Enormi sono le responsabilità di chi, calpestando il pudore nel modo di vestirsi o negli atteggiamenti, dà scandalo al prossimo. Ed oggi, purtroppo, anche attraverso le reti sociali, la pornografia e l’impurità sono diventate dilaganti. Cosa fare? Intanto, iniziare a ricostruire la verità, indagando i responsabili primari dello sfascio che c’è (senza paura!)
— I primi responsabili —
Sulla “Rivista internazionale delle Società Segrete” troviamo la spiegazione di quanto sta avvenendo sotto gli occhi di tutti; sono parole tanto chiare quanto diaboliche: “La religione non teme la punta del pugnale, ma può cadere sotto il peso della corruzione. Non stanchiamoci quindi di corrompere. Rendiamo popolare il vizio nelle moltitudini: bisogna che lo respirino i cinque sensi, che lo bevano, che ne siano sature. Fate dei cuori viziosi e non avrete più cattolici”.
In altre parole: per distruggere la Chiesa… meglio la corruzione che la persecuzione. Quindi lo scopo della Massoneria è fin troppo chiaro e, da buoni figli della Massoneria, anche il Comunismo ateo e il ‘Capitalismo selvaggio hanno individuato nella corruzione la via migliore per giungere alloro scopo: la sparizione della fede, l’eliminazione della Chiesa e l’asservimento dell’umanità. Riporto senza alcun commento, alcune frasi stralciate dai loro programmi.
Commenta il Card. Ratzinger: “C’è qualcosa di diabolico nel modo con cui si sfrutta il mercato della pornografia e della droga. E infernale una cultura che persuade la gente che il solo scopo della vita sono il piacere e l’interesse privato”.
1) “Corrompete la gioventù; alienatela dalla religione; fissate la loro attenzione sul sesso; lasciateli diventare superficiali; distruggete il loro idealismo; provocate con ogni mezzo il crollo delle virtù morali, dell’onestà, della purezza” (Manuale per i comunisti della Florida).
2) “Il nostro compito è di promuovere l’ondata della pornografia e di presentarla con simpatia come il fine supremo della libertà artistica” (Parola d’ordine del Partito Comunista Italiano).
3) “Se vogliamo distruggere una nazione, dobbiamo prima distruggere la sua morale; poi ci cadrà in grembo come un frutto maturo. Svegliate l’interesse della gioventù per il sesso e sarà vostra” (Lenin).
4) “Abrogate tutte le leggi contro l’oscenità. Distruggete il senso morale diffondendo la pornografia nei libri, nei periodici, nei cinema, alla radio e in televisione. Presentate le degenerazioni sessuali come normali, naturali, favorevoli all’equilibrio psichico e igienico. Distruggete la famiglia, favorendo le unioni libere e il divorzio” (Direttive impartite ai comunisti degli Stati Uniti).
5) “Quando l’uomo sarà divenuto un essere che striscia, che grugna e salta sulla femmina, e voi continuerete soltanto ad accarezzare il suo sesso e a scatenare la bestia che è in lui, allora il porcile diventerà un macello. La carne che offrite nelle vostre riviste illustrate è buona tutt’al più ad essere venduta, schernita, torturata, uccisa e bruciata” (Jean Cau, scrittore francese).
6) “La prima conquista da fare è la conquista della donna… La donna deve essere liberata dalle catene della Chiesa e della legge… Per abbattere il Cattolicesimo, bisogna cominciare col sopprimere la dignità della donna; la dobbiamo corrompere assieme alla Chiesa. Diffondiamo la pratica del nudo: prima le braccia, poi le gambe, poi tutto il resto. Alla fine la gente andrà in giro nuda o quasi, senza più battere ciglio. E, tolto il pudore, si spegnerà il senso del sacro, s’indebolirà la morale e morirà per asfissia la fede” (Piano Massonico).
