Continuano a tenere banco in queste ore le dimissioni del sindaco di Roma Marino, che esclude un suo ripensamento. Intanto per la Capitale il cardinale Vicario Agostino Vallini chiede “una scossa” e “una nuova classe dirigente”.
Nessuna denuncia ma l’analisi della situazione della Capitale “con l’intento di condividere gli affanni della città” e con l’invito a “riapartire dalle molte risorse religiose e civili presenti”.
Così il Cardinale Vicario Vallini descrive il documento diocesano che sarà presentato il prossimo 5 novembre in vista dell’apertura dell’Anno Santo. Una lettera alla città di Roma perché “possa essere stimolata a rinascere e ad avere una scossa”. Un impegno che che assume una valenza particolare perché il Giubileo indetto da Papa Francesco chiede di fare incarnare il volto della misericordia nella vita della città.
Molti i temi al centro del documento, che si inserisce nella costante attenzione della Chiesa di Roma per la città: dalle nuove povertà all’accoglienza ed integrazione.
Vallini auspica anche “la formazione di una nuova classe dirigente nella politica”. Riflessioni frutto del lavoro di un anno e mezzo nel Consiglio pastorale diocesano. Parole che ottengono oggi una grande eco mediatica nel momento particolare delle dimissioni del sindaco Marino, il quale da parte sua esclude un ripensamento chiesto da un gruppo di sostenitori riuniti davanti al Campidoglio. D’altra parte nel Pd, il partito di Marino, la vicenda è considerata chiusa.
Come conferma il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che intanto rivendica con orgoglio l’imminente via libera di Palazzo Madama, dopo un mese di duro scontro parlamentare, al provvedimento che porta il suo nome e che cambierà natura e composizione del Senato, con il superamento del bicameralismo paritario. Il premier Renzi guarda ora ad un altro tassello importante della legislatura: la legge di stabilità, che sarà varata giovedì prossimo e che nelle intenzioni del governo dovrebbe rappresentare il volano per la ripresa, anche grazie alla crescita del prodotto interno lordo dopo tre anni di recessione.
di Giampiero Guadagni per la Radio Vaticana