Categorie: Pax et Justitia

In Egitto si muore “a vista”. Oltre 700 cadaveri tra strade, Chiese (devastate) e Moschee. Le parole del Papa e di Obama

An Egyptian takes video of the burning remains of the Rabaah al-Adawiya mosque, in the center of the largest protest camp of supporters of ousted President Mohammed Morsi, that was cleared by security forces, in the district of Nasr City, Cairo, Egypt, Thursday, Aug. 15, 2013. The death toll keeps going up in Egypt after security forces swept through two sit-in sites yesterday, operated by supporters of Morsi. An Egyptian Health Ministry spokesman now says over 400 people died in the violence that has prompted international criticism. (AP Photo/Ahmed Gomaa)

CAIRO – La situazione dell’Egitto sembra aggravarsi di ora in ora, secondo le ultime stime ufficiali i morti sarebbero 638, oltre 40 dei quali sono poliziotti. E poi ci sono almeno 3.500 feriti. Altre fonti parlano di almeno 700 morti. Ma i fratelli musulmani continuano a insistere su cifre più alte, parlando addirittura di 4.500 vittime. «Rabaa – la piazza dei pro-Morsi sgomberata mercoledì al Cairo dai militari egiziani, ndr – è la nostra Tienanmen», afferma su Twitter il portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad El-Haddad, facendo propri alcuni titoli della stampa internazionale. La battaglia di cifre è proseguita anche dopo il coprifuoco che dopo le 21 di mercoledì ha smorzato la tensione e gli scontri tra manifestanti e forze di polizia. Inoltre il ministero Interno ha autorizzato polizia e militari a sparare contro chiunque tenti di attaccare forze di sicurezza o siti strategici.

Corpi ammassati dentro una moschea

La moschea Al Iman al Cairo trasformata in obitorio Decine di cadaveri, avvolti in un lenzuolo bianco e in alcuni casi raffreddati da una busta di plastica verde piena di ghiaccio, sono allineati in alcune tra le principali moschee del Cairo, come la al Iman di Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa. Secondo alcuni testimoni i cadaveri, diversi dei quali presentano forti ustioni, sarebbero addirittura intorno ai 250. Scontri a Giza e Alessandria Scontri sono scoppiati tra dimostranti pro-Morsi e polizia ad Alessandria d’Egitto e a Giza. Lo riferiscono fonti sul posto, precisando che si possono sentire colpi d’arma da fuoco. «Fuoco contro chi tenta di attaccare i siti strategici» Il ministero dell’Interno ha autorizzato polizia e militari a sparare contro chiunque di S.Bio.

Guerra civile – In ogni caso l’Egitto è di fronte a numeri da guerra civile. Mercoledì la giornata era iniziata con i carri armati dell’esercito schierati con i manifestanti pro Morsi. I cecchini alle finestre sparavano sulla folla, lacrimogeni, bombe a mano, si parla anche di armi tossiche. Ma i manifestanti, che fanno in larga parte riferimento ai Fratelli musulmani, hanno risposto, ribellandosi allo sgombero. Gli agenti sono intervenuti con veicoli blindati, bulldozer ed elicotteri nei due principali accampamenti dei pro-Morsi al Cairo: quello più piccolo, vicino all’università, e quello principale vicino alla moschea di Rabaa. Il primo è stato sgomberato dopo poche ore; del secondo invece, nella zona orientale di Nasr City e considerato l’epicentro delle manifestazioni pro Morsi, la polizia ha preso il controllo solo nel pomeriggio. La guerriglia iniziata al Cairo si è poi estesa anche ad altre città come Alessandria e in altri centri minori. Centinaia di sostenitori dei Fratelli musulmani hanno assaltato e dato fuoco al palazzo del governatorato a Giza, in Egitto.

Le parole di Obama – «Condanniamo fermamente la violenza contro i civili», la cooperazione non può continuare con l’Egitto nelle attuali modalità: lo ha dichiarato da Martha’s Vineyard, dove sta tarscorrendo le vacanze, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, cancellando le esercitazioni militari congiunte biennali con l’Egitto. E annunciando che ulteriori iniziative potrebbero essere prese. «L’America non può determinare il futuro dell’Egitto, è un lavoro che spetta agli egiziani. Meritano di meglio rispetto a quello che abbiamo visto negli ultimi giorni», sottolinea Obama. Sono gli egiziani che devono determinare il loro futuro: gli Stati Uniti sono un partner dell’Egitto nella ricerca della democrazia. E gli Usa non si schierano con nessun partito o figura politica, conclude il presidente

Le parole di Papa Francesco –  “Giungono purtroppo notizie dolorose dall’Egitto. Desidero assicurare la mia preghiera per tutte le vittime e i loro familiari, per i feriti e per quanti soffrono. Preghiamo insieme per la pace, il dialogo, la riconciliazione in quella cara Terra e nel mondo intero. Maria, Regina della Pace, prega per noi: tutti diciamo: Maria, Regina della Pace, prega per noi”.

Egyptians walk among the burned remains of the Rabaah al-Adawiya mosque, in the center of the largest protest camp of supporters of ousted President Mohammed Morsi, that was cleared by security forces, in the district of Nasr City, Cairo, Egypt, Thursday, Aug. 15, 2013. The death toll keeps going up in Egypt after security forces swept through two sit-in sites yesterday, operated by supporters of former President Mohammed Morsi. An Egyptian Health Ministry spokesman now says over 400 people died in the violence that has prompted international criticism. (AP Photo/Ahmed Gomaa)

22 chiese cristiane distrutte – L’ira dei Fratelli Musulmani contro lo sgombero forzato dei sit-in pro-Mohamed Morsi si scaglia contro i cristiani. In queste ore gli islamisti – riporta Asianews – hanno attacco sette chiese cattoliche e ben 15 edifici religiosi della Chiesa copto-ortodossa e protestante. Gli assalti si sono verificati al Cairo e nel governatorato di Sohag (Alto Egitto).  A dare la notizia è p. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, che sottolinea come questo atto stia passando sotto il silenzio dei media occidentali. Al momento non è chiaro se vi siano vittime e feriti.  La rappresaglia è avvenuta subito dopo gli scontri di questa notte nei quartieri di Nadha e Rabaa al-Adawiya, nella capitale, ad Alessandria, el-Fayum e Suez, dove le forze dell’ordine hanno sgomberato con i bulldozer i campi organizzati nelle scorse settimane dai Fratelli Musulmani. Nell’assalto hanno perso la vita a 95 persone, secondo fonti dell’esercito. Per evitare il caos il governo egiziano ha decretato lo stato di emergenza.

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