Categorie: Verbum Domini

Vangelo (13 settembre): Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi

Lc 6,20-26
Beati voi, poveri. Guai a voi, ricchi.

In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

La ricchezza non benedetta da Dio è un veleno di morte nel tempo e nell’eternità. Tutte le società opulente, ricche, sono ammalate, consumate da ogni infermità, frutto del veleno che la ricchezza produce nel loro corpo e nel loro spirito. Abacuc grida questa verità con forza. Ogni frammento di ricchezza non benedetta è una tossina letale.

La ricchezza rende perfidi; il superbo non sussisterà, spalanca come gli inferi le sue fauci e, come la morte, non si sazia, attira a sé tutte le nazioni, raduna per sé tutti i popoli. Forse che tutti non lo canzoneranno, non faranno motteggi per lui? Diranno: «Guai a chi accumula ciò che non è suo, – e fino a quando? – e si carica di beni avuti in pegno!». Forse che non sorgeranno a un tratto i tuoi creditori, non si sveglieranno e ti faranno tremare e tu diverrai loro preda? Poiché tu hai saccheggiato molte genti, gli altri popoli saccheggeranno te, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. Guai a chi è avido di guadagni illeciti, un male per la sua casa, per mettere il nido in luogo alto e sfuggire alla stretta della sventura. Hai decretato il disonore alla tua casa: quando hai soppresso popoli numerosi hai fatto del male contro te stesso. La pietra infatti griderà dalla parete e la trave risponderà dal tavolato. 



Guai a chi costruisce una città sul sangue, ne pone le fondamenta sull’iniquità. Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli si affannino per il fuoco e le nazioni si affatichino invano? Poiché la terra si riempirà della conoscenza della gloria del Signore, come le acque ricoprono il mare. Guai a chi fa bere i suoi vicini mischiando vino forte per ubriacarli e scoprire le loro nudità. Ti sei saziato d’ignominia, non di gloria. Bevi anche tu, e denùdati mostrando il prepuzio. Si riverserà su di te il calice della destra del Signore e la vergogna sopra il tuo onore, poiché lo scempio fatto al Libano ricadrà su di te e il massacro degli animali ti colmerà di spavento, perché hai versato sangue umano e hai fatto violenza a regioni, alle città e ai loro abitanti. A che giova un idolo scolpito da un artista? O una statua fusa o un oracolo falso? L’artista confida nella propria opera, sebbene scolpisca idoli muti. Guai a chi dice al legno: «Svégliati», e alla pietra muta: «Àlzati». Può essa dare un oracolo? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma dentro non c’è soffio vitale. Ma il Signore sta nel suo tempio santo. Taccia, davanti a lui, tutta la terra! (Cfr. Ab 2,5-20). 

La Parola del Signore non agisce solo in coloro che credono e risparmia coloro che non credono in essa. La Parola è universale, per tutti, per chi crede e chi non crede, per chi è credente e per chi è ateo. La ricchezza senza la benedizione di Dio genera morte. La morte di oggi si trasformerà in morte eterna nell’altra vita. Chi vuole vivere oggi e domani, sappia che la vita non è nelle ricchezze, è in Dio. Si attinge in Dio in un solo modo: trasformando la ricchezza in elemosina, in opera di bene. Tutto ciò che si possiede, sia in molto che in poco, è ricchezza. Chi vuole vivere, deve condividere sempre. L’egoismo nel poco e nel molto è ricchezza non benedetta e quindi letale.



Dio è ricco di vita per chi dona vita, ma è anche ricco di morte per chi dona morte. Siamo noi che diamo a Dio la misura secondo la quale trattarci. Chi vuole vita vera, deve essere un datore di vita ad ogni livello. Chi non dona vita, mai potrà ricevere vita. Si imprigiona nella morte, che sempre lo raggiungerà. Ogni giorno i moderni esorcisti del nostri mass – media gridano contro la morte perché entra a suo piacimento nei nostri ospedali, nelle nostre case, cammina indisturbata per le nostre strade. Nessuno però grida che essa è il frutto della ricchezza non benedetta dal Signore. 

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci intelligenza per capire.




Commento del Movimento Apostolico

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