7) “Abbiamo associato giovinezza, musica, sesso, droga e rivoluzione con tradimento: è molto difficile andare oltre” (Jerry Rubin, rivoluzionario americano).
— I complici —
Colpevoli o meno, ci sono persone che danno man forte a questi assassini del pudore, attuando e divulgando il loro progetto criminale. I primi complici sono i padroni dei mass-media (cinema, televisione, stampa, industria discografica…) e coloro che operano alloro interno. Non tutti, ma sicuramente tanti, troppi. Per i padroni lo scopo e fare soldi, per gli operatori ‘far carriera’, e davanti al miraggio dei soldi e della carriera non c e pudore che tenga!
Con falsi pretesti e cioè in nome dell’arte, in nome del diritto alla libertà di espressione, in nome del dovere di rappresentare la vita nel modo più realistico possibile, il cinema e la televisione hanno ucciso il pudore.
“Non è lecito rappresentare il male — ci ricorda il grande Papa Pio XII — quando risulta approvato o quando è descritto in forme eccitanti, insidiose, corrompitrici”. E diceva questo il 28 ottobre 1955. Cosa direbbe del nostro tempo che ha spalancato le fogne, e che nella rappresentazione del male non solo non si ferma davanti ai più elementari principi morali, ma neanche davanti ai limiti imposti dal buon gusto? Già il cinema ha fatto danni enormi e la televisione ha completato l’opera. Se il cinema bisogna andarselo a cercare, la televisione ce la troviamo in casa; se il cinema raggiunge una minoranza di persone, la televisione raggiunge tutti; se il cinema mette un filtro sia pur minimo alle sue “porcate” vietando la visione di certe pellicole ai minori di 14 o 18 anni, la televisione è accessibile a tutti, anche ai bambini più piccoli.
L’industria discografica poi si è incanalata molto bene nel filone “porno” (o “porco”) che è stato aperto da cinema e televisione. Anche il teatro e gli spettacoli di danza classica stanno imparando molto bene a navigare in questa corrente che porta, in modo ormai scoperto, verso la “porcificazione” dell’uomo e la “scrofizzazione”della donna.
Dopo gli uomini e le donne di spettacolo (produttori, sceneggiatori, registi, attrici e attori), c’è una seconda categoria dì complici: gli “uomini di cultura”: scrittori e giornalisti.
Pesa su molti scrittori la responsabilità di fare apparire il sesso più necessario dell’aria che si respira. Anche i giornalisti hanno le loro colpe. Quando una ragazza è violentata, condannano senza mezzi termine l’aggressore (articoli sui giornali e dibattiti in televisione), ma poi non spendono una parola per condannare chi ha largamente contribuito a fare di quell’uomo un “mostro”. Condannano la violenza fisica, e fanno bene, ma non condannano la violenza psichica e spirituale che i mercanti di pornografia, primi fra tutti, hanno compiuto contro quell’uomo, seppellendo la sua innocenza di bambino sotto i cumuli di immondizie dei loro escrementi cerebrali.
Dopo gli uomini di spettacolo, dopo gli uomini di cultura, c’è una terza categoria di complici: gli uomini di legge, quelli che fanno le leggi (i parlamentari e gli uomini di governo) e coloro che le applicano (i Magistrati).
In fatto di decenza la legge pone come limite invalicabile il “comune senso del pudore”. Dunque per la legge ha diritto di cittadinanza tutto ciò che non scandalizza più la maggioranza delle persone; e siccome il “comune senso del pudore” va diminuendo, aspettiamoci per i tempi futuri un’alluvione di pornografia a tutti i livelli e in tutti i settori.
Ma chi è che stabilisce qual è il “comune senso del pudore” degli italiani oltre il quale non si può andare? Lo decide il giudice. E il giudice decide ovviamente non in base a un sondaggio, ma in base alle sue convinzioni, che possono essere di manica larga o addirittura “sbracate”. O forse a decidere è… la sua viltà. Infatti se si permettesse di bocciare un film, o un libro, che alcuni desiderano vedere in circolazione, dovrebbe fare i conti con l’ironia e il disprezzo di tutti i mass-media, pronti a scatenargli contro una campagna di stampa… di stampo intimidatorio.
