Giovedi la prima votazione per l’elezione del Capo dello Stato. E il premier Renzi intensifica l’attivita’ diplomatica dentro e fuori il suo partito. Il Pd fa sapere che il nome del suo candidato arriverà prima di sabato, quando ci potrebbe essere il voto decisivo.
Scheda bianca alle prime tre votazioni, sabato – quando basterà la maggioranza assoluta – il giorno giusto per il nuovo presidente della Repubblica. E’ questa la road map che il premier Renzi, anche nel ruolo di segretario del Pd, proporrà alle forze politiche nelle sue consultazioni che partiranno domattina. Nessuna terna, un solo candidato, sottolinea Renzi, che apre all’ipotesi una donna presidente.
La sua prima sfida sarà quella di compattare il suo partito su un nome condiviso per evitare la brutta figura di due anni fa, quando i franchi tiratori impedirono l’elezione di Romano Prodi. Ma la partita del Quirinale, spiega Renzi, non è un referendum sul mio governo e va tenuta distinta dalle riforme e dalla legge elettorale. Una precisazione quella del premier segretario, rivolta soprattutto alla minoranza del suo partito, che si oppone all’ipotesi di una candidatura frutto del patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi; e che sembra considerare il voto per il capo dello Stato il banco di prova di un nuovo partito della sinistra, prospettiva più concreta dopo la vittoria di Tsipras in Grecia. Si chiama fuori da questa strategia il Movimento 5 Stelle che insiste nel chiedere a Renzi quattro nomi sui quali far votare la Rete.
Domani sera, nell’ambito delle sue consultazioni, Renzi incontrerà Berlusconi, che a sua volta dentro Forza Italia non riesce a ricucire lo strappo di Fitto, mentre sta trovando una linea comune con il Nuovo Centrodestra di Alfano per un candidato di area popolare. Mentre il leader della Lega Salvini avverte: i nostri voti saranno decisivi.
Fonte. Radio Vaticana