I genitori la portano dall’esorcista perché da circa sei mesi è agitata e urla la notte e giorno. Non parla, non cammina, rifiuta la pappa e a stento succhia il latte. Quello che impressiona è che respinge e getta lontano ogni oggetto sacro. Dicono i genitori che temono una fattura.
«Intervengo con l’esorcismo – osserva Padre Cavallo – la reazione della bambina è furiosa, con la manina cerca di strappare la stola. Ritornano il giorno seguente. La bambina ha riposato, non ha più urlato. Ripeto l’esorcismo. Ritornano per la terza volta, la piccola comincia a dire parole, fa i primi passi, sorride. La mamma la tiene tra le braccia e si avvicina alla scrivania. La bambina, già assolutamente “allergica” a ogni oggetto sacro, allunga la manina, prende un crocifissetto dal tavolo e con un gran sorriso se lo stringe al petto. E tutto finito».
Ha un problema, mentre gli mancano solo tre esami per la laurea già in cantiere, è bloccato negli studi da diciotto mesi. Eppure è stato sempre un ottimo studente.
«Mi racconta che diciotto mesi prima una collega di università gli aveva fatto la proposta di fidanzamento. Lui si era rifiutato – spiega l’esorcista – dicendo che a questo problema avrebbe pensato dopo la laurea. La ragazza ferita sul vivo, giura d’impedirgli lo studio. Va da un mago, si fa confezionare tre dolcetti stregati e li dona al giovane che, inconsapevole del tranello, li mangia. Scatta il meccanismo del blocco negli studi. Gli dico che l’esorcista non può aiutare se il paziente non fa una scelta di Dio e di pratica di vita cristiana. Lui accetta e s’impegna sul serio ad essere praticante, anzi fa grande apostolato».
Durante gli esorcismi lo studente si congestiona la testa, emette bava e chiazze di sangue. Dopo tre mesi è in grado di dare uno dei tre esami residui. Supera l’esame col voto di trenta. «Lo invito a venire con me a Lourdes – rammenta Padre Cavallo – Il 7 agosto 1987 è con me alla Grotta. Va prima alle piscine, ma una forza misteriosa lo blocca perché non faccia il bagno. Un gruppo di barellieri lo aiuta e lo portano di peso alla piscina. Alla grotta è prima invaso da un malessere mortale, invoca la Madonna e passa quel momento, improvvisamente gli appare la Madonna che gli dice: “Figlio mio, io oggi ti ho liberato. Abbi cura dei figli miei ammalati”. Dalle orecchie fuoriesce un liquido viscoso che non è né sangue, né pus, né siero. È qualcosa di estraneo nell’organismo. È il residuo della fattura presa sotto forma di dolcetto. È libero ormai! Sette mesi dopo, il 25 marzo 1988 si laurea con 110. Ora è un cardiologo stimato a Cosenza».
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Presenta ripugnanza per ogni cosa o luogo sacro, entra in chiesa ma è costretta a uscirne per gravi disturbi allo stomaco che cessano appena esce dalla chiesa. Quando l’esorcista le impone le mani il ventre si gonfia in modo spettacolare e si sgonfia al tocco del Crocifisso.
«La mano del sacerdote è un ferro rovente che produce scottature – afferma l’anziano esorcista – Rimette una quantità enorme di filtri di sigarette bruciati (non ha mai fumato ed è controllata a vista), caccia dalla bocca batuffoli di bestie di vari colori, treccine e lacci con nodi e una quantità notevole di liquido nero sotto forma di stoppia bruciata. Spesso si vedono libri volare, porte sbattute da forze invisibili e percosse e lividure qua e là per il corpo. Ora è definitivamente e completamente libera e vive santamente la vita consacrata».
Nato da famiglia miscredente e massonica fu battezzato solo per salvare le apparenze. Quando era piccolino si ammalò gravemente e la mamma si rivolse al demonio per ottenere la sua guarigione. In cambio lo donò al Maligno. «Da quel momento – sentenzia padre Cavallo – rimase posseduto. Imparò presto alla scuola del suo “padrone” diverse lingue, brillante nello studio, soprattutto cacciatore di donne… il demonio gli aveva dato una forza di seduzione irresistibile. Venne da me con una delle sue amanti, una dottoressa».
Da una parte voleva liberarsi dalla possessione, dall’altro gli piaceva la sua vita libertina fatta di sesso sfrenato e dissoluto; ma il suo “padrone” gli faceva pagare caro le sue prestazioni con percosse, tormenti interiori e crisi di disperazione. «Durante l’esorcismo – ricorda il sacerdote – sprigionava una forza enorme che poi esprimeva con un sudore così abbondante che nei mesi invernali gli lasciava anche il cappotto bagnato. L’ultimo incontro è andato così: c’era la dottoressa, ho preso una piccola medaglia in alluminio della Madonna (la medaglia miracolosa), l’ho data alla dottoressa invitandola a metterla al collo; l’ho ha fatto senza difficoltà, ne ho presa un’altra per il medico dicendogli: “Professore mettete al collo questa medaglia”. Vi è stato un cambiamento sul suo volto diventato angosciato, triste, disperato. Mi ha risposto “il demonio che lo possedeva”: “Prete, perché mi vuoi tormentare! Togli questa cosa! Questa mi distrugge”. Poi, rimanendo seduto, con tutta la sedia è schizzato fuori la stanza. Non ho potuto toccarlo con la medaglia perché al tocco di essa gli veniva meno il respiro. Non è venuto più!».
Del caso è testimone padre Carmine Coppola, redentorista. Non è posseduta, ma è vessata. Il demonio le è apparso in forma di caprone, le ha strappato di mano un libro di preghiere. All’invocazione della Madonna è scomparso lasciando nel libro tre impronte chiare: il pollice, l’indice e un dito piegato e uncino.
Una donna che tutti chiamano “strega”, vicina di casa, lo adesca e gli dà da bere una bibita piacevole e frizzante. Quello stesso giorno niente più preghiere, ripugnanza per ogni cosa sacra, non entra più in chiesa.
«Da me lo portano di peso mentre tira calci, pugni e vomita un vulcano di bestemmie e d’insulti contro Dio, la Madonna e i santi – dice l’esorcista – Mi sputa in faccia e tira una scarpa contro il tabernacolo. Impongo le mani e prego mentre i familiari a stento riescono a tenerlo fermo. Rimette abbondante bava, chiazze di sangue e si contorce per i dolori lancinanti allo stomaco mentre sbatte la testa di qua e di là. Dopo circa mezz’ora “di esorcismo” si calma. Recita con me l’Ave Maria, bacia il crocifisso. Ritorna tre o quattro volte. Ridiventa il ragazzo di prima».
Durante gli esorcismi aveva una posizione come di una tavola rigida; negli ultimi esorcismi diventava come un toro furioso, pronto a schiantare tutto.
«Mi imponevo con energia – sottolinea l’esorcista – perché si umiliasse davanti al suo Creatore e Signore presente nel tabernacolo. Egli controllava di schianto contorcendosi per terra, parlava un linguaggio incomprensibile e sbavava. La notte del 8 maggio 1987 è costretto a levarsi dal letto per dolori lancinanti allo stomaco. Rimette del materiale di colore scuro e di forma rotondeggiante. Egli vi versa sopra dell’acqua benedetta, istantaneamente si alza una fiammata che forma la figura di un volto con contorni vaghi. Svanisce. Nel vasetto non vi è più nulla. Ormai libero».
Tratto www.miliziadisanmichelearcangelo.org
Fonte it.aleteia.org/di Gelsomino Del Guercio
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