Secondo Mons. Kleda è molto pericoloso parlare di guerra confessionale in Centrafrica. Nel Paese infatti non si è di fronte ad una guerra di religione (non ci sono per esempio, casi di conversioni forzate, all’una o all’altra religione), ma ad una guerra di predazione, condotta prima dai ribelli Seleka (dei quali, mons. Kleda dice non penso che siano musulmani devoti), ed ora dalle milizia anti balaka (non penso che siano devoti cristiani, visto che indossano amuleti per proteggersi dalle pallottole dice mons. Kleda). Affermare semplicemente che in Centrafrica c’è un gruppo di cristiani in lotta contro un gruppo di musulmani è molto pericoloso e può contribuire a dividere il Paese e persino a creare problemi nella regione conclude l’arcivescovo. Il Camerun confina da un lato con il nord della Nigeria, dove opera la ribellione di Boko Haram (che si suppone abbia rapito i due sacerdoti italiani e la suora canadese nel nord nell’area di Maroua), e dall’altro con il Centrafrica. Le parole di mons. Kleda sono dunque un avvertimento a far sì che l’instabilità di questo ultimo Paese non si propaghi all’intera regione. a cura di Ornella Felici
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