Italiae et Ecclesia

Il Vescovo di Ventimiglia/Sanremo Mons. Suetta: ‘Trovo bello ricordare a Sanremo una figura come Giovanni Paolo II’

Il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta, appoggia la linea di Avvenire e si dice d’accordo con il quotidiano della Cei nella richiesta di esclusione dal palco dell’Ariston del rapper Junior Cally che, nel suo brano, inneggia al femminicidio. “Contenuti di tale violenza, insulsaggine e volgarità – dice il vescovo in questa intervista a Il Giornale – oscurano e cassano ogni pretesa o velleità artistica”. Lo scrive Serena Sartini oggi sul quotidiano Il Giornale in edicola. E poi, il Vescovo parla dell’iniziativa dei Papaboys e del cantautore fiorentino Fabrizio Venturi a Sanremo, ‘Omaggio a Giovani Paolo II, che è prevista nella città dei fiori, in concomitanza ai giorni del Festival.

Ecco cosa ha detto il n.1 della Chiesa sanremese.

Eccellenza, cosa pensa del ‘caso’ di Junior Cally?

Sono profondamente d’accordo con chi ritiene doverosa l’esclusione di una tale esibizione dal palco di Sanremo in quanto, a mio avviso, contenuti di tale violenza, insulsaggine e volgarità non soltanto oscurano e cassano ogni pretesa o velleità artistica, ma soprattutto perché ritengo che il mondo dello spettacolo, pur nella leggerezza che lo contraddistingue e nella varietà delle proposte di costume, debba sentire ed esprimere con coraggioso ed etico rigore un senso di responsabilità nei confronti della vita sociale e specialmente nell’educazione dei giovani. In questo senso abbiamo purtroppo quotidiani e tragici esempi di come un divertimento sganciato dai valori o addirittura in opposizione ad essi possa sortire soltanto tristi frutti di morte e noia.

Il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo, monsignor Antonio Suetta

Sanremo è sinonimo di polemica. Molta ne è stata fatta su alcune dichiarazioni del conduttore Amadeus sulle donne. Cosa ne pensa? 

Credo che le sue affermazioni siano state esasperate, forse alla ricerca spasmodica di una vena polemica, che ormai non può mancare al Festival di Sanremo, caratterizzato inconfondibilmente anche da questo aspetto. Certamente il dibattito che ne è scaturito può evidenziare qualcosa di giusto e di doveroso, richiamante una giusta valorizzazione della donna che, accanto al prezioso aspetto della bellezza e dell’eleganza, sappia metterne in luce altri valori ancor più determinanti come la professionalità, il pensiero e una significativa testimonianza di vita. Per dirla con la famosa canzone… “donne, oltre le gambe c’è di più”. Le donne custodiscono e promuovono tale consapevolezza ed è necessario che la cultura in generale, specialmente lo spettacolo, sia attento e deciso nel superare schemi superflui e logori incapaci di rendere giustizia a tanta dignità. 

Sul palco dell’Ariston ci saranno tante donne…

È una ottima scelta per dare sostegno a tutti gli sforzi e le politiche di affermazione e tutela della dignità femminile soprattutto in tutte quelle situazioni e tradizioni che non la rispettano e non la difendono abbastanza. È pure una grande opportunità, una sfida, per le donne direttamente coinvolte e per l’intero universo femminile, chiamate a sfruttare al meglio una vetrina come Sanremo per consegnare alla società messaggi e contenuti di pace, di rispetto e di alti ideali di vita. Confido che, accanto alla valorizzazione dei molteplici ambiti di sviluppo di attenzione per il mondo femminile non manchino riferimenti autentici e luminosi alla realtà fondamentale della famiglia, di cui la donna anche oggi è chiamata a riscoprirsi insostituibile custode.

A Sanremo ci saranno anche i Papaboys, con un omaggio a Papa Wojtyla e la sua lettera agli artisti. Cosa pensa dell’iniziativa?

Il Santo Papa Giovanni Paolo II ha sempre avuto a cuore i giovani, gli artisti e la cultura. Da cardinale aveva transitato e soggiornato anche a Sanremo. Trovo bello dunque che una figura così paternamente significativa per la nostra generazione sia ricordata anche in questa occasione che ha risonanza mondiale. Spero che risuoni fedelmente il suo richiamo, costante e accorato, a cercare sempre in qualunque situazione della vita, nella fatica come nella spensieratezza del divertimento, una prospettiva ulteriore, eco infallibile della profonda nostalgia del bene che abita il cuore dell’uomo.

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