Intanto sul terreno non si placano le violenze: sei i morti in un bombardamento russo a Toretsk, nell’est del Paese. Raid nelle ultime ore sulle città di Mykolaiv, Nikopol, Sumy e nel Donetsk. Il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa: stupito dal numero di ucraini deportati in Russia
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, annuncia l’accordo sulla quinta tranche da 500 milioni di euro di aiuti militari all’Ucraina che porta il totale a 2,5 miliardi di euro.
Da parte sua, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea Josep Borrell punta il dito contro la Russia che – dice – sta continuando a bloccare il grano ucraino, distruggerlo, bruciarlo e prosegue a bombardare in modo “indiscriminato infrastrutture civili”.
Per quanto riguarda il taglio delle forniture di gas da parte di Mosca, Borrell annuncia a breve “piani necessari ad affrontare la situazione”.
Già per questa settimana l’Alto rappresentante si dice speranzoso di poter raggiungere un accordo per sbloccare il porto di Odessa e altri porti ucraini: “la vita di decine di migliaia di persone – spiega – dipende da questo accordo”.
Non accenna a placarsi la pioggia di missili sull’Ucraina, terra martoriata alla quale anche ieri Papa Francesco ha rivolto il pensiero e la preghiera auspicando una ripresa dei negoziati. Sei persone sono morte questa mattina in un bombardamento sulla città orientale di Toretsk.
Raid russi nelle ultime 24 ore anche su varie zone della città di Mykolaiv dove è stato colpito un importante cantiere navale. Nel distretto di Bakhmout, nella zona di Donetsk, invece, sei persone, tra cui 3 bambini, sono rimaste ferite a seguito di bombardamenti.
Secondo le autorità ucraine i russi hanno utilizzato sistemi missilistici a lancio multiplo e, solo nell’oblast di Kiev, a seguito del ritiro delle truppe di Mosca, sono stati trovati 1346 civili morti, ma mancano all’appello ancora 300 persone.
Anche nell’Angelus di questa domenica trascorsa, la parte conclusiva è drammaticamente simile a tante altre. La guerra in Ucraina e il più recente ma non meno delicato conflitto interno esploso in Sri Lanka sono due spine che addolorano il Papa.
L’Ucraina, aveva detto Francesco giorni fa, è oggi una terra di martirio. Riprende il concetto parlando della popolazione “colpita ogni giorno da una pioggia di missili”. E la constatazione provoca nel Papa una domanda lacerante.
Come si fa a non capire che la guerra crea solo distruzione e morte, allontanando i popoli, uccidendo la verità e il dialogo? Prego e auspico che tutti gli attori internazionali si diano veramente da fare per riprendere i negoziati, non per alimentare l’insensatezza della guerra.
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