Per evitare che una pellicola cinematografica sia bocciata e quindi eliminata dal circuito dei nostri cinema da un magistrato serio e coraggioso, la legge ha inventato un trucco: un film, contro cui fioccasse una denuncia, sarà giudicato dal magistrato competente sul territorio in cui il film è stato proiettato per la prima volta. E così un produttore di films pomo, per scegliersi il magistrato che giudicherà le sue pellicole, fa proiettare la “prima” dei suoi films nella città in cui opera un magistrato di suo gradimento. Questo è l’unico caso previsto dalla legge in cui l’imputato può scegliersi il giudice che vuole!
Per eliminare questo assurdo privilegio basterebbe riconoscere la facoltà di giudicare al magistrato competente nella città in cui viene sporta la denunzia.
Eh, già! Ma allora ci sarebbe il rischio di sequestro del film, ed è proprio questo rischio che i produttori non vogliono correre e che la legge li aiuta a non correre.
Qui è fin troppo evidente il tradimento compiuto dalla legge, che in questo caso non tutela i cittadini onesti, ma i porci di professione! Inoltre i nostri politici, oltre a non ostacolare in alcun modo i produttori di pornografia, li finanziano con i soldi di tutti gli italiani. La legge infatti prevede che siano concessi finanziamenti a fondo perduto a tutte le pellicole che ottengono dalla censura il visto di proiezione.
Cito, a conferma, il film “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. Tratto dal romano omonimo, che un Procuratore della Repubblica, nel suo ordine di sequestro, ha definito “un ammasso di fango nel quale i protagonisti sprofondano sino alla morte”, questo film, prima di essere eliminato, ha ricevuto ben 700 milioni di contributi da parte dello Stato (700 milioni del 1973, cioè circa 5 miliardi di oggi…), soldi che, dopo il sequestro, il produttore non ha dovuto restituire allo Stato!
In Italia, su oltre 2 mila films esaminati in 10 anni dalla censura dello Stato, solo due (!) sono stati bloccati. Tutti gli altri, secondo i censori, sono films rispettosi del “comune senso del pudore” e quindi.., meritevoli di contributi.
Per avere una sia pur pallida idea di quale fanchiglia sia stata riversata sull’Italia, con la benedizione della legge e con il soldi che lo Stato ha succhiato ai cittadini, ecco i titoli che parlano da soli:
— La ragazzina – Cugini carnali – Nipoti miei diletti – La minorenne – La cameriera – La nipote – La cognatina – Il fidanzamento – L’amica di mia madre – Quell’età maliziosa – La nuora giovane – L’adolescente – La bolognese – La collegiale – La commessa – Le dolcizie – L’educanda – Un vergine in famiglia – O mia bella matrigna – La moglie vergine – Vizio di famiglia – L’infermiera di mio padre – La novizia – L’infermiera – La supplente – Lezioni private – La liceale – Lo stallone – La mogliettina – La studentessa – L’ingenua – La verginella – Giuochi erotici di una famiglia per bene – La nipote del prete
E per completare il quadro dell’italica porcilaia, aggiungiamo ai titoli dei films, i titoli di alcune riviste che circolano col permesso dello Stato. È solo un piccolo assaggio: — Amore erotico – Bambola sesso – Confessioni scabrose – Erotik special – Gay – Gioventù perversa – Incesto – La porta dei 69 vizi – I libri del peccato – Le maliziose – Il meglio dell’erotismo – Il mio sesso nudo – Mi spoglio – Il montatore – La negra lussuriosa – Le ninfomani – Novelle erotiche – Nudist – Ora sexy – Orgies – Paradiso erotico – Peccati carnali – Piacere perverso – Le più audaci posizioni del piacere – Porno fumetti – Pornogiuochi – Storie torbide – Tre volte femmine – La tua pelle nuda – Una ninfetta per godere – Le vampire del sesso – Le vogliose
Tutte queste riviste e molte altre ancora, tutti questi films e molti altri ancora (vere e proprie pattumiere di immondizie) possono circolare liberamente perché secondo lo Stato sono in regola col “comune senso del pudore”.
