La santità di Carlo Acutis è facilmente rintracciabile nelle parole di umiltà e saggezza di Papa Francesco, segno di una straordinaria e palpabile continuità apostolica da Giovanni Paolo II (Il papa che Carlo seguiva durante la sua vita), Benedetto XVI° (Il Santo Padre che Carlo poté seguire un solo anno e al quale offrì tutte le sue sofferenze durante gli ultimi giorni della sua malattia) e questo attuale Pontefice, col quale Carlo si sarebbe trovato d’accordo su tantissime cose.
Ad iniziare dal suo nome Francesco, il santo che tanto amava il piccolo Carlo Acutis, tanto da rivelare ai suoi genitori che nella terra di San Francesco era il luogo in cui si sentiva più felice. E il Signore volle che i genitori acquistassero una casa ad Assisi cinque anni prima della sua morte, per far felice il figlio e fargli vivere quella vocazione santa che il bimbo aveva sempre avuto. Infatti a sette anni aveva ricevuto un permesso speciale per poter fare la Prima Comunione e da quel giorno visse una vita intensamente eucaristica, incredibile per la sua età giovanissima, fino alla fine dei suoi quindici anni. L’Eucaristia messa al centro della sua vita, lo conduce presto al tavolo dei discepoli di Cristo, facendosi testimone di Dio, tra gli amici, conoscenti, mendicanti, portinai; a chiunque aveva dato un segno della sua appartenenza spirituale al cielo dei santi e dei beati. Segni che dopo la sua prematura morte si sono diffusi per grazia divina e in molti hanno iniziato a chiedere la sua intercessione e in tantissimi Carlo da quel cielo che noi non vediamo, ha cambiato il cuore e indirizzato verso la conversione. Come quando da ragazzino era riuscito a convertire al Cristianesimo diversi domestici di casa che erano di religione di casta braminica indù. Perciò l’Arcidiocesi di Milano ha iniziato un corso di beatificazione a suo favore, dal 12 Ottobre 2012 anniversario della sua morte, raccogliendo le testimonianze dei devoti e delle persone toccate dalle grazie elargite dal piccolo Servo di Dio.
Seguendo l’attuale Pontefice, a chi conosce la storia di Carlo risulterà facile comprendere tra le righe quanto fosse aderente anche a questo Papa, in fatto di umiltà e di carità. Si sa da notizie dirette che il piccolo Carlo era amico dei mendicanti della piazzetta di Santa Maria Segreta a Milano (la sua parrocchia) e aiutava come poteva i poveri, con le sue paghette settimanali e certamente con il suo sorriso che, come molti hanno testimoniato, trasmetteva l’amore di Gesù che incontrava giornalmente nel Sacramento dell’Eucaristia. Papa Francesco esorta i fedeli ad essere “controcorrente” con le attrazioni del mondo ed era esattamente ciò che Carlo fece nella sua vita. Pur venendo da una famiglia senza problemi economici (non era per lui motivo di vanto come di solito fanno i bambini)
era amico di tutti e “controcorrente” rispetto ai suoi coetanei perché aveva maturato dentro sé una fede adulta, atta a dare un senso alla sua fugace vita. Sconvolgente il video pubblicato da paco, in cui Carlo si filma da solo con la telecamera tre mesi prima della morte e disse queste parole profetiche: “Sono destinato a morire: muoio…”
Servizio di Ferdy Sapio*
* Il fratello Ferdy ha scritto questa riflessione due anni fa. Oggi anche Ferdy e con Carlo tra le braccia di Dio! Ad entrambi chiediamo preghiere per noi che siamo ancora qui.