a Gerusalemme dove visse in una grotta sul Monte degli Ulivi per il resto dei suoi anni. (Avvenire)
Etimologia: Pelagia = del mare, marino, dal latino
Martirologio Romano: Ad Antiochia in Siria, santa Pelagia, vergine e martire, che san Giovanni Crisostomo esaltò con grandi lodi.
Il Martirologio Romano ricorda quattro sante con questo nome, ma si tratta di un caso, non raro, di sdoppiamento, anzi di doppio sdoppiamento, perché delle due donne con questo nome una sola sarebbe la santa autentica. Sembra che la notorietà di una penitente, della quale parla S. Giovanni Crisostomo in uno dei suoi sermoni, abbia oscurato il nome e la vicenda di una giovane martire di Antiochia di nome Pelagia, vittima della persecuzione di Diocleziano. La fanciulla, quindicenne, testimoniò in modo insolito la sua fedeltà a Cristo: quando i soldati dell’imperatore si recarono alla sua dimora per tradurla davanti al tribunale che l’avrebbe sicuramente condannata perché cristiana, Pelagia domandò loro di permetterle di mutarsi d’abito. Avuto il permesso, salì al piano superiore e ben sapendo a quale trattamento indegno sarebbe stato esposto il suo corpo, per presentarsi incontaminata al cospetto dello sposo divino si gettò dalla finestra, andando a sfracellarsi al suolo.
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La donna, di cui parla S. Giovanni Crisostomo, era una ballerina di Antiochia, che la gente chiamava Margherita, cioè perla preziosa, per la rara bellezza del suo volto e per i ricchi ornamenti del suo corpo, così appariscenti da distrarre lo stesso vescovo della città (il non identificato Nonno), mentre si recava in processione al sinodo. Il buon vescovo, dopo un attimo di smarrimento, si ricompose e trovò il modo di trarre un utile insegnamento morale da quella distraente apparizione: se una donna – commentò – si rende così bella per compiacere a un uomo mortale, come dovremmo adornare noi la nostra anima destinata al Dio eterno? Quella donna fu toccata dalla grazia ascoltando occasionalmente le parole del vescovo. Andò poi a prostrarsi ai suoi piedi e ottenne il battesimo. Mutò quindi i preziosi abiti con la tunica del penitente.
Per far perdere le sue tracce, si travestì da uomo e, lasciata nottetempo la città di Antiochia, si recò a piedi fino a Gerusalemme, dove visse i restanti anni della sua vita chiusa in una grotta sul monte degli ulivi, celandosi sotto il nome maschile di Pelagio. Scoperta la sua vera identità dopo la morte, ebbe col nome di Pelagia la devozione di tutti i cristiani.
Quali delle due Pelagie commemora oggi il calendario cristiano? La giovinetta vergine e martire o la penitente? Poiché la Chiesa primitiva riservava un culto speciale alla memoria dei martiri, possiamo ritenere che la santa onorata in questo giorno sia la giovinetta di Antiochia.
Autore: Piero Bargellini
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