Detto brutalmente (ma purtroppo è verità!): con questa politica “schifosa” lo Stato si manifesta “ipocrita”: punisce chi crea molestie sessuali alle donne (e fa bene!), punisce chi crea molestie sessuali ai minori (e fa benissimo!), ma poi benedice e, in certi casi, coraggia con i soldi di tutti chi, per mezzo di films o di riviste pomo crea molestie sessuali a milioni di persone. E non si dica che in questo caso, trattandosi di cose gradite e cercate, non si può parlare di “molestie”. Saranno gradite e cercate finché si vuole, ma sono purtroppo dannose: ai singoli.., perché ne turba il delicato equilibrio interiore, e alla società… che, per la presenza di troppi squilibrati tra le sue file, subirà inevitabilmente conseguenze amare.
Oltre ad essere “ipocrita”, lo Stato, regalando soldi ai “baroni della pornografia”, si manifesta anche “ladro”, perché usa per uno scopo immorale parte delle tasse che succhia ai cittadini (compresa la povera gente!).
Va inoltre segnalata la “pornografia a tradimento”. Una domenica due genitori vanno al cinema con i loro figli per vedere un film pulito e magari anche educativo. All’improvviso salta fuori la pubblicità di altri films lurìdi che verranno proiettati prossimamente e che quei genitori non potevano prevedere. Chi li difende, e soprattutto chi difende i loro bambini da quel tanfo di fogna che giunge all’improvviso? E che prevede la legge in situazioni come queste? Nulla.
— I latitanti —
Davanti a questo stato di cose i primi ad allarmarsi dovrebbero essere i genitori. Quando l’impurità entra nel cuore dei loro figli, attraverso i vari canali di cui si serve la spudoratezza (pornografia, certa moda, ecc…), c’è poco da stare allegri: è un cancro che può intaccare tutto l’organismo spirituale (mente, cuore, volontà) e talvolta non solo quello. Eppure la stragrande maggioranza dei genitori non avverte la gravità della cosa. Alcune mamme arrivano addirittura alla complicità con le loro figlie. Altri genitori, che invece avvertono il problema e ne soffrono, sanno già in partenza l’assoluta inutilità di ogni tentativo di fare ragionare le loro figlie… A questo livello di impotenza è stata ridotta la famiglia.
Oltre ai genitori, anche la Chiesa ha molti e gravi motivi per preoccuparsi di questo stato di cose: soprattutto perché è in giuoco la salvezza eterna dei figli che Dio le ha affidati; e chi non percorre la via del pudore e della purezza, non è certo sulla strada buona che porta al Paradiso.
Riconosciamolo con estrema umiltà: man mano che il problema dell’indecenza andava crescendo, noi, invece di opporci con maggiore impegno, abbiamo sempre più abbassato il tono. E ora che è arrivato a livelli spaventosi.., la nostra voce si è quasi spenta del tutto. Strano modo di curare le anime!
Dice il Signore (Mt5,28): “Chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”. E Giovanni Paolo II l’8 aprile 1981 ha detto: “Queste parole, pronunziate una volta (da Gesù)… si riferiscono all’uomo di tutti i tempi e luoghi”.
— I traditori —
La Chiesa rivive nei secoli il dramma del suo Signore. Gesù è stato tradito da Giuda e anche la Chiesa ha oggi i suoi Giuda. Mi riferisco ai lupi rapaci che sono tra noi non in veste di agnelli, come diceva Gesù (Mt. 7,15), ma peggio ancora: in veste di pastori.
Non c’è punto della fede e della morale che non sia stata stravolta da questi falsi pastori. Era dunque prevedibile che anche il pudore incontrasse i suoi “Giuda”; ed è quanto è avvenuto. Mi rendo conto che la denuncia è grave, ma purtroppo è più che motivata. Prego il lettore di soppesare le citazioni che seguono. Potrei portarne una valanga, ma per questione di spazio mi limito a sette.
Dal libro “Guardarsi ad occhi aperti”:
1) “C’è una sola strada: concedere un posto legittimo nella famiglia ad una nudità intermittente, ragionevole, sia individuale che collettiva.., tutti i membri della famiglia possono vedersi nudi l’un l’altro… Una nudità intermittente e ragionevole è necessaria! “.
2) “… la nudità sarà veramente ragionevole e quindi anche più comoda… negli esercizi fisici, nel fare ginnastica, nella maggior parte delle specialità di atletica e soprattutto nel nuoto”.
3) “Quando la nudità non sarà più diffamata dalla morale, dovrà essere accolta con pari diritto tra le vane forme dell’abbigliamento”. (Dunque… la morale è colpevole perché diffama una nudità innocente e Dio, fonte della morale, è anche lui colpevole di indebita diffamazione!! !).
A sostenere queste idiozie sono un medico e uno psicologo tedeschi: P. Krans e Friedrich E.F. Von Gagern, ma la cosa più grave è che questo loro libro è stato pubblicato dalle “Edizioni Paoline”, la più grande Casa Editrice Cattolica (?) italiana.
4) “La permanenza nei campi nudisti potrebbe — eccezionalmente — risultare salutare per alcuni soggetti sessualmente inibiti” il pensiero del gesuita P. Perico, pensiero citato e condiviso dal teologo moralista Leandro Rossi nel suo pessimo libro “Il piacere proibito”, pubblicato da un’altra Casa Editrice Cattolica (?), l’Editrice “Marietti”.
Nello stesso libro l’autore, parlando dei metodi che uno psicoterapeuta può usare con i suoi pazienti, sostiene che:
5) “Mai il materiale pornografico è utilizzato così bene come quando può aiutare un malato a guarire”.
Sono voci isolate? No. Nel 1977 è uscito un libro:
“La sessualità umana”, fatto pubblicare dal Comitato Direttivo dell’Associazione dei Teologi Cattolici (?) Americani; dunque un coro di voci! Ebbene questo libro, tra i suoi autori c’è anche una suora (Agnes Cunmnghain), è stato poi pubblicato in Italia da un’altra Casa Editrice, infetta di Protestantesimo, che si spaccia per cattolica, la “Queriniana”; e contiene non poche perle deliziose come queste:
6) “Vari studi di carattere sociologico rivelano che sulla maggior parte della popolazione il materiale pornografico ha oggi un effetto negativo minimo o nullo”.
7) “Dovremmo considerare meno gli oggetti esplicitamente pornografici e la loro “bontà” o “malizia” oggettiva, per concentrare maggiormente la nostra attenzione sugli effetti generali e diretti di questo materiale… Il criterio di giudizio consiste nel chiederci in che misura il linguaggio o il materiale pornografico è veramente promozionale o mortificante della crescita creativa verso un cristianesimo maturo… In questa prospettiva noi riteniamo che una gran parte del materiale pornografico sia indifferente per la maggior parte degli adulti”.
Dunque anche la pornografia, secondo “questi maestri di fede”, di una fede “americana”, può fare bene all’anima e… far crescere nell’amore di Dio e del prossimo!
Inoltre ci sono dei preti che nelle sale parrocchiali proiettano films pomografici… sfido chiunque a smentirmi quando affermo che nei cinema parrocchiali si proietta vera e propria pornografia. Il film “Proposta indecente”, che alla sua uscita ha fatto molto rumore, gira tranquillamente nelle nostre sale parrocchiale, e neanche a titolo di “ciniforum”, ma come spettacolo del sabato sera e della domenica ed è visibile anche a ragazzini di appena 14 anni. E anche sotto i 14 anni i nostri bambini possono nutrirsi, nelle nostre sale, di vere e proprie porcherie.
È dunque più che motivato l’allarme di Giovanni Paolo II: “Il mio appello si fa accorato e si rivolge a tutti gli operatori della comunicazione sociale… non corrompete la società, e in particolare i giovani, con la rappresentazione compiaciuta del male… dell’abiezione morale…” (24-5-1984). E se questo appello vale per tutti, non dovrebbe valere, a maggior ragione, per le sale cattoliche?
A chi desiderasse approfondire quest’argomento, suggerisco la lettura di un mio opuscolo “I cinema parrocchiali – Immoralità all’ombra del campanile” (pag. 28 – Per ricerverlo basta chiederlo al mio indirizzo: Don Enzo Boninsegna – Via Polesine 5 – 37134 Verona – Tel. 045/8201679).
— Danni spirituali —
1) Danni alla vita spirituale propria. Quando si vive nel pantano dell’immodestia, il Vangelo pian piano perde il suo fascino. Si perde il gusto delle cose di Dio. L’immodestia è la paralisi dell’anima.
2) Danni alla vita spirituale del prossimo. Parlando alle ragazze romane di Azione Cattolica il Papa Pio XII si esprimeva così: “Se alcune cristiane sospettassero le tentazioni e le cadute che causano negli altri con i loro abbigliamenti e le mode immodeste, resterebbero atterrite dalla loro responsabilità”.
3) Il rischio concreto dell’Inferno. La piccola Giacinta (una dei tre veggenti di Fatima) quando, in aspettativa d’essere ricoverata nell’ospedale di Lisbona per essere operata, verme ospitata nell’Orfanotrofio di Nostra Signora dei Miracoli, veniva visitata spesso dalla Santissima Vergine. Dopo il colloquio celeste, la bimba comunicava quello che la Madonna le aveva detto alla Superiora dell’Orfanotrofio, Suor Maria della Visitazione, la quale prendeva nota dei suoi detti più Caratteristici. Eccone alcune che riguardano l’argomento trattato:
1 – “I peccati che portano più anime all’Inferno sono i peccati impuri”.
2 – “Verranno certe mode che offende ranno molto Nostro Signore”.
3 – “Le persone che servono Dio non devono seguire le mode”.
(Le Meraviglie di Fatima – di Fonseca Alonso – 25 ed. 1979 – pag. 183).
Perciò l’inferno c’è e ci si può finire dentro, anche solo per aver franato (senza poi pentirsì) nel campo dell’impurità! Se dunque l’immodestia favorisce l’impurità, e se l’impurità spiaria la strada verso l’inferno, non è esagerato affermare che anche l’immodestia regala inquilini all’Inferno.
Certo, anche dopo aver peccato c’è per tutti la possibilità di salvarsi, ma è bene ricordare che i peccati vanno comunque “pagati” con una dolorosa purificazione in questa vita o in Purgatorio.
vero che chi ha dato scandalo con l’immodestia può pentirsi, cambiare vita, ottenere il perdono di Dio e salvarsi, ma se già ci fosse all’inferno qualcuno a cui io, con i miei scandali contro il pudore, ho regalato il biglietto di andata senza ritorno? terrificante il solo pensano, perché l’Inferno non finirà mai, è eterno!
— Danni sociali —
L’impurità non causa solo danni alle anime e nell’eternità, ma provoca forti scosse e gravissimi danni anche nel tempo e nella vita sociale.
1) Danni alla vita dì relazione. “La liberalizzazione sessuale invece di dare leggerezza e felicità ai giovani e ai ragazzi, li ha resi infelici, chiusi, e di conseguenza stupidamente presuntuosi e aggressivi”. Ha detto questo uno che di sesso se ne intendeva: Pier Paolo Pasolini, il quale con i suoi libri e i suoi films, ha contribuito e non poco a spalancare le porte all’immodestia e alla lussuria. Per la persona ìmmodesta gli altri non contano, non importa se dal suo abbigliamento qualcuno ne riceve disagio, provocazione e danno: l’egoismo è la sua legge!
2) Danni alla salute. L’impurità oggi è diventata anche “paura”, perché circola tra i “galoppini del sesso” la paura dell’A.I.D.S.: l’ultimo regalo di “mamma Lussuria”, perché anch’essa ha stretti legami di parentela con l’indecenza, perché nella maggior parte dei casi nasce dalla lussuria che è la figlia prediletta dell’indecenza.
3) Violenza sulle donne. un problema questo che non solo non accenna a diminuire, ma è in costante e forte crescita. Da anni si assiste a un crescendo vertiginoso di stimoli e di provocazione all’istinto sessuale:
è un vero e proprio bombardamento. Certo questo non giustifica chi fa violenza alle donne. Ci sono in giro persone deboli di testa e di volontà, ci sono in giro maniaci, malati, violenti e perversi di ogni risma, tutta gente senza scrupoli. E chi si ostina a ignorare questo dato lo fa… a suo rischio e pericolo. Purtroppo, anche in questo campo, ci sono vittime del tutto innocenti. Ma chi le aggredisce è ‘solo l’ultimo anello di una catena di responsabili, o meglio di… “irresponsabili”.
Colpevoli di quelle violenze sono anche tutti coloro, uomini e donne, che hanno contribuito, in un modo o nell’altro, a fare del sesso… il “dio” del nostro tempo.
4) La piaga degli aborti. Il problema dell’aborto è complesso, ma chi può negare che anche tra aborto e indecenza ci siano stretti legami di parentela? La scala è sempre la stessa: primo gradino, l’indecenza; secondo gradino, l’impurità; terzo gradino, la morte per aborto di un bimbo innocente!
5) La giustizia di Dio sul mondo ascoltiamo S. Paolo (Ef. 5,3-6): “Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità… neppure se ne parli tra voi, come si addice ai santi; lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini e trivialità: cose tutte sconvenienti… Nessun fornicatore o impuro… avrà parte al regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con vani raggionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira (cioè la giustizia) di Dio su coloro che gli resistono”; (Col. 3,5-6) “Mortificate quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi.., cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disubbidiscono”.
San Giovanni, il prediletto di Gesù, l’Apostolo della dolcezza e dell’amore dice Gv. 3,36): “Chi non ubbidisce al Figlio (di Dio) non vedrà la vita, ma l’ira di Dio incombe su di lui”.
fuori di dubbio che gli spudorati e le spudorate di tutto il mondo, ma particolarmente quelli del mondo cristiano e più ancora quelli dell’area cattolica, rientrano in quella massa di ribelli che non ubbidiscono al Figlio di Dio e perciò… anche su di loro incombe l’ira di Dio!
Il castigo fatto piovere sulle città di Sodoma e Gomorra insegna (cfr. Gen. 19, 1-29). E quelle città avevano, rispetto a noi, meno colpe e più attenuanti: meno colpe, perché i loro peccati non erano amplificati a livello planetario, come avviene oggi con il cinema e la televisione; e più attenuanti, perché quei poveri disgraziati non avevano conosciuto Cristo; molti di noi invece, pur avendolo conosciuto e pur dicendo di amarlo… gli sputano in faccia senza rimorsi con la loro vita da suini!».
Concludiamo con qualche riflessione di Don Dolindo Ruotolo e Don Giuseppe Tomaselli, due santi Sacerdoti morti di recente. «Il mondo corre ormai follemente verso l’impurità più sfacciata. La moda ha l’intento di ostentare la carne e quindi tende sempre più a spogliare. Le donne prendono a modello del loro abbigliamento le peggiori sgualdrine del cinema e del televisore. Non si riesce a capire come queste donne possano credersi senza colpa grave, quando è chiaro a tutti che le loro esibizioni fanno nascere cattivi pensieri, inducono a peccati di desiderio, spingono alle peggiori degradazioni, favoriscono la tentazione all’adulterio, causando la rovina di tante famiglie.
Donna senza pudore credi di piacere agli uomini? Tutt’altro! Ti corrono dietro per prendersi gioco di te:
Sognano l”usa e getta” e tu nemmeno lo sospetti; ti lodano a parole, ma in cor loro ti disprezzano; fingono d’essere affascinati dalla tua bellezza, ma non ti sposerebbero mai, mentre tu ti illudi di “trovare un buon partito”; parlano tra di loro di te, chiamandoti con titoli vergognosi, e tu ti illudi che siano ammaliati dal tuo fascino. L’ammirazione che fingono dì avere per te è puramente sensuale e ti guardano come un “oggetto di piacere” e ti disprezzano uguagliandoti alle prostitute.
Quando l’uomo era innocente, prima del peccato originale, non aveva bisogno di coprire il suo corpo, perché tutto in lui era così ordinato e così elevato in Dio che la grazia lo ammantava di splendore e la sua stessa carne traspirava innocenza. Dopo il peccato, Dio misericordiosamente lo rivestì, perché la povera mente dell’uomo, annebbiata e sconvolta, e il suo povero cuore, deviato dal proprio fine, fossero aiutati a non concentrarsi sulla materia. Lo sguardo dell’uomo, che aveva ormai smarrito l’immensità del cielo e si era concentrato sulla propria vita terrena, sarebbe stato sconvolto dalla visione del corpo, per cui Dio volle che il corpo fosse coperto (Gen. 3,21): “Il Signore Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì”».
Dio veste la sua creatura e Satana la spoglia, perché, essendo spirito immondo, prova gioia in tutto ciò che è degradante. Una donna scandalosa porta il segno della più disgustosa schiavitù, perché non obbedisce a Dio, suo Creatore e Padre, ma ubbidisce a Satana, suo acerrimo nemico, e ai vili manovratori della moda che le impongono ciò che vogliono. La moda immodesta ti rende praticamente la donna di tutti, gli sguardi avidi degli uomini si posano su di te con desideri impuri, così che tu diventi come una donna di strada, offrendoti per colpa tua allo sguardo torbido di uomini viziosi, e torni a casa carica di colpe e di iniquità, perché tutti gli sguardi dati a te con malizia sono peccati che si commettono. Tali peccati sono imputabili a chi ti guarda, ma prima di tutto e più di tutto sono imputabili a te, che ne sei la causa volontaria.
Un giorno, quando la morte ti strapperà dal mondo e comparirai davanti al Giudice divino per essere giudicata, toccherai con mano le colpe che gli uomini avranno commesso nel vederti vestita in maniera indecente e tu stessa ne sarai inorridita per i tuoi scandali. La moda non ha come fine il giusto risalto della bellezza della creatura di Dio, ma il trionfo dei sensi; continua a cambiare non tanto per la varietà, quanto per fermare l’occhio su una particolare attrattiva del corpo, perché una donna che comincia gradatamente a svestirsi, non si ferma che quando non ha più nulla da togliersi.
La donna dovrebbe ricordare spesso le sagge parole del Papa Pio XI: «Quando pensate al vostro abbigliamento, pensate anche, o donne, a come vi ridurrà la morte».
Tutto passa ma l’anima sopravvive alla morte e vivrà per sempre, dunque bisogna preoccuparsi principalmente della sua salvezza eterna. Un corpo curato peccaminosamente in vita, sarà un corpo obbrobrioso nella resurrezione. E chi vuole essere così insensato da profanarlo in vita per sfigurarlo e farlo soffrire in eterno?
Approfondimenti di Daniele Venturi (Fonti: Web, Campagna antitratta, Medjugorje Altervista)