Giovanna Giuseppa primogenita dei sette figli di Giovanni Michele Cipitria tessitore e di Maria Gesù Barriola, nacque il 31 maggio 1845 nel casale di Berrospe, antica ‘casa torre’ del paese di Andoain nella regione di Guipúzcoa (Spagna); a tre anni il 5 agosto 1848, ricevette la Cresima.
Per motivi di lavoro la famiglia si trasferì nel 1852 a Tolosa e qui Giovanna Giuseppa trascorse l’infanzia e l’adolescenza, impegnata nei compiti di solito spettanti alla più grande di una numerosa famiglia, badò alle sorelle più piccole insegnando loro le preghiere e le canzoni che aveva imparato; come spesso accadeva in quei tempi non andò a scuola.
A dieci anni nel 1855 fece la Prima Comunione, fu un incontro con Gesù che le lasciò tanta gioia e sin da allora avvertì che non poteva appartenere se non a Lui; proposito che ribadì quando le si presentò una vantaggiosa proposta di matrimonio.
Nel 1865 si trasferì a Burgos a servizio della famiglia Mantoya, ma vedendo le difficoltà che le facevano per le sue pratiche religiose, il suo confessore padre Raimondo Sureda gesuita, la fece trasferire presso la famiglia del magistrato Giuseppe Sabater Noverges, la cui consorte Hermitas Becerra, donna di eccezionali virtù, l’agevolò nelle pratiche cristiane e con il confessore la guidarono all’orazione quasi continua e a vedere più chiaramente i tratti della sua spiritualità: la devozione eucaristica e mariana, la predilezione per i poveri, la donazione di sé e la penitenza, la meditazione per la Passione del Signore.
Seguendo la famiglia Sabater Becerra a Valladolid nel 1868, qui trovò la definizione della volontà di Dio, con l’incontro di padre Michele de Los Santos San José Herranz, che in seguito alla Rivoluzione di Spagna del 1868, viveva fuori dal chiostro in casa di suo fratello.
Il loro incontro fu provvidenziale e permise di riconoscere come volontà divina, l’ispirazione che Giovanna Giuseppa Cipitria y Barriola, ebbe il 2 aprile 1862 davanti all’altare della Sacra Famiglia nella Chiesa del Rosarillo e cioè che sarebbe stata la fondatrice di una congregazione di religiose denominate “Figlie di Gesù”, dedite all’educazione e all’istruzione, quale mezzo di salvezza delle anime, soprattutto delle bambine e delle giovani.
La stessa ispirazione l’aveva ricevuta padre Herranz durante la celebrazione della Messa, cosicché quando Giovanna Giuseppa gli raccontò la sua esperienza, egli non tardò a riconoscerla come volontà di Dio.
Cominciò così subito l’istruzione culturale e spirituale della giovane, che era quasi analfabeta, fra lo scetticismo di parecchi, mentre altri fra i quali il vescovo di Salamanca Joaquin Lluch y Garriga, considerarono quell’opera utile per la Chiesa e benefica per la società.
L’8 dicembre del 1871 dopo aver affittato una casa a Salamanca, Giovanna Giuseppa fondò la Congregazione delle Figlie di Gesù insieme a cinque compagne e cambiando il nome in Candida Maria di Gesù; la Congregazione fu approvata il 3 aprile 1873 dal suddetto vescovo di Salamanca.
L’8 dicembre 1873 la Madre Fondatrice e le consorelle emisero i voti religiosi e un mese dopo aprirono il loro primo collegio a Salamanca, più una scuola domenicale per le domestiche.
Dopo le necessarie tappe di riconoscimento succedutesi negli anni seguenti, il 6 agosto 1901 la nuova Congregazione ottenne l’approvazione della Santa Sede e il 27 ottobre 1902 l’approvazione delle Costituzioni, che la stessa Madre Candida Maria di Gesù aveva presentate e difese a Roma.
Col tempo si dimostrò che dietro quella semplice e quasi analfabeta giovane, stava una forza provvidenziale che dava a suor Candida la forza di proclamare la sua speranza, con la generosità di chi si abbandona nelle mani del Padre in cui credeva e sperava: “È posta nelle mani di Dio la nostra causa. Siamo Figlie di Gesù. Egli ci difenderà da ogni male. Questa è la nostra speranza e non saremo deluse”.
Pur mancando di risorse materiali, madre Candida portò avanti il consolidamento della sua opera, lavorando per l’estensione del Regno di Dio e la sua maggior gloria, poté così esclamare nell’ora della sua morte, avvenuta a Salamanca il 9 agosto 1912: “Muoio tranquillamente serena, perché dei 41 anni della mia vita religiosa, non ricordo un solo momento che non sia stato per Dio”.
Fu sepolta nella Casa madre della Congregazione; oggi la sua Opera è diffusa in 12 Stati d’Europa, delle Americhe, dell’Asia. Il processo per la sua beatificazione ebbe inizio nel 1942 e il 12 maggio 1996 papa Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata a Roma.
E’ stata canonizzata a Roma da papa Benedetto XVI il 17 ottobre 2010.
La celebrazione liturgica è il 9 agosto.
Autore: Antonio Borrelli