Il governo di Assad assicura “piena collaborazione agli ispettori dell’ONU, compreso il fermo totale delle ostilità nella zona interessata”. Via libera immediato, dunque, all’indagine sull’uso di gas nervino sui civili, fatto imputato al regime da parte dei ribelli, mentre Medici senza Frontiere ha confermato di aver accolto un elevatissimo numero di persone con sintomi da intossicazione. Tra di esse almeno 350 sono morte negli ospedali della ONG. La Russia rivendica un successo diplomatico per aver convinto il regime a collaborare e mette in guardia l’America contro un possibile intervento. Ma anche l’Iran traccia la sua personale “linea rossa” e avverte Washington: “se attaccherete la Siria, aspettatevi conseguenze pesantissime”. Ma Obama intanto placa la furia di Francia e Gran Bretagna che vorrebbero un intervento immediato: il capo della Casa Bianca ha ribadito che senza il via libero dell’ONU, in Siria non ci sarà un’azione militare. Il che equivale quasi a dire che l’intervento non ci sarà, visto che la Russia è pronta ad opporre il veto. Nell’incertezza, però, Washington rafforza la sua presenza navale nel Mediterraneo: un altro vascello è appena giunto a dar man forte alla sesta flotta statunitense.
Marina Carculli / Radio Vaticana