Monsignor Spinillo è il primo vescovo che chatta con gli utenti su Facebook
Il vescovo si fa social. Monsignor Angelo Spinillo è tra i primi pastori diocesani a sperimentare il dialogo diretto con gli utenti dei social network. E lo ha fatto connettendosi alla pagina Facebook della sua diocesi, “Chiesa di Aversa” dove lo scorso martedì ha interagito per un’ora con le domande che gli venivano poste (Il Mattino, 26 maggio).
I NUMERI DEL “BOOM” DEL VESCOVO
L’uscita social di monsignor Spinillo ha sortito un boom di visiti sulla pagina della chiesa, 350 nuovi “Mi piace” su “Chiesa di Aversa” nell’arco dei tre giorni successivi, 2330 “Mi piace” sui post della pagina pubblicati in giornata, 40mila persone hanno visualizzato un post apparso sulla pagina, 31 le domande postate sulla pagina, 32 le domande postate come messaggi privati, 28 le risposte di monsignor Spinillo ai post. A scrivere al vescovo persone di tutte le fasce di età, così come tante e di diversa natura le domande poste – matrimonio, lavoro, nuovo modo di comunicare, vocazioni (Agensir, 29 maggio).
“WEB E’ OCCASIONE DI DIALOGO E CRESCITA”
«Speriamo di vivere una bella esperienza di dialogo e di condivisione di amicizia. Più che rispondere a domande, quasi fossi l’esperto di turno, desidero poter camminare insieme con tanti amici», ha risposto il vescovo a chi lo sollecitava sul valore di questa iniziativa sicuramente singolare per un monsignore. «Certo che il web può essere luogo e occasione di dialogo e di crescita. Impariamo a usarlo bene… Io sto imparando».
LA MAMMA CON I DUBBI SUL FUTURO
Tra le domande “scottanti”, una giovane mamma, Olimpia Serena Marino, madre di due bimbi piccoli, gli ha chiesto: «Che futuro pensa stiamo costruendo per i nostri figli? Riusciremo a lasciare loro un mondo migliore di come lo abbiamo trovato?». Monsignor Spinillo gli ha replicato con un incoraggiamento: «C’è un po’ di pessimismo nelle tue parole e di preoccupazione per il futuro dei tuoi figli. Ma il solo fatto che Dio ti ha concesso di generarli è un segno grande della nostra vocazione a far crescere la vita e il bene».
IL QUESITO SULL’IMPEGNO DEI CATTOLICI IN POLITICA
Il vescovo ha risposto anche a chi, come Carmela Nappi, riporta un quesito del marito su un tema di attualità: «Un cattolico praticante impegnato in politica come può rispetto ad un interesse personale anteporre il bene comune?». «In verità – ha scritto il presule – non è sempre facile, ma è una vocazione. La politica, come ogni altra attività umana è sempre una vocazione, cioè qualcosa che viene da Dio e si sviluppa seguendo la volontà di Dio. Basta, per questo, pensare che siamo tutti fratelli… Non è facile, vero? Ma è qualcosa di grande e di bello cui siamo chiamati. Un saluto anche a tuo marito e abbiate fiducia nel bene. È possibile!».
IL VESCOVO E LA CAMORRA
Futuro, politica e persino camorra nei quesiti a cui non si è sottratto monsignor Spinillo. Franco Musto gli chiede se «ha mai parlato con un camorrista». «È difficile dire se ho parlato con un camorrista… – ha ammesso il vescovo – potrebbe essere successo senza che me ne sia accorto perché non lo conoscevo. Certamente, però, ho cercato sempre di dire che certe forme di malavita e di interesse a danno degli altri sono peccato gravissimo e che al mondo esistono ancora tanti che pensano e agiscono come Caino nei confronti di Abele».
A cura di Redazione Papaboys fonte: Aleteia