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Con il sorriso sul volto Giselle è volata in cielo a soli 2 anni dicendo: Io ho visto Gesù!

Hanno inventato anche la Giornata mondiale del sorriso o World Smile Day: si celebra in tutto il globo oggi,  primo venerdì di ottobre. Ve ne sarete sicuramente accorti: c’è Facebook che questa mattina ad esempio ci ha svegliato con un bel messaggio che campeggia sulla nostra timeline, “Regala un sorriso! Diffondi il buonumore e rendi felice qualcuno oggi” con l’invito a condividere una Terra che se la ridacchia fiera.

Vogliamo ‘festeggiare’ questa giornata con un sorriso davvero particolare. E’ una storia che sembra triste, ma quando sorride il cuore, c’è respiro di salvezza. E noi vogliamo abituarci a sorridere con il cuore.

La storia della piccola Giselle Janulis, morta ad appena due anni per un problema cardiaco, ha emozionato persone di tutto il mondo. Prima di morire, la bambina ha detto di aver visto Gesù.

La scoperta della malattia cardiaca è avvenuta in modo sorprendente, durante un esame di routine richiesto dal medico quando aveva sette mesi. Fino a quel momento, i genitori non avevano notato niente di strano. “Non so perché Giselle sia nata così. È una delle domande che farò a Dio”, ha detto la mamma, Tamrah Janulis.

Giselle aveva un difetto cardiaco congenito noto come tetralogia di Fallot, la causa più comune della sindrome di morte improvvisa in culla. Tamrah e il marito Joe sono stati colti di sorpresa quando i medici li hanno informati che Giselle aveva una valvola in meno e una serie di arterie che non si erano formate.

“Pensavo che non ci fosse niente che non andava. Non ero preparata. Ero in ospedale e il mio mondo si è del tutto bloccato. Ero in stato di choc, senza parole”, ha ricordato la mamma.

Alcuni specialisti hanno detto che Giselle avrebbe potuto vivere fino a 30 anni, altri che sarebbe dovuta morire già da tempo. Due mesi dopo la diagnosi, Giselle è stata sottoposta a un intervento cardiaco e i medici hanno scoperto che il suo cuore sembrava “un piatto di spaghetti” o “un nido d’uccello”, con piccole vene filiformi che erano nate per cercare di compensare le arterie mancanti. Dopo l’intervento, un esperto ha raccomandato un trapianto di cuore e polmone, una procedura rara che in genere non ha successo nei bambini.

Tamrah e Joe hanno deciso di non far eseguire il trapianto, seguendo la prescrizione dei medici che consisteva nel dare alla bambina una serie di farmaci. “Le ho dato tutte le medicine, due volte al giorno. L’ho portata sempre con me e non l’ho mai lasciata fuori dal mio campo visivo”, ha riferito Tamrah a God Report.

Giselle si mostrava una bambina brillante e ha imparato l’alfabeto ad appena 10 mesi. “Non l’ha fermata niente. Adorava andare allo zoo. Veniva a cavallo con me. Ha fatto tutto. Siamo una famiglia con una grande passione per la musica e Giselle cantava sempre”.

Man mano che i mesi passavano, le mani, i piedi e le labbra della bambina hanno iniziato ad assumere una tonalità azzurrognola, segno che il suo cuore non stava funzionando a dovere. Dopo il suo secondo compleanno ha avuto la prima visione di Gesù. È avvenuto nella sua sala da pranzo poche settimane prima che morisse.

“Ciao, Gesù. Ciao, ciao Gesù”, ha detto la bambina sorprendendo la mamma, che le ha chiesto: “Cosa stai vedendo, tesoro?” Senza prestare grande attenzione alla madre, Giselle ha ripetuto il saluto: “Ciao, Gesù”.

Tamrah ha raccontato che insisteva per sapere cosa stesse succedendo e ha chiesto alla figlia: “Dov’è?” Giselle ha risposto senza esitazione: “Sta qui”.

“Giselle stava diventando sempre più debole”, ha riferito Tamrah. “Le mani e i piedi hanno iniziato a formicolare e i tessuti a morire. I piedi, le mani e le labbra erano sempre più blu. La famiglia, che era riunita intorno alla bambina nel letto dei genitori, ha assistito mentre la piccola sospirava dolcemente gemendo, proprio prima di smettere di respirare.

“Il mio miracolo è che ha vissuto felice. Tutti i giorni con lei per me erano come un miracolo. Ciò che mi dà speranza è che abbia visto il Signore e ora sia in cielo con Lui. So che è là e che mi aspetta”, ha concluso la mamma.

di Paolo Tescione

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