L’effigie lignea monumentale più antica dell’Occidente, riferisce nell’edizione on line di Avvenire Lorenzo Maffei, meta millenaria di pellegrinaggi da tutta Europa, conservata da sempre nella Cattedrale del capoluogo toscano, si appresta a vivere uno dei momenti più delicati della sua storia.
Lunedì scorso è iniziato l’allestimento del laboratorio di restauro all’interno del Duomo, nell’area del transetto nord, dove poi le maestranze dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, in ottobre, si prenderanno cura dell’opera.
Ecco dunque le prime due fasi di questo progetto di restauro: ora, per circa due mesi, verrà allestito un laboratorio che prevede tutte le massime protezioni, anche in termini di temperatura e aria interna, con sistemazione degli strumenti necessari per il lavoro.
Poi dal 19 settembre inizierà la messa in sicurezza dell’opera che dal ’400 è collocata all’interno di un tempietto posto nella navata sinistra della Cattedrale. Le operazioni, curate dall’Opificio fiorentino, prepareranno l’estrazione del crocifisso dal tempietto, per essere portato nel vicino laboratorio.
Questa seconda fase è stato ipotizzato possa durare circa due settimane, finita la quale prenderanno il via le analisi diagnostiche e poi il restauro vero e proprio. Le maestranze opereranno quindi sul crocifisso ligneo (247 centimetri di altezza) che deve il suo nome alla leggenda che narra sia stato realizzato in parte dalle mani di Nicodemo e infine completato, nel volto, per intervento divino. Da qui: Volto Santo.
Il progetto, delineato sotto l’attento coordinamento della Soprintendenza locale e del Comitato scientifico dell’Ente Cattedrale, è interamente finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Il degrado in cui versa la scultura, con evidenti distacchi della superficie in particolare all’altezza del collo del crocifisso, sono purtroppo ben visibili. L’unicità dell’effigie, il cui restauro attrarrà l’attenzione non solo dei lucchesi, ma anche di specialisti del restauro e della storia dell’arte di tutto il mondo, è dovuta anche alla recente (2020) scoperta, con analisi al carbonio 14, che ha datato l’opera con un intervallo cronologico tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo.
Questa datazione, oltre ad attestare l’antichità dell’opera come un unicum in tutto l’occidente, ha comprovato i dati essenziali della Leggenda che colloca l’arrivo a Lucca dalla Terra Santa di tale crocifisso proprio nella seconda metà dell’VIII secolo.
Il 14 settembre prossimo, per la festa religiosa più importante di Lucca, l’Esaltazione della Santa Croce, il Volto Santo sarà sempre all’interno del tempietto quattrocentesco, ad accogliere fedeli e pellegrini, come avviene da secoli. Poi dal 19 settembre, per il simbolo della Chiesa e della città di Lucca, si apre una fase delicata e, chissà, magari anche foriera di nuove scoperte.
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