“Domani speriamo di arrivare in Italia” – “Abbiamo sentito i colpi ieri sera e ci hanno avvertiti di non uscire ma a nostro rischio e pericolo abbiamo preso una macchina per venire all’aeroporto perchè ci sembrava il luogo più sicuro, anche se ieri l’aereo per Parigi non è partito.
Ieri sera c’era il coprifuoco, stamane la vita è tornata normale con il classico ritmo di macchine, motociclette e biciclette. Qui c’è comunque grande preoccupazione”. Lo ha detto il vescovo di Pinerolo, mons. Pier Giorgio Debernardi, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentato l’attacco terroristico rivendicato da Al Qaeda nel Burkina Faso. Il vescovo si trovava nel Burkina Faso per portare gli aiuti italiani raccolti grazie alla Cei, all’Associazione don Barra for Africa, alla Tavola valdese e al progetto Enndàm.
Ci siamo spostati verso le 22:30 – ha raccontato mons. Debernardi – e c’era già il coprifuoco ma abbiamo deciso di andare all’aeroporto perchè pensavamo che l’aereo partisse alle 23:55 mentre quando siamo arrivati all’aeroporto ci hanno detto che il volo era annullato. Abbiamo dormito all’aeroporto perchè ci sembrava il luogo più sicuro. Al momento la situazione è tranquilla. Speriamo di poter partire in serata e poi domani arrivare in Italia”.
L’attentato, ha proseguito mons. Debernardi, è “stato veramente uno shock, si stava formando il nuovo governo e si è avuta l’impressione che questo attacco abbia avuto come risvolto la volontà di destabilizzare il governo che si era appena formato, oltre al tentativo dei terroristi di destabilizzare la zona. Mi hanno detto anche nel Nord del Burkina Faso, dove stavamo qualche giorno fa, hanno ucciso anche due gendarmi. La situazione è abbastanza preoccupante”.
“Che il Nord del Burkina Faso fosse una zona ‘calda’ – ha concluso il vescovo – lo si sapeva, noi siamo andati pur sapendo il pericolo. Generalmente andiamo ogni anno e anche questa volta non abbiamo voluto mancare all’appuntamento per seguire i nostri progetti. Non pensavamo però che la cosa avesse queste proporzioni”.
Monsignor Debernardi, assieme ai volontari, è stato tra i primi ad uscire dall’albergo di Ouagadogou, stanotte, quando si sono verificati gli attentati. Grazie ad alcuni volontari locali dell’Lvia, associazione umanitaria che opera in Africa da oltre vent’anni, ha potuto raggiungere subito l’aeroporto e passare la notte al sicuro. Con lui i quattro volontari dell’associazione Lvia, con cui ha intrapreso il viaggio per aiutare una missione nella diocesi di Dorì.
“Abbiamo sentito gli spari, ma non ci siamo resi subito conto di quello che stava accadendo. Poi abbiamo appreso la notizia dell’attentato dalle televisioni locali”. Così il vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi. “Questa mattina la città era già bloccata – aggiunge monsignor Debernardi a Vita Diocesana, giornale online della diocesi di Pinerolo – ma siamo riusciti a raggiungere l’aeroporto grazie all’aiuto dei volontari dell’LVIA”.
Con il vescovo di Pinerolo, informa la diocesi, ci sono Adriano Andruetto e la moglie Rosina, Franco Cuccolo e Silvano Galfione. “Fino a ieri tutto era andato per il meglio – prosegue il vescovo di Pinerolo -. Il sindaco del villaggio di Gorom Gorom ci aveva manifestato la sua gratitudine per essere venuti, nonostante la zona fosse indicata come pericolosa. In realtà qui musulmani e cristiani convivono pacificamente. Sono gli estremisti islamici provenienti da altri Paesi che vogliono destabilizzare l’area”
di Redazione Papaboys fonte: LaVoce
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