E’ arrivato da Papa Francesco il nuovo “Treno dei Bambini”, organizzato ogni anno dal “Cortile dei Gentili” e rivolto a bambini coinvolti, loro malgrado, in situazioni disagiate. Quest’anno, il treno messo a disposizione per la terza volta dalle Ferrovie dello Stato, arriverà nella stazione del Vaticano con a bordo i figli e le figlie di detenuti e detenute provenienti da Roma, Civitavecchia, Latina, Bari e Trani.
Quest’anno il Cortile dei Bambini ha scelto come tema quello del “Volo”, perché vuole offrire ai più piccoli che vivono con le loro madri una quotidianità fatta di carcere e allontanamento dagli altri fratelli e a quelli che vivono la separazione dalla loro mamma detenuta, una giornata per “volare via” ed evadere con la fantasia dalla realtà con cui sono costretti a fare i conti.
L’appuntamento con il Papa è alle 12 in Aula Paolo VI dove i piccoli con i loro accompagnatori arriveranno muniti di aquiloni colorati. Il Treno di quest’anno, che è arrivato alla Stazione vaticana alle 10.40, è infatti ispirato al tema del “Volo”: un’immagine di libertà e possibilità di ‘evasione’ per bambini che vivono la sofferenza della quotidianità del carcere o la separazione dalla madre o dal padre. Padre Laurent Mazas, direttore de ‘Il Cortile dei Gentili’, spiega la genesi di questa nuova edizione del ‘Treno dei Bambini’:
“L’idea di portare questi bambini a Papa Francesco è nata durante il Sinodo per la famiglia. Ho avuto modo di parlare con lui, durante una pausa caffè e gli ho detto: ‘Santo Padre, si potrebbero portare questi bambini da lei?’. E lui mi ha guardato con uno sguardo intenso e mi ha risposto: ‘Sì, conti su di me’. A Papa Francesco fa un grande piacere accogliere questi bambini che vivono situazioni non comuni. Lui è felice di poter testimoniare il suo amore, la sua tenerezza a bambini che purtroppo non la conoscono a casa, perché vivono delle situazioni veramente difficili”.
A collaborare all’organizzazione del Treno del 2015 è stato il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, con l’apporto fondamentale delle Case circondariali di Bari, Trani e di quella romana di Rebibbia. Sul treno anche 150 familiari e accompagnatori, provenienti da associazioni che seguono i bambini figli di detenuti, cappellani delle carceri, operatori e animatori. Ma il significato del treno di quest’anno è soprattutto un incoraggiamento alle famiglie. Patrizia Martinez è l’animatrice de “Il Cortile dei bambini”:
R. – Quest’anno, per la prima volta, i bambini saranno accompagnati da un genitore, il genitore che non è detenuto, o da un nonno o da una nonna, se il bambino ha tutti e due i genitori detenuti. Questa, quindi, è una caratteristica che a noi fa già emozionare e ha emozionato tre direttrici delle tre Case circondariali, perché si è vista questa risposta familiare, della mamma o del papà detenuto, che ha dato questo messaggio alla famiglia fuori, per far sì che il loro figlio partecipasse a questo incontro e a questa gioia tutta insieme.
D. – Un Treno che vuole dare forza alle famiglie che sono divise loro malgrado…
R. – Sì, vuole dare forza e far capire ai bambini che la famiglia è la forza che ti fa andare avanti nei momenti tristi della vita. Alcuni di questi bambini sono nati in carcere e poi a tre anni sono stati giustamente portati fuori e sono andati a vivere con nonni o parenti. Hanno vissuto, quindi, anche questa separazione dalla madre. Hanno, però, trovato un familiare, il più delle volte – altre volte delle strutture – che li ha accolti e che cerca di far sentire loro il senso della famiglia. Questa è una cosa che vogliamo veramente specificare quest’anno: la forza della famiglia. Anche se capitano cose tristi e cose buie nella vita di un familiare, la famiglia c’è e continua a proteggere, per quanto è possibile, i suoi piccoli.
Il Cortile dei Gentili ringrazia il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, Ladisa S.p.A. e Ferrero S.p.A. che anche quest’anno hanno permesso “di fornire ai più fragili della società gli strumenti culturali, alternativa al disagio sociale che vivono, e di regalargli, sul piano pedagogico, l’incontro e il confronto con il cambiamento”.
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A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana