In molti chiedono: è questo il tempo dell’ AntiCristo? Non temere nulla e prendi l’armatura di Dio!
Di fronte alla confusione e al disorientamento, che minaccia tanti fratelli per il levarsi di voci “autorevoli” che disapprovano, come priva di fondamento, la loro esperienza spirituale di conversione, dovuta agli interventi molteplici di Maria, dobbiamo conservare la pace, unita alla prudenza dei serpenti e alla semplicità delle colombe. Anche se un clima “ufficiale” di derisione, e, nel caso migliore di commiserazione, accompagna spesso chi crede negli interventi di Maria, dobbiamo stare tranquilli e non dubitare, perché ciò che ci porta a Dio e rinnova la nostra vita non può essere che opera di Dio.
Sappiamo che “è necessario che avvengano gli scandali” e che “il fratello darà morte al fratello”, ma non per questo cessiamo di rimanere piccoli, ben sapendo che il Vangelo comanda di farsi bambini, smettendo di crederci adulti per venirne fuori.
La cosa più importante che possiamo fare è quella di impegnarci totalmente con la preghiera e il sacrificio per la santificazione della Chiesa. Tanto più saremo disposti a questo, quanto prima la nascente aurora scaccerà l’oscurità. Questa oscurità fa parte del tempo dell’Anticristo, in cui – secondo la parola di Gesù – “perfino i migliori possono venire ingannati”. Ci sono situazioni che anche gli eletti possono affrontare soltanto “se i giorni della prova saranno abbreviati”. La preghiera e il digiuno sono gli unici mezzi per scacciare il demonio dalla Chiesa. Essi stanno a disposizione di ciascuno di voi.
CONDANNARE O CORREGGERE? Dobbiamo fare opera di illuminazione verso molte frange di devoti, che peccano di anacronismo o di facili misticismi o devozionismi, perché si conformino al sentire della Chiesa, al sentire – per intenderci biblico e liturgico e lo accettino docilmente, sotto la guida dei pastori che “Dio ha posto a reggere la chiesa di Dio”. E quello che si può fare nei gruppi, quando c’è un sacerdote o una persona che ha esperienza di chiesa, mentre è facile che persone, pur di buona volontà, quando vengano abbandonate a sé stesse, siano esposte ad ogni spirar divento, e non invece allo spirito del Vangelo, a cui sempre porta Maria.
“NON DISPREZZATE ALCUNO DI QUESTI PICCOLI”. Ma nello stesso tempo non si disprezzi nella Chiesa il carisma profetico dei piccoli e dei semplici, perché “ad essi vengono svelati i misteri del regno di Dio”: sorgono gli indotti e rapiscono il regno Dio! (S. Bonaventura). Noi preghiamo per i pastori, presi più di mira dal maligno, perché siano sopra le parti, “fatti modelli del gregge, non spadroneggianti sull’eredità loro affidata” (1 Pietro 5). E non imbocchino la strada più comoda del compiacere a quelli che hanno voce in capitolo o che premono nel senso della moda corrente; e non rinuncino a un discernimento, che farà loro scoprire forze genuine della chiesa. Temiamo per quelli che assumono atteggiamenti da miscredenti, perché troppo fiduciosi nella propria razionalità.
Nessuno resiste oggi senza Maria, che conosce le trame e la tattica dell’avversario e che può tenergli testa, come madre della Chiesa. L’umiltà è il solo vaccino contro ogni tentazione. Siamo tutti immersi nelle tentazioni, anche se non ce ne rendiamo conto. Occorre l’umiltà che ci dà la grazia di vederle e la forza per non soccombere. Grazie a Dio abbiamo davanti l’esempio di pastori, che brillano per un comportamento lungimirante e pieno di comprensione, che non li lascerà certamente delusi.
GRUPPI DI PREGHIERA: ACCOGLIERLI ED UTILIZZARLI. Accogliete dunque, orientate, utilizzate i gruppi di preghiera, non avversateli. Spesso i loro aderenti vengono confusi con quei devoti irrequieti, che corrono da un veggente all’altro in cerca del prodigioso. I gruppi di preghiera si propongono un cammino di santificazione, e traducono in pratica l’insegnamento evangelico di “pregare sempre senza stancarsi mai”: sono la linfa del corpo. Sono un grande dono per le nostre comunità, perché continuano la preghiera di intercessione di Gesù al Padre. Non vanno ostacolati perché magari non sono attivi nelle direttive pastorali. C’è chi lavora e c’è chi prega e rende fecondo il lavoro. Non è di tutti capire e operare alla stessa maniera. La Chiesa è fatta soprattutto di piccoli da” non disprezzare” e da ”non scandalizzare” con prese di posizione che rinneghino il loro carisma particolare. A.
Fonte: Eco di Medjugorje nr.58