Il 1° e 3° sabato di ogni mese, alle ore 21, è tempo di ‘cortometraggi’ sul canale YouTube ‘Redazione Papaboys’ in collaborazione con 3B Film Production.
Uno spaccato di vita che purtroppo perdura nei secoli: la violenza sulle donne.
Il cortometraggio che vedremo insieme racconta con le immagini e la ricostruzione filmica di Marina Brasiello e Victor Maxwell Daniel, un femminicidio avvenuto 30 anni.
Una ragazza di 19 anni è stata violentata e strangolata e abbandonata in una stazione ferroviaria fuori uso in Toscana, dal fidanzato. Il suo nome era Rossana Wade. Il ragazzo si è sempre proclamato innocente.
Sono passati 30 anni dalla notte in cui Rossana Jane Wade fu assassinata. Aveva 19 anni. Il 1° marzo del 1991 era un venerdì sera. Rossana venne strangolata tra le ore 2 e le ore 3 del mattino del 2 marzo. Il suo corpo senza vita venne scoperto il sabato alle ore 8,30, abbandonato all’interno di un casello ferroviario, sulla strada che da Chiaravalle di Alseno porta a Fiorenzuola. Venne fermato il fidanzato di Rossana, un ventenne milanese. All’alba di domenica 3 marzo fu prelevato dai carabinieri dalla sua casa a Milano e portato nella caserma di via Moscova per essere interrogato e poi al carcere di San Vittore. Il 6 marzo il fermo giudiziario venne tramutato in arresto. Il giovane, che si proclamò sempre innocente, fu condannato per omicidio volontario, prima ad una pena di 23 anni, poi ridotta a 14 anni e 7 mesi.
L’omicidio avvenne per strangolamento (racconta Libertà.it). Probabilmente prima venne usato un laccio, che però non fu mai ritrovato, poi le mani. Il delitto si consumò probabilmente in un altro luogo rispetto a quello del ritrovamento del cadavere; forse sull’auto del ragazzo.
Il corpo di Rossana venne lasciato sul pavimento in una stanza al piano terra del casello (demolito alcuni anni fa). Venne ritrovato dal conducente di una pala meccanica, che stava lavorando in zona. Il corpo era seminudo. L’abito che indossava Rossana era strappato, forse per far credere che ci fosse stata violenza sessuale. L’autopsia però non mostrò segni di stupro. C’erano segni di graffi e leggere lesioni, procurate dall’assassino forse nel toglierle i vestiti.
Nel cortometraggio la vicenda è sviluppata con assoluta delicatezza e rispetto della drammaticità dell’accaduto, e l’intento della produzione è stato quello di alzare la voce per denunciare una tipologia di fenomeno, il femminicidio appunto, che continua a mietere vittime nonostante alcuni tentativi legislativi di arginare la triste piaga sociale.
Le musiche sono di Gabriele Tosi, Eric Daniel e Fabio Macera . Produzione Brasiello, Daniel in collaborazione 3B Production Film.
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