La sua prima esperienza di questo luogo, delle apparizioni della Madonna e dei messaggi?
Al tempo in cui si è verificato revento di Medjugorje ero a Dubrovnik, dove tenevo conferenze ai sacerdoti, ed essi mi raccontarono di aver sentito qualcosa sulle apparizioni in questo piccolo villaggio dell’Erzegovina.
In seguito si fece vivo il mio compagno fra Tomislav Pervan, col quale tenevo dei seminari sull’evangelizzazione. Nel 1982, quando egli divenne parroco della parrocchia di Medjugorje, mi invitò a tenere il primo seminario a Medjugorje – e proprio ai veggenti.
Allora – me lo ricordo bene – arrivai nello spazio di fronte alla sacrestia, dove cinque di loro avevano l’apparizione. Erano soli. Cercavo di comprenderli come teologo e come sacerdote. Dopo lapparizione, cominciai ad interrogarli su tutto quello che stava avvenendo, ma loro erano un po’ arrabbiati: perché li interrogavamo ancora? Perché li seccavamo?
Li capivo e cominciai ad approcciarmi a loro in un altro modo. Chiesi loro se, prima dell’apparizione, sentivano come se una qualche forza li prendesse, al che si entusiasmarono: “Sì!“, ed allora coinciarono a raccontare: “Percepiamo che qualcosa passa attraverso di noi, tutto il resto si perde, vediamo soltanto la Madonna…“
Descrissero tutto in modo molto dettagliato. Allora parlammo a lungo e diventammo amici. Per Capodanno il parroco mi invitò nuovamente per un ritiro spirituale, un se-minario. Erano presenti Vicka, Ivan, Jakov, Marija e gli altri ed in seguito sono rima¬sto legato a loro, ricercando ed esaminando continuamente di cosa si trattasse.
Come si è sviluppata la sua posizione nei confronti di Medjugorje?
Da un lato io, in quanto teologo, dovevo conoscere quali fossero i criteri, come si esamina una cosa del genere. Oggi sono davvero sicuro: questi sono segni, questi sono segni del Cielo per fumanità poiché, se qui innumerevoli persone si convertono, è all’opera il dito di Dio.
Se questa è un’opera diabolica, allora egli sta facendo a se stesso un cattivissimo servizio. Da tutto risulta chiaro che a Medjugorje è all’opera il Cielo. Oltre a questo, io parlo con i ragazzi da così tanti anni e non ho mai percepito che essi potessero nascondere qualcosa, mentire o ingannare.
I ragazzi sono totalmente sinceri, essi vedono qualcosa. Come ha detto il Vescovo Zanic, i ragazzi non mentono, ma i ragazzi dicono che quella che vedono è la Madonna.
D’altra parte, la Chiesa non può dire “E’ o non è così“, noi non possiamo entrare negli spazi dello spirito e dire: “E’ così“. Noi possiamo soltanto valutare in base ai frutti, come ha detto Gesù, vedere se un frutto è cattivo o buono.
Naturalmente, dal momento che si tratta di uomini, si possono avere obiezioni e ragioni contrarie, come le ha il Vescovo Ratko; ma, allo stesso modo, ci sono molti che si convertono e sono a favore.
Così come Gesù è stato segno di contraddizione, anche Medjugorje deve passare attraverso tutto questo.
Come professore di teologia fondamentale, ha mai percepito a Medjugorje una contraddizione tra la teologia ed i messaggi?
Mai ! Fin dall’inizio ho percepito che non potevo essere disonesto verso i ragazzi, i veggenti, e non credere loro, poiché essi dicono in modo del tutto sincero ciò che sperimentano. Ho visto che gli eventi stavano cambiando i ragazzi e mi sono reso conto che qui doveva esserci qualcosa di divino.
Secondo: quando i miei studenti o i partecipanti ai seminari mi chiedevano cosa pensassi di Medjugorje, ho sempre risposto quello che dice la Chiesa e che bisogna attendere; il tutto sta ancora avvenendo e non è possibile dire l’ultima parola – qui dobbiamo essere aperti ed onesti.
In più, entrambi i Vescovi – sia Mons. Zanic che Mons. Peric – onesti fino in fondo, non hanno abolito Medjugorje, come è avvenuto in Germania, dove i Vescovi hanno proibito qualsiasi raduno e dove ancora oggi sono rimaste gravi ferite. Qui questo non è accaduto, e questo è un grande merito dei nostri Vescovi.
Terzo: i francescani hanno accolto e sostenuto gli eventi, ma a debita distanza. I fedeli vengono da ogni parte, testimoniano, cambiano se stessi. Semplicemente a Medjugorje è interessante il fatto che il tutto avvenga in modo così bello.
Sono convinto della veridicità delle apparizioni perché, onestamente parlando, non ho trovato neppure un punto che dica che non si tratti della Madonna. Questa è una mia opinione privata, in questo senso non posso assolutamente par¬lare a nome della Chiesa o in quanto teologo.
I pellegrini vengono da tutte le regioni del mondo. Cosa li attira a Medjugorje?
Direi che un primo motivo è che noi uomini ci troviamo in una carenza esistenziale. Ciò significa che non possiamo assolutamente essere certi che Dio esiste, non possiamo arrivare a lui. Tuttavia, tutto il nostro essere, ed in particolare lo spirito, dice che esiste e lo vede.
Questo è quello che dice Sant’Agostino: non mi cercheresti se non mi avessi trovato. La ragione, dunque, non può avere argomenti sufficienti. Le persone sono anche curiose: “Vado là, forse Dio mi si rivelerà!“ Un secondo motivo è quello che io stesso ho sperimentato venendo la prima volta.
E’ stato come se una sorta di certezza mi inondasse: “Gente, qui ce il Cielo!“ Ricordo quando venni la seconda o la terza volta: ero inginocchiato in chiesa, dietro, in un banco, ed ho sperimentato il Cielo aperto.
Questa è, dunque, una zona in cui l’uomo si apre, a causa del fatto che qui si prega molto oppu¬re perché si verifica un intervento di Dio o per qualcos’altro. Si percepisce uno spazio che è sensibilizzato, aperto, uno spazio di densa presenza della trascendenza.
Quando si viene qui, si sente che è così, che qui potrete risolvere i vostri problemi fondamentali, che finalmente troverete soluzione alla vostra domanda fondamentale, cioè se Dio ci sia oppure no, se si debba o meno essere onesti, cosa alla fine valga la pena di essere nella vita, come valga la pena di essere.
Se ho tutto ma non ho Dio, non ho nulla; ma se ho Dio e niente altro, ho tutto. Se le persone percepiscono questo, non possono non venire. Dunque cercano, cercano, cercano e tro¬vano nutrimento per la propria anima.
Una particolarità di Medjugorje è anche il fatto che la maggioranza dei pellegrini che vengono una volta, tornano poi nuovamente. Se ho sperimentato qualcosa, ho bisogno di venirci nuovamente.
Come il delinquente torna sul luogo del misfatto, così il santo torna nel luogo in cui ha vissuto una trasformazione, desidera ricevervi nuovi stimoli, penso si tratti di questo. Non è come, ad esempio, nei movimenti carismatici, in cui si vuole ad ogni costo custodire la prima espe-rienza: l’alzare le mani, il chiudere gli occhi, le lingue ecc… Questo non è il caso di Medjugorje. Qui si cercano stimoli.
Una delle parole più ricorrenti nei messaggi della Madonna è pregate. Oggi per me la preghiera è divenuta il problema più grande. Quando lavoravo con gli studenti, mi è divenuto chiaro che pregare significa essere raccolti, stare dinanzi a Dio, elevare lo spirito a Dio, perché posso comu-nicare con Dio solo con lo spirito.
Oggi la preghiera è divenuta un recitare determinate formule, per cui io ho cominciato a dire: “Non dovete pregare!“ Le persone si scandalizzano quando lo dico, ma io in realtà voglio dire ciò che dice Gesù: “Quando pregate, non dovete sprecare parole come i pagani, non sarete esauditi per la moltitudine delle parole!“
Le persone pensano che verranno esaudite se pregheranno dieci Rosari, ma io dico: No, la lingua non può congiungerti a Dio. Prega soltanto un Rosario, ma in modo raccolto, in compagnia della Madonna, affinché il tuo spirito si elevi, e diventerai santo ed otterrai tutto.
Cose la preghiera? E’ un recitare determinate formule che devo pronunciare, o è una connessione del mio cuore e del mio spirito con Dio? Per questo la Madonna dice: pregate col cuore. Questa è la cosa più importante, questa è la preghiera. Qui si verifica un malinteso. La Madonna dice: “Pregate, pregate, pregate“.
San Paolo dice: “Pregate senza sosta – ma noi comprendiamo questo in modo sbagliato. Loro hanno un concetto della preghiera e noi un altro. Pregare non significa parlare tanto, ma essere tanto!
Non significa pregare il Rosario per dieci ore, ma essere con Dio ventiquattro ore: che preghi il tuo spirito, che il Rosario risuoni in te continuamente, che venga pregato dal tuo spirito. E’ necessario insegnare alle persone come si prega.
Quando sto raccolto per tre minuti, quando sono con Dio, avvengono miracoli: sono più riposato, più ragionevole, più intelligente… Questa è la vera preghiera.
Quando il mio cuore è ricolmo di preghiera, questa è la vera preghiera. Ma come rimuovere le nostre abitudini devote? Questa è la cosa più difficile! Credo che la Madonna ci aiuterà anche qui in questo senso: non siate religiosi, ma siate evangelicamente fedeli a Gesù.
Come vivere la Parola di Dio ed i messaggi della Regina della pace?
Primo: Dio esiste, la Sacra Scrittura è la sua Parola ed in quella Parola Egli viene a me. Leggete la Parola in modo da leggerla fino in fondo e poi meditate su di essa, fatela scendere nel cuore, affinché, attraverso di essa, Gesù venga a voi, affinché facciate comunio-ne con quella Parola.
Custodite in casa la Sacra Scrittura, mettetele accanto una candela, un po’ di fiori, e che quell’angolo sia lo spazio della vostra preghiera. Dio vi parla attraveso quella Parola.
Secondo: trova ogni giorno da venti minuti a mezz’ora e rivolgi la tua parola a Dio.
Se hai letto la Sacra Scrittura ed hai ascoltato la sua Parola, puoi tranquillamente parlare a Dio, Egli sentirà ed ascolterà la tua parola. Lì avviene la preghiera, l’incontro tra Dio e l’uomo, e così avviene veramente un contatto, una comunicazione tra Dio e l’uomo, e allora cominciano i miracoli.
Sui messaggi posso solamente dire che quello è il Vangelo. Un giorno ho domandato a Vicka se amava di più Gesù o la Madonna, ma lei è rimasta sorpresa! “Gesù è sempre al primo posto e la Madonna ci esorta continuamente ad andare a Gesù“.
Questa sua risposta è perfettamente cristologica, teologica ed ecclesiale. Queste sono parole per mezzo delle quali dobbiamo finalmente renderci conto che, senza Dio, non siamo niente e nessuno, ma con Dio abbiamo tutto.
Se vale la pena fare qualcosa, questa cosa è vivere con Dio, essere suo amico, e se non vale la pena perdere qualcosa, allora questo qualcosa è Dio. Perciò dico a ciascuno: comincia ad amare te stesso, poiché, se comincerai ad amarti, allora non potrai far altro che cercare Dio.
Cominciare ad amare se stessi significa dirsi: posso perdere tutto, ma non posso perdere Dio. Legoista è una persona che accumula tutto, ma perde Dio. Una persona che ama se stessa cerca Dio, perché vuole vivere. Per me la soluzione di tutto è qui.
Intervista a cura di Krešo Šego
Fonte : La Voce della Pace 2013
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