La guerra in Ucraina vive il suo quarantesimo giorno. Zelensky ha affermato che si impegna a continuare i colloqui di pace con la Russia nonostante le atrocità commesse in Ucraina. Dall’inizio dell’offensiva russa, l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha registrato 1.417 morti e 2.038 feriti.
Macron: “A Bucha crimini di guerra, servono nuove sanzioni”.
Il Cremlino, dal canto suo, avverte che la disponibilità della Polonia a ospitare armi nucleari americane sul proprio territorio “potrebbe ulteriormente aumentare la tensione”.
Nei sotterranei di una scuola a Cernihiv 150 persone tenute in ostaggio: “Chi moriva veniva lasciato accanto ai vivi”.
Ventidue scuole attaccate in media ogni giorno in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa, con 5,5 milioni di bambini rimasti senza istruzione.
Lo denuncia Save the Children, secondo cui dall’inizio del conflitto sono state danneggiate 869 scuole (22 in media al giorno, il 6% di tutte quelle presenti nel Paese) e 83 edifici scolastici sono rimasti completamente distrutti. Secondo l’Ong, circa il 43% degli attacchi ha avuto luogo nell’Ucraina orientale. I bombardamenti hanno distrutto 50 edifici scolasti a Kharkiv.
Il presidente americano Joe Biden chiede un processo per crimini di guerra contro il leader russo Vladimir Putin. “Quello che sta accadendo a Bucha è un crimine di guerra”, afferma Biden, annunciando che la sua amministrazione sta studiando nuove sanzioni contro Mosca.
“Putin è brutale, quello che è successo a Bucha è orribile”, aggiunge.
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina sono stati registrati oltre settemila crimini di guerra. Lo ha annunciato la procuratrice generale Irina Venediktova. Le squadre investigative sono composte da rappresentanti della polizia nazionale e del servizio di sicurezza dell’Ufficio investigativo statale, ha detto la procuratrice.
“Abbiamo inoltre un portale (warcrime.gov.ua) dove tutti i cittadini possono fornire le proprie informazioni sui crimini di guerra. Ora ce ne sono più di settemila”.
Un appello all’Occidente firmato con il proprio sangue. È il contenuto di una lettera scritta da un gruppo di militari dell’esercito ucraino a Odessa e indirizzata alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
“La debolezza dei leader degli Usa e dei Paesi Ue costa ogni giorno a militari e civili ucraini centinaia di vite. Ecco perché abbiamo scritto questo appello alla Cedu direttamente con il sangue. Oggi qui fermiamo un’aggressione diretta a voi pagando con le nostre vite. L’Ucraina ha bisogno che il cielo sia messo in sicurezza”, si legge nella missiva.
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