Recita la Tredicina a Sant’Antonio. Si tratta di una delle devozioni caratteristiche al Santo di Padova, alla cui festa ci si prepara per ben tredici giorni (invece dei soliti nove giorni della novena).
La devozione ha origine dalla convinzione popolare che il Santo conceda ogni giorno ai suoi devoti ben tredici grazie e anche dal fatto che la sua festa ricorre proprio il 13 del mese; così per suo merito il tredici è diventato un numero che porta fortuna.
“Perciò, liberatevi da ogni impurità e da ogni eccesso di malizia, accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola
, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi; perché, se uno ascolta la Parola e non la mette in pratica, costui somiglia a un uomo che guarda il proprio volto allo specchio: appena si è guardato, se ne va, e subito dimentica come era.Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverò la sua felicità nel praticarla” (Gc 1,21-25)
“Sono i poveri, i semplici, gli umili, che hanno sete della parola di Vita e dell’acqua della Sapienza. Al contrario, i mondani che si inebriano con il calice d’oro del vizio, i sapienti, i consiglieri dei potenti, credetemi, non si lasciano annunciare il Messaggio divino. È un grande segno di predestinazione l’ascoltare volentieri la Parola di Dio. Come l’esule, il quale cerca e sente con piacere le notizie provenienti dalla sua terra, dimostra di amare la sua patria, così si può dire che abbia già il cuore rivolto al Cielo il cristiano che ascolta con interesse chi gli parla della Patria celeste”.
PREGHIAMO
O Signore, noi Ti invochiamo: per l’intercessione di Sant’Antonio, dottore evangelico e messaggero della tua verità, fa che ascoltiamo di cuore la tua voce e custodiamo fedelmente la tua Parola. Per Cristo nostro Signore. Amen. Padre Nostro…
Il cuore nello scrigno
Nella predicazione frate Antonio raccomandava molto il distacco dalle cose di questo mondo e l’amore alla povertà. Il Signore volle dare maggiore autorità alle parole del Santo con un prodigio strepitoso. Mentre egli predicava a Firenze, morì un uomo molto ricco che non aveva voluto ascoltare le esortazioni del Santo. I parenti del defunto vollero che i funerali fossero splendidi e invitarono frate Antonio a tenere l’elogio funebre. Grande fu la loro indignazione quanto udirono il santo frate commentare le parole del Vangelo: “Perché, dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21), dicendo che il morto era stato un avaro ed un usuraio. Per rispondere all’ira dei parenti ed amici il Santo disse: “Andate a vedere nel suo scrigno e vi troverete il cuore“. Essi andarono e, con grande stupore, lo trovarono palpitante in mezzo al denaro e ai gioielli. Chiamarono pure un chirurgo perchè aprisse il petto al cadavere. Questi venne, fece l’operazione e lo trovò senza cuore. Dinanzi a tale prodigio parecchi avari e usurai si convertirono e cercarono di riparare al male compiuto.
– Non cercare le ricchezze che rendono l’uomo schiavo e lo mettono in pericolo di dannarsi, ma la virtù, la sola accetta a Dio